Valle Antigorio

 Deccia ( Anello ) m.1694

 
 Gita effettuata in data: 13-Settembre-2020                                                    

 Partenza da: Località Valle m.816
 Dislivello totale : m.888
 Difficoltà : E
 Durata totale h: 4,00

Accesso stradale: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita Crodo-Val Formazza. Si imbocca la SS 659 della Valle Formazza; dopo aver attraversato l'abitato di Crodo, prima di giungere a Baceno, sulla sinistra si stacca una strada con indicazioni “Cravegna-Viceno″, superato il grazioso abitato di Cravegna proseguire in direzione di Viceno sino a raggiungere la località Valle dove si parcheggia l’auto poco prima di attraversare il Torrente Alfenza.

Oggi si ritorna all’Alpe Deccia, un appartato angolo della valle Antigorio situato alla base della dirupata parete che precipita dal Monte Cistella. Lontano e diverso dalle località più conosciute e blasonate è uno dei luoghi da noi preferiti dove ritorniamo sempre con piacere. L’itinerario di salita si svolge lungo la strada consortile, più volte percorsa con la neve e che oggi si presenta con un aspetto diverso quasi difficile da riconoscere. Lasciata l’auto nel comodo parcheggio a bordo strada, iniziamo a risalire lungo la poderale che dal 1986 raggiunge l’alpe. Superiamo la sbarra che impedisce il passaggio ai mezzi non autorizzati, e iniziamo a risalire godendoci la vista del paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi, in breve raggiungiamo l’agglomerato di Lonsc che superiamo per arrivare ad Aulusc (m. 1075) da dove, seguendo le indicazioni, pieghiamo a sinistra per risalire un tratto del sentiero estivo che dopo un breve tratto ci riporta sulle strada consortile che, in costante salita, ci introduce alle baite dell’Alpe Paù (m. 1280). Abbandoniamo la strada e proseguiamo sul sentiero che accorciando diversi tornanti, attraversa un folto bosco sino a sbucare di nuovo sulla strada dove questa termina e già si vedono le bellissime baite dell’Alpe Deccia Inferiore adagiate sull’ampio pendio erboso dominato dall’imponente Monte Cistella. Dopo una breve sosta saliamo a visitare le baite di Deccia Sopra (m.1694) con la sua bella cappella, dedicata a " Maria Assunta della Neve ", ristrutturata dagli alpigiani nel 1987 posta in posizione dominante a protezione di tutto l’alpeggio. Da questo privilegiato punto di osservazione, giocando un po con il tele della fotocamera, abbiamo modo di ammirare tutto quanto ci circonda e non fatichiamo ad individuare la   diga del lago di Agaro sovrastata dal Monte Forno, l’inconfondibile architettura della Chiesa di Crego avvolta dallo stupendo colonnato in pietra. Volgendo lo sguardo in prospettiva panoramica da sinistra verso destra, la visuale spazia dalla Rossa fino a perdersi sulle ultime propaggini della Punta del Forno ed oltre. Non ci si stancherebbe mai di guardarci intorno per goderci di così tanta bellezza, ma purtroppo il tempo scorre veloce per cui è ora di pensare al ritorno. Per effettuare un giro ad anello scendiamo seguendo le indicazioni per Cravegna, il sentiero entra nel bosco e dirige su ripido pendio giungendo al bivio per Esigo, continuando nel cammino dopo pochi passi perveniamo ai margini superiori degli ampi pascoli di Compolo (m.1280) che oltrepassati, ci introducono al pianoro su cui sorge la chiesetta dell’Oratorio della Salera. Qui ha termine l’antica strada selciata della Via Crucis che, partendo da dietro le case della piazzetta di Cravegna, si sviluppa con salita regolare con tutte le sue cappelle in un bosco ceduo per raggiungere l’Oratorio (m.1195). Tutti gli edifici, eretti intorno al 1730, sono stati restaurati e si trovano in buono stato di conservazione. Il sentiero costituisce il tratto iniziale della " Veia di squetar " percorso che, attraversando grandi boschi di larici in cui il sole filtra a fatica, sono il regno degli scoiattoli. Era l’antica via percorsa dalle mandrie che da Cravegna venivano condotte al pascolo nelle praterie di Devero. Continuiamo la nostra discesa senza problemi e quando raggiungiamo il bacino di carico dell’Enel siamo oramai in vista di Cravegna, da dove in breve risaliamo per ritornare all’auto chiudendo l’anello di questo bel giro che percorre lungamente bellissimi boschi i cui colori stanno lentamente mutando per assumere la tipica colorazione autunnale.

Curiosità

Nel 1649 un gruppo di Cravegnesi dimoranti in Bologna dove esercitavano la loro attività, non sappiamo per quale impulso particolare, volle far costruire una cappellina in località Salera o Madonna della Guardia, facendovi dipingere l’immagine di S. Luca grandemente venerata in quella città. L’accresciuta devozione a questa immagine e, probabilmente l’impegno da parte di quelli che restavano a Bologna ma mantenevano con il paese natio continui contatti ed interessi, condussero al disegno di ingrandire la cappellina della Madonna di Salera ed anzi farvi un vero oratorio. Il 28 settembre 1727 l’oratorio fu benedetto ed aperto al culto. La devozione crebbe ancora e sorse l’idea di un Sacro Monte o di un percorso devozionale che partendo da Cravegna raggiungesse il santuario. Nel 1731 si incominciarono a costruire le cappelle che opportunamente distanziate lungo il percorso dovevano rappresentare i misteri del S. Rosario. Non furono tuttavia elevate in quello stesso anno, ma è certo che fra il 1731 e il 1738 furono tutte costruite e completamente decorate. L’opera di affrescatura iniziale fu fatta dal pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis di Craveggia. Una fondata tradizione vuole che egli abbia fornito il disegno dell’oratorio e della maggior parte delle cappelle, di quelle almeno da lui dipinte nel 1731.