Come arrivarci:
da Angera percorrendo la provinciale Sesto
Calende-Laveno si svolta a sinistra alla rotonda che
scende a Ranco, e si parcheggia nei pressi della
caratteristica chiesetta della Madonna del Carmine e del
Rosario visibile sulla destra.
La cima di San Quirico rappresenta il vertice di un
piccolo sistema collinare posto tra i Comuni di
Ranco
e
Angera,
la sommità da cui si gode uno stupendo panorama sul Lago
Maggiore, con i suoi 411 metri costituisce il punto più
alto di Angera.
l’Anello di San Quirico,
percorre le falde del monte e si snoda tra le colline e
i vigneti di Angera lungo la “ strada vecchia ” che un
tempo collegava i due comuni. L'itinerario percorre un
territorio a vocazione agricola raggiungendo le aziende
che oggi coltivano ortaggi e frutti dai sapori antichi.
Dal sentiero è facile raggiungere la maestosa
Rocca Borromeo
che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore.
Lasciata
l’auto nei parcheggi a lato della
chiesa di Uponne,
attraversiamo la strada e ci incamminiamo lungo
via B. Croce
e risalendo dietro le case seguiamo la chiara
segnaletica che indica il percorso da seguire per “
Anello di San Quirico”. Proseguendo su sterrata ci si
addentra nei boschi di castagni e robinie passando dalla
Cascina san Martino,
una bella casa ristrutturata con statue di mucche in
giardino. Nel parco si possono ancora vedere i ruderi
dell’antica chiesa parrocchiale visitata da S. Carlo
Borromeo nel 1567 e, poco discosta una simpatica casa
sull’albero su cui gli amici salgono per una
foto ricordo.
Proseguendo lungo il sentiero pianeggiante arriviamo al
bivio per San Quirico, dove ci dirigiamo a sinistra e
dopo una breve salita sbuchiamo quasi all’improvviso su
di una vera e propria balconata sul lago. Purtroppo lo
splendido panorama di cui si potrebbe godere da questa
modesta altura è fortemente disturbato da una invadente
vegetazione che ne limita la visione. Sul piazzale sorge
la chiesa dedicata al
Santo martire Quirico.
Dopo la sosta per ammirare quanto ci è dato a vedere del
notevole paesaggio,
scattate le usuali foto di rito, ritorniamo sui nostri
passi per riprendere il percorso del giro ad anello e
scendiamo in direzione di Angera.
Arrivati
all’altezza di Via Fornetto, abbandoniamo
momentaneamente il percorso dell’Anello di San Quirico
per inoltrarci lungo un sentiero che passando alla base
dei prati che circondano la
Cascina Monastero
risalente al
XVII secolo.
La Cascina deve il suo nome al progetto di una
fondazione religiosa voluta dal Cardinale Federico
Borromeo. Il 25 Luglio 1625 fu avviata la costruzione di
un
monastero per le Carmelitane Scalze,
monache di clausura dedite principalmente alla preghiera
contemplativa. Il Cenòbio fu presto ceduto e divenne una
casa colonica. Il viottolo ci porta a raggiungere l’ingresso
della Rocca di Angera,
chiusa e in cui sono in corso
lavori di ristrutturazione.
La Rocca sorge in posizione strategica affacciata sul
Lago Maggiore in un luogo ideale per il controllo dei
traffici ed è uno dei pochi edifici fortificati
medioevali integralmente conservato. Ritornando in parte
sui nostri passi, scendiamo ad Angera e per vie interne
raggiungiamo l’ampia
area prospiciente il lungo lago
in cui un
cigno di notevoli dimensioni
fa bella mostra di sé specchiandosi nelle acque del
lago. La bella giornata tiepida e soleggiata, dopo le
numerose piogge di questi giorni, ci invoglia ad
effettuare la
sosta pranzo
godendo del bel panorama che si presenta di fronte a noi
e che ci dà modo di vedere la sponda piemontese da una
prospettiva per noi inusuale. Terminato il lauto pranzo,
ritorniamo a percorrere le stretta viuzze di Angera e
raggiungiamo di nuovo il tracciato dell’anello di San
Quirico che per sentieri interni ci conducono ai
“ronchi”,
ovvero ai
tradizionali vigneti varesini
che producono
l’omonimo vino tipico, con marchio IGT “Ronchi
Varesini”. Un tempo la vite veniva coltivata molto
intensamente e i filari raggiungevano quasi il vertice
della collina, ancora oggi a testimonianza delle antiche
coltivazioni, sono visibili i tipici terrazzamenti su
cui sorgevano i vigneti, non per altro nello
stemma del Comune di Ranco
sono rappresentati un pesce natante e un tralcio di vite
quali simboli delle antiche attività dei suoi abitanti.
Passando tra vigneti
e
cascine, percorriamo ancora qualche tratto su strade
asfaltate per poi entrare nuovamente nel bosco per
ritrovarci poco dopo lungo un tratto di percorso seguito
al mattino e,
percorsi ancora pochi passi,
raggiungiamo di nuovo la chiesa di Uponne da cui eravamo
partiti.
Bel giro ad anello con notevoli scorci panoramici che ha
reso tutti soddisfatti.

|