Basso Verbano

 Anello di San Quirico

 
 Gita effettuata in data: 28-Novembre-2019                                                    

 Partenza da: Ranco Loc. Uponne  m.
 Dislivello totale : m.445
 Difficoltà : E/T
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivarci: da Angera percorrendo la provinciale Sesto Calende-Laveno si svolta a sinistra alla rotonda che scende a Ranco, e si parcheggia nei pressi della caratteristica chiesetta della Madonna del Carmine e del Rosario visibile sulla destra.

La cima di San Quirico rappresenta il vertice di un piccolo sistema collinare posto tra i Comuni di Ranco e Angera, la sommità da cui si gode uno stupendo panorama sul Lago Maggiore, con i suoi 411 metri costituisce il punto più alto di Angera. l’Anello di San Quirico, percorre le falde del monte e si snoda tra le colline e i vigneti di Angera lungo la “ strada vecchia ” che un tempo collegava i due comuni. L'itinerario percorre un territorio a vocazione agricola raggiungendo le aziende che oggi coltivano ortaggi e frutti dai sapori antichi. Dal sentiero è facile raggiungere la maestosa Rocca Borromeo che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore.

Lasciata l’auto nei parcheggi a lato della chiesa di Uponne, attraversiamo la strada e ci incamminiamo lungo via B. Croce e risalendo dietro le case seguiamo la chiara segnaletica che indica il percorso da seguire per “ Anello di San Quirico”. Proseguendo su sterrata ci si addentra nei boschi di castagni e robinie passando dalla Cascina san Martino, una bella casa ristrutturata con statue di mucche in giardino. Nel parco si possono ancora vedere i ruderi dell’antica chiesa parrocchiale visitata da S. Carlo Borromeo nel 1567 e, poco discosta una simpatica casa sull’albero su cui gli amici salgono per una foto ricordo. Proseguendo lungo il sentiero pianeggiante arriviamo al bivio per San Quirico, dove ci dirigiamo a sinistra e dopo una breve salita sbuchiamo quasi all’improvviso su di una vera e propria balconata sul lago. Purtroppo lo splendido panorama di cui si potrebbe godere da questa modesta altura è fortemente disturbato da una invadente vegetazione che ne limita la visione. Sul piazzale sorge la chiesa dedicata al Santo martire Quirico. Dopo la sosta per ammirare quanto ci è dato a vedere del notevole paesaggio, scattate le usuali foto di rito, ritorniamo sui nostri passi per riprendere il percorso del giro ad anello e scendiamo in direzione di Angera. Arrivati all’altezza di Via Fornetto, abbandoniamo momentaneamente il percorso dell’Anello di San Quirico per inoltrarci lungo un sentiero che passando alla base dei prati che circondano la Cascina Monastero risalente al XVII secolo. La Cascina deve il suo nome al progetto di una fondazione religiosa voluta dal Cardinale Federico Borromeo. Il 25 Luglio 1625 fu avviata la costruzione di un monastero per le Carmelitane Scalze, monache di clausura dedite principalmente alla preghiera contemplativa. Il Cenòbio fu presto ceduto e divenne una casa colonica. Il viottolo ci porta a raggiungere l’ingresso della Rocca di Angera, chiusa e in cui sono in corso lavori di ristrutturazione. La Rocca sorge in posizione strategica affacciata sul Lago Maggiore in un luogo ideale per il controllo dei traffici ed è uno dei pochi edifici fortificati medioevali integralmente conservato. Ritornando in parte sui nostri passi, scendiamo ad Angera e per vie interne raggiungiamo l’ampia area prospiciente il lungo lago in cui un cigno di notevoli dimensioni fa bella mostra di sé specchiandosi nelle acque del lago. La bella giornata tiepida e soleggiata, dopo le numerose piogge di questi giorni, ci invoglia ad effettuare la sosta pranzo godendo del bel panorama che si presenta di fronte a noi e che ci dà modo di vedere la sponda piemontese da una prospettiva per noi inusuale. Terminato il lauto pranzo, ritorniamo a percorrere le stretta viuzze di Angera e raggiungiamo di nuovo il tracciato dell’anello di San Quirico che per sentieri interni ci conducono ai “ronchi”, ovvero ai tradizionali vigneti varesini che producono l’omonimo vino tipico, con marchio IGT “Ronchi Varesini”. Un tempo la vite veniva coltivata molto intensamente e i filari raggiungevano quasi il vertice della collina, ancora oggi a testimonianza delle antiche coltivazioni, sono visibili i tipici terrazzamenti su cui sorgevano i vigneti, non per altro nello stemma del Comune di Ranco sono rappresentati un pesce natante e un tralcio di vite quali simboli delle antiche attività dei suoi abitanti. Passando tra vigneti e cascine, percorriamo ancora qualche tratto su strade asfaltate per poi entrare nuovamente nel bosco per ritrovarci poco dopo lungo un tratto di percorso seguito al mattino e, percorsi ancora pochi passi, raggiungiamo di nuovo la chiesa di Uponne da cui eravamo partiti. Bel giro ad anello con notevoli scorci panoramici che ha reso tutti soddisfatti.