Valle Devero

Devero Anello del Grande Est

 
 Gita effettuata in data: 31-Luglio-2020                                                    "

 Partenza da: Devero posteggio m.1625
 Dislivello totale : m.836
 Difficoltà : E
 Durata totale h: 6,30

Accesso stradale:  L’Alpe Devero si raggiunge seguendo l’autostrada A26 sino a Gravellona Toce. Quindi si procede seguendo la statale del Sempione, passando Domodossola, sino all’uscita per Crodo. Usciti dalla statale seguire le indicazioni per Baceno/Val Formazza, raggiunto Baceno al primo tornante si svolta a sinistra in direzione di Devero. Giunti a Goglio si imbocca il ponte sulla destra e si sale fino al Devero. L’accesso all’alpe è vietato alle auto private, si deve quindi lasciare l’auto nel sottostante parcheggio a pagamento.

Dopo tanto tempo che manchiamo dal Devero, abbiamo deciso di ritornarci per compiere una delle più belle escursioni che si possono effettuare nel suo vasto comprensorio: l’anello del grande Est. E' un giro ad anello che attraversa alcuni degli alpeggi famosi per la produzione del celebre formaggio Bettelmatt e per questo oltre che col nome di Traversata del Grande Est è anche conosciuta come La Via del Formaggio. Il nome Bettelmatt deriva appunto da due acronimi tedeschi "battel" che tradotto significa "questua" e "matt" che in tedesco si traduce in "pascolo". Pascoli della questua appunto. Pascoli da elemosina, da beneficenza. Ma anche da affitto. Non è per nulla azzardato supporre difatti che il formaggio Bettelmatt fosse la moneta in natura per pagare gli affitti degli alpeggi.

Dal posteggio terminale di Devero si sale alla chiesetta in località Ai Ponti, si attraversa il ponte sul Rio Buscagna e subito si prende a destra in direzione di una piccolissima costruzione in legno che funge da ufficio informazioni. Attraversato il ponte sul Torrente Devero si sale a destra immettendoci sulla vecchia mulattiera, a tratti ancora lastricata, che sale a Crampiolo. Si entra nel bel bosco di larici e dopo aver costeggiato per un tratto il torrente, risalita una scalinata scavata nella roccia, si perviene alla Corte d’Ardui da dove tralasciando i bivi per Crampiolo prima e successivamente quello per l’Alpe Fontane, proseguiamo diritti lungo il sentiero che si incunea in un canalone che risalito, ci immette sull’altopiano che, alla quota di 2000 metri, si sviluppa per ben sette chilometri tra pascoli rigogliosi, torbiere, marmotte e piccoli laghi generati dallo scioglimento delle nevi, gelosamente sorvegliati dal circolo di montagne della Punta d’Arbola, Corona Troggi e Pizzo Corbenas. Incantati da tanta meraviglia raggiungiamo l’Alpe Sangiatto che superiamo per proseguire con l’intento di arrivare all’Alpe Forno dove effettueremo il giro di boa iniziando il percorso di ritorno. Il sentiero si sviluppa in falsopiano e corre alto a monte del Lago Sangiatto Superiore, alle nostre spalle il Monte Cistella e il Pizzo Diei sorvegliano il nostro cammino mentre la Punta d’Arbola e il Monte Figascian ci invitano a proseguire lungo l’itinerario. Immersi negli splendidi pascoli di alta quota, dopo innumerevoli saliscendi, entriamo nella Corte Corbernas in cui sorge la solitaria baita ora in disuso. Superiamo la vetusta casera e, risalita una piccola balza continuiamo lungo il sentiero che offre stupendi scorci panoramici. Occupati ad ammirare lo spettacolare panorama che ad ogni passo si para davanti ai nostri occhi, quasi senza accorgersene ci ritroviamo in vista dell’Alpe della Valle, oramai in cattivo stato di conservazione. Il sentiero inizia ora a scendere in direzione di un canalone in cui scorre un fragoroso ruscello che attraversiamo senza particolari difficoltà per poi risalire fino a raggiungere un secondo guado che superato ci immette nei prati dell’Alpe La Satta (recentemente ristrutturato dal Parco Veglia Devero). Seguendo i sempre ben evidenti segnavie e percorso un ultimo tratto a mezzacosta, raggiungiamo finalmente l’Alpe Forno (m.2222). Ai boschi ed ai prati, che fino ad ora hanno fatto da coreografia al nostro cammino, si sostituiscono le grandi praterie in cui occhieggiano una innumerevole serie di piccoli specchi d’acqua di fusione ed in uno scenario mozzafiato appaiono gli ampi “ pascoli della questua ” in cui le mucche si nutrono della preziosa erba Mottolina capace di apportare al latte un gusto unico e prezioso e la particolare aromaticità che lo ha reso famoso sin dal XIII secolo. Effettuate le soste di rito, recuperate in parte le forze profuse per giungere fino a qui, riprendiamo il cammino che da ora in avanti sarà solo una lunga discesa che ci riporterà alla Piana del Devero. Seguendo il tracciato della GTA/Via Alpina, discendiamo l’ampia trattorabile che, sovrastando il Lago di Piamboglio, ci porta a raggiungere la valle di Canaleccio, caratterizzata da piccole pozze d’acqua e sede di una numerosa colonia di marmotte. In breve raggiungiamo il Lago di Devero (o Codelago) e costeggiando tutto il lago si perviene al promontorio della dighetta che ci offre una immagine da cartolina sulle sottostanti bellissime baite di Crampiolo. Ora non ci resta che percorrere l’ultimo tratto dell’itinerario e seguendo il tracciato della mulattiera in poco più di mezzora siamo di nuovo sulla piana e di seguito all’auto dove si conclude questa lunga escursione che a nostro modesto parere è da annoverare tra una delle gite più belle dell’Ossola.