Val Sesia

Anello del lago di Sant'Agostino  
 Gita effettuata in data:28-Marzo-2018

  

 Partenza da:Quarona m.377
 Dislivello totale: m.507
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme, quindi SS299 per Alagna, superata Borgosesia si prosegue fino alla rotonda per Ponte Isolella da cui svoltando prima a destra e poi a sinistra, si prosegue in direzione di Quarona, alla rotonda si gira a destra e, all’inizio della salita per Cavaglia, volgendo a sinistra in Via G. Lanzio, si giunge alla chiesa di Santa Marta dove si parcheggia.

 

Di solito con l’arrivo della primavera, nelle vicinanze di Quarona, si ripete lo spettacolare avvenimento naturalistico del raduno annuale degli anfibi che ritornano nei luoghi di origine per l’ovodeposizione. Questo caratteristico fenomeno fa sì che in questo periodo, nel piccolo specchio d’acqua del Lago di Sant’Agostino, si possa assistere al ritorno di centinaia di rospi che si radunano per riprodursi, inoltre nel territorio ci sono altri notevoli punti di interesse che meritano una visita. A tale proposito, approfittando dell’occasione ci rechiamo a Quarona per effettuare una escursione ad ampio raggio che ci permetta di visitare anche le zone circostanti. Per questa escursione, da Quarona partiamo dalla chiesa di Santa Marta, e incamminandoci fra le case, in breve si raggiunge la bellissima mulattiera (segnavia 733) che salendo a tornanti supera due edicole votive e raggiunge il pianoro a mezza costa sul monte Tucri, dove in panoramica posizione sorge la chiesa di San Giovanni al Monte m.552. Un’importante testimonianza della fede piemontese: fondata tra il 438 e il 490 sulle ceneri di un antico edificio religioso e luogo in cui venne deposto il corpo, in seguito spostato, di Panacea vissuta a Quarona nel XIV secolo e venerata come la “Beata Panacea” ( Patrona della Valsesia ). Un edificio che trovandosi purtroppo al di fuori degli abituali circuiti turistici è poco conosciuto anche se riveste tuttavia un'importanza fondamentale per la storia, non solo religiosa, del territorio valsesiano. Un complesso che, con la sua storia più che millenaria, fù la Chiesa delle popolazioni del circondario: Quarona, Valmaggiore, Breia, Agarla, Cadarafagno e Cavaglia e rimase chiesa parrocchiale fino al sec XVII. Qui abbiamo la fortuna di incontrare il sig. Graziano che, in attesa della visita di una scolaresca, molto gentilmente ci invita ad entrare a visitare lo stupendo complesso raccontandoci anche la sua storia ed i cambiamenti avvenuti nei secoli. Nel frattempo giungono altri escursionisti per cui salutiamo e continuiamo nel nostro cammino. Dopo aver oltrepassato altre cappellette, raggiungiamo la chiesa della Beata al Monte m 616, eretta sul luogo del martirio della pastorella Panacea. Superata la chiesa, scendiamo per un tratto lungo la sterrata che abbandoniamo in vista della strada asfaltata per seguire, sulla sinistra una evidente traccia di sentiero che in breve ci permette di raggiungere la sella a mezzacosta dove ci ricongiungiamo ai percorsi 732 e 732A. Continuando nel bosco, tralasciamo il sentiero che scende in direzione del lago e raggiungiamo la strada carrozzabile di Cavaglia nei pressi della località Pian Caulot, poco sotto l'abitato di Morondo, da qui ancora a sinistra, ci incamminiamo lungo la strada asfaltata in direzione di Cavaglia sino ad incontrare, in corrispondenza del tornante, il sentiero 736 che scende lungo la mulattiera delle Cavaglie alla Cappella di Sant’Agostino. Nella radura antistante la cappella è predisposta una attrezzata area picnic dove sostiamo per consumare il nostro veloce spuntino e veniamo raggiunti da altri escursionisti saliti per assistere al “ sabba dei rospi ”. Terminata la sosta ristoratrice, seguiamo a sinistra il sentiero (segnavia 624) che va al Lago di S. Agostino e giunti in località La Moia, possiamo ancora notare il terrapieno che serviva per il trasporto delle pietre lavorate nella vicina cava, più a valle, all'inizio della palude, si può vedere il grande masso detto “ Sas d’la Baceja ”. Un enorme masso dalla sommità piatta con incisi nella roccia delle coppelle, è stato per la leggenda, l’Ara dei Druidi e si dice che le coppelle fossero utilizzate per i riti profani. Baceia, in dialetto valsesiano, è un recipiente in legno piatto che serviva per scegliere le granaglie e per questo al sasso gli fu assegnato il nome saas d’la baceia. Ci inoltriamo nella zona umida per giungere al lago di Sant’Agostino, conosciuto comunemente come "Lago dei rospi". Poco prima di raggiungerlo, incominciamo ad incontrare alcuni rospi che stanno faticosamente cercando di raggiungere la zona. Il laghetto, poco più che uno stagno, si trova ad un’altitudine di m.492 ed ha una lunghezza di circa 300 metri, una larghezza di 50 e una profondità massima di 5 m. Sostando presso il piccolo specchio d’acqua, che fa da nursering per le svariate specie di anfibi che popolano la zona, è possibile assistere al ritorno di centinaia di rospi che si radunano per un accoppiamento ascellare durante il quale le femmine depongono sul fondo del lago dei cordoni gelatinosi lunghi 3-4 metri contenenti fino a 5000 uova che, a fecondazione avvenuta, danno origine a larve (girini) che a seguito di una metamorfosi di 2-3 mesi, lasciate le acque del lago, si disperdono nell'ambiente circostante. Abbandonato il laghetto risaliamo sulla sponda ovest per raggiungere i ruderi dell’antico castello d’Arian m. 550 (sec. XI) di cui sono ancora visibili: alcuni muri perimetrali, la cisterna di raccolta dell'acqua piovana e il pozzo. Le rovine del castello di Arian sono posizionate in cima alla collina morenica che divide il lago di S. Agostino dalla valle della Sesia. Visionati i pochi ruderi rimasti, scendiamo nuovamente ai bordi del lago ed iniziamo a percorrere la “ bunda tuppa (valletta buia), superiamo il “ saas di strji e d’lava corna ” ( sasso delle streghe e dell’acqua infernale ) e giungiamo alla cava da cui ci immettiamo sulla strada asfaltata che percorriamo fino ad incontrare, sulla sinistra, il sentiero che entra nel bosco e, raggiunto e superato il campo sportivo, ci troviamo alla cappelletta della Beata Panacea di via Lanzio da cui volgendo a sinistra ritorniamo al punto di partenza dove termina questa interessante escursione fra il sacro ed il profano.

Per maggiori informazioni vedi  http://www.storienaturali.com/quarona-il-laghetto-di-santagostino/

                                         http://www.quaronasesia.it/centro/sangiovanni/san_giovanni_1