Val Vigezzo

 Alpe Campra m.1385

 
 Gita effettuata in data: 26-Agosto-2020                                                    "

 Partenza da: Orcesco m.814
 Dislivello totale : m.570
 Difficoltà : E
 Durata totale h: 4,00


Accesso stradale:
 Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino all’ingresso di Druogno, superato il distributore di benzina, girare a destra seguendo le indicazioni per Orcesco-Gagnone. Oltrepassati gli impianti di risalita della “Baitina“ si prosegue sino ad Orcesco dove si parcheggia l’auto nei pressi della stazione della Vigezzina.

 

Dopo le ultime due lunghe camminate, oggi optiamo per una escursione che possiamo definire “ defaticante ” e scegliamo come meta di salire di nuovo all’Alpe Campra, situato nel bellissimo anfiteatro dominato delle cime dei Pizzi Ragno e Nona, del Togano e del Pizzo Marcio in cui appaiono, come capanne in un presepio, una serie di belle baite molto ben mantenute. Parcheggiato l’auto, attraversiamo i binari della storica ferrovia Vigezzina che collega Domodossola a Locarno, snodandosi tra le due nazioni con un suggestivo percorso di 55 km. e ci incamminiamo verso l’Oratorio dedicato a San Carlo, Santo che in questa zona godeva di grande culto, in quanto esponente della famiglia Borromeo, feudataria della valle. Da qui procediamo dirigendoci verso il minuscolo e grazioso parco giochi dei bambini; su di una palina, cartelli segnavie riportano le indicazioni per le varie località raggiungibili. Entriamo nel bosco e cominciamo ad innalzarci lungo l’ampia mulattiera che volgendo a destra, perviene ad un tratto in falsopiano raggiungendo il ponticello che attraversa il Rio Lupo. Attraversato il rio, transitando sul ponticello, proseguiamo sul sentiero che in alcuni tratti costeggia la strada costruita di recente fino a confluire su di essa nei pressi di una paretina rocciosa. Si segue la sterrata fino a quando, nei pressi di una panchina, si riprende la mulattiera che si segue fino ai ruderi  dell'Alpe Motta (m.1331) dove si trasforma in sentiero e in breve perveniamo al, cancello che introduce all’ampia e bellissima conca di prati e pascoli in cui sono adagiate le baite dell’Alpe Campra m.1379. In questo affascinante alpeggio, mimetizzato tra i massi e rododendri, attorno alle "casere" che si fanno ammirare per i loro tetti in piode con i canali di scolo dell’acqua in legno, gli spazi, antistanti le baite, adibiti a pascolo, sono circondati da enormi lastre di beola conficcate nel terreno “ le schèsh ”. Queste placche, sistemate dagli alpigiani, fungevano da recinzione ed avevano il compito di separare le zone di pascolo comune dai prati da sfalcio di proprietà privata. Il caldo sole estivo illumina la conca donandole un aspetto magico e suggestivo. Ci accomodiamo all’ombra di una di queste baite e consumiamo il nostro pranzo rimirando lo spettacolare paesaggio di questo straordinario scenario alpino. Terminato il pranzo e la contemplazione, ci accingiamo ad intraprendere la discesa, che avviene ripercorrendo il percorso fatto all’andata. Raggiunta di nuovo la struttura della Motta, la costruzione sorge in posizione a dir poco straordinaria ed è una vera e propria “finestra” sulla Val Vigezzo. dopo aver scattato le ultime foto al Pizzo Ragno, con la sua ben visibile croce di vetta, ed al limitrofo Pizzo Nona, ci immettiamo di nuovo nel bosco che discendiamo ritornando in breve al ponte sul Rio Lupo, dal quale rientriamo in paese che visitiamo aggirandoci fra le sue strette viuzze. In seguito facciamo ritorno all’auto dove termina questa facile escursione che permette di visitare un affascinante luogo, armoniosamente inserito nella natura.

Curiosità

La frazione Orcesco di Druogno è il primo paese dell'altopiano vigezzino, che si affaccia come un balcone sulla valle, dove essa si restringe attorno al torrente Melezzo e la strada e la ferrovia iniziano la discesa verso Domodossola, un pugno di case abbarbicate alle falde del Pizzo Ragno tra i torrenti Rio Rodo e Rio Rabbi. Sul muro esterno della casa in cui l’italianista Nicola Zingarelli trascorse le sue vacanze estive completando nel 1922 il suo celebre Vocabolario della lingua italiana, una epigrafe incisa nella targa commemorativa recita: «La silente quiete dell’antico borgo di Orcesco accolse l’illustre filologo Nicola Zingarelli nei giorni operosi che videro la nascita del monumentale Vocabolario della lingua italiana».

 La pietra reperita localmente era in Ossola il materiale maggiormente utilizzato per recingere terreni ed anditi di abitazioni. Si delimitavano i confini con le “schèsc” (lastre di pietra conficcate verticalmente nel terreno) a segnare due diverse proprietà: una privata, destinata a coltivazione, e l’altra comunale destinata a pascolo