Valle Anzasca

I Cerf della valle Olocchia

 
 Gita effettuata in data : 17-Aprile-2019                                                           

 Partenza da: Valpiana m.745
 Dislivello totale m : 476
 Difficoltà : E/EE
 Durata itinerario h: 5,00

Come arrivare: da Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione sino all’uscita di Piedimulera da dove si prosegue lungo la SS549 della Val Anzasca fino a Pontegrande. Girando a sinistra si supera il ponte sull’Anza e si seguono le indicazioni per Bannio Anzino da cui si prosegue sino a giungere a Valpiana dove si parcheggia prima di attraversare il ponte sul Torrente Olocchia.

Osservando con attenzione la Mappa del territorio comunale di Bannio Anzino realizzata dalla Geo4 map di Novara a seguito dei rilievi effettuati sul campo dal Gruppo Escursionisti Val Baranca che hanno effettuato un importante lavoro di ricerca storica riscoprendo antichi nomi di località oramai caduti nel dimenticatoio, recuperando sentieri abbandonati da tempo. Inoltre con notevole impegno materiale, i soci del Gruppo, coadiuvati dai sempre attivi uomini del Gruppo Alpini di Bannio e altri volonterosi, hanno di nuovo reso percorribile uno storico sentiero che un tempo collegava diversi alpeggi siti in valle Olocchia rendendolo fruibile agli escursionisti. La nostra attenzione è stata attratta dal percorso che transita tra alpeggi identificati con il toponimo “ Cerf ”. Per approfondire questo nostro interesse e constatare personalmente di cosa si trattasse, decidiamo di recarci a visitare la zona per effettuare un percorso ad anello con partenza da Valpiana e visita ai “ Cerf ” che si trovano lungo il percorso. Verremo poi a sapere che Cerf è la forma dialettale di Cervo, Alpe Cervo di….
Lasciata l’auto, attraversiamo
il ponte e ci incamminiamo a fianco della condotta seguendo le indicazioni per i Cerf, il sentiero si presenta pulito in quanto è il sentiero che l’ENEL utilizza per la manutenzione della condotta che prende l’acqua dal Rio Rosenza per alimentare la Centrale di Battigio. Si sale a raggiungere la dorsale dove, ad un bivio, si abbandona il sentiero che scende per proseguire a destra lungo una traccia di passaggio, per iniziare a percorrere il lungo traverso che entra nel bosco e giunge ai primo dei “ Cerf ”, quello di Sant’Antonio ( patrono di Anzino ) oramai ridotto ad un ammasso di pietre. Si procede e con percorso altalenante, ma sempre indicato dai classici segni di vernice bianco/rossa, si raggiunge il “ Cerf dul Demio ” con la sua immancabile cappelletta posta a protezione dell’alpe. Continuando sul sentiero su cui è quasi scomparso il piano calpestabile, facendo attenzione a dove si appoggiano i piedi, si raggiunge il successivo “ Cerf at Mama Lena ”. Continuando a seguire i numerosi segni di vernice posti come segnavia, il sentiero continua e superato il Rio della Valle si giunge all’alpe che sulla cartina è indicato come “ Cerf ” non meglio specificato, qui sorge una bella baita modernamente ristrutturata servita da una comoda teleferica. Da questo punto un sentiero segnalato scende direttamente a raggiungere l’Alpe Giavine (m.857) e permette di accorciare notevolmente il giro. Continuando a seguire il sentiero che traversa e superato il Rio Scolatore si raggiungono i ruderi dell’Alpe la Stur da cui si ha una buona veduta panoramica verso le montagne e sul versante opposto della valle, normalmente più soleggiato. Continuando a percorrere il sentiero ripristinato anni fa dal Gruppo Escursionisti Val Baranca, si superano il Rio dell’Ouga, il Rio del Laurò e il Rio Pizzone da cui si sale a raggiungere quel che resta dell'Alpe Pizzone (m.1117) con la sua cappelletta. Dall’alpe il sentiero scende a raggiungere l’Alpe Castelletto (m.954) da cui volgendo a destra, si raggiunge la strada asfaltata nei pressi dell’Alpe Giavine da cui, percorrendo un tratto del percorso devozionale-interprovinciale usato dai pellegrini per giungere al santuario di Sant'Antonio di Anzino da Santa Maria di Fobello in occasione dell’annuale pellegrinaggio che ha lo scopo di rinsaldare lo storico rapporto esistente fra Anzino e le comunità della Valsesia, in particolare Rimella e Fobello, legate nel tempo dalla devozione a Sant’Antonio da Padova ritorniamo a Valpiana. Raggiunto l’abitato di Case Rovazzi (m.825) e superato l’Alpe Gabi si è di nuovo al ponte che si attraversa per raggiungere l’auto chiudendo così questo giro ad anello che ci ha portato a ricalcare le secolari tracce degli alpigiani e a visitare una zona disseminata di piccoli luoghi di culto rimasti, quale espressione di religiosità, a testimoniare la profonda fede delle genti che hanno popolato questi impervi luoghi nella poco conosciuta e silenziosa Valle Olocchia.