Come arrivare:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme,
quindi SS299 per Alagna,
superata
Borgosesia si prosegue fino alla rotonda per Ponte
Isolella da cui svoltando prima a destra e poi a
sinistra, si prosegue in direzione di Quarona, alla
rotonda si gira a destra e, all’inizio della salita per
Cavaglia, volgendo a sinistra in Via G. Lanzio, si
giunge alla
chiesa di Santa Marta
dove si parcheggia.
Di solito con l’arrivo della primavera, nelle vicinanze
di Quarona, si ripete lo spettacolare avvenimento
naturalistico del raduno annuale degli anfibi che
ritornano nei luoghi di origine per
l’ovodeposizione.
Questo caratteristico fenomeno fa sì che in questo
periodo, nel piccolo specchio d’acqua del Lago di
Sant’Agostino, si possa assistere al ritorno di
centinaia di rospi che si radunano per riprodursi,
inoltre nel territorio ci sono altri notevoli punti di
interesse che meritano una visita. A tale proposito,
approfittando dell’occasione ci rechiamo a Quarona per
effettuare una escursione ad ampio raggio che ci
permetta di visitare anche le zone circostanti. Per
questa escursione, da Quarona partiamo dalla chiesa di
Santa Marta, e incamminandoci fra le case, in breve si
raggiunge la
bellissima mulattiera
(segnavia 733) che salendo a tornanti supera due edicole
votive e raggiunge il pianoro a mezza costa sul monte
Tucri, dove in panoramica posizione sorge la
chiesa di San Giovanni al Monte
m.552. Un’importante testimonianza della fede
piemontese: fondata tra il 438 e il 490 sulle ceneri di
un antico edificio religioso e luogo in cui venne
deposto il corpo, in seguito spostato, di Panacea
vissuta a Quarona nel XIV secolo e venerata come la
“Beata Panacea” ( Patrona della Valsesia ). Un edificio
che trovandosi purtroppo al di fuori degli abituali
circuiti turistici è poco conosciuto anche se riveste
tuttavia un'importanza fondamentale per la storia, non
solo religiosa, del territorio valsesiano. Un complesso
che, con la sua storia più che millenaria, fù la Chiesa
delle popolazioni del circondario: Quarona, Valmaggiore,
Breia, Agarla, Cadarafagno e Cavaglia e rimase chiesa
parrocchiale fino al sec XVII. Qui abbiamo la fortuna di
incontrare il
sig. Graziano
che, in attesa della visita di una scolaresca, molto
gentilmente ci invita ad entrare a visitare lo
stupendo complesso
raccontandoci anche la sua storia ed i
cambiamenti avvenuti nei secoli.
Nel frattempo giungono altri escursionisti per cui
salutiamo e continuiamo nel nostro cammino. Dopo aver
oltrepassato altre cappellette, raggiungiamo la
chiesa della Beata al Monte
m 616, eretta sul luogo del martirio della pastorella
Panacea. Superata la chiesa, scendiamo per un tratto
lungo la sterrata che abbandoniamo in vista della strada
asfaltata per seguire, sulla sinistra una evidente
traccia di sentiero che in breve ci permette di
raggiungere la sella a mezzacosta dove ci ricongiungiamo
ai percorsi 732 e 732A. Continuando nel bosco,
tralasciamo il sentiero che scende in direzione del lago
e raggiungiamo la strada carrozzabile di Cavaglia nei
pressi della
località Pian Caulot,
poco sotto l'abitato di Morondo, da qui ancora a
sinistra, ci incamminiamo lungo la strada asfaltata in
direzione di Cavaglia sino ad incontrare, in
corrispondenza del tornante, il
sentiero 736
che scende lungo la
mulattiera delle Cavaglie
alla
Cappella di Sant’Agostino.
Nella radura antistante la cappella è predisposta una
attrezzata area picnic dove sostiamo
per consumare il nostro veloce spuntino e veniamo
raggiunti da altri escursionisti saliti per assistere al
“ sabba dei rospi ”. Terminata la sosta ristoratrice,
seguiamo a sinistra il sentiero (segnavia 624) che va al
Lago di S. Agostino e giunti in località La Moia,
possiamo ancora notare
il terrapieno
che serviva per il trasporto delle pietre lavorate nella
vicina cava, più a valle, all'inizio della palude, si
può vedere il grande masso detto “
Sas d’la Baceja
”. Un enorme masso dalla sommità piatta con incisi nella
roccia delle coppelle, è stato per la leggenda, l’Ara
dei Druidi e si dice che le coppelle fossero utilizzate
per i riti profani. Baceia, in dialetto valsesiano, è un
recipiente in legno piatto che serviva per scegliere le
granaglie e per questo al sasso gli fu assegnato il nome
saas d’la baceia. Ci inoltriamo nella zona umida per
giungere al lago di Sant’Agostino, conosciuto
comunemente come "Lago dei rospi". Poco prima di
raggiungerlo, incominciamo ad incontrare alcuni
rospi
che stanno faticosamente cercando di raggiungere la
zona. Il laghetto, poco più che uno stagno, si trova ad
un’altitudine di m.492 ed ha una lunghezza di circa 300
metri, una larghezza di 50 e una profondità massima di 5
m. Sostando presso il piccolo specchio d’acqua, che fa
da nursering per le svariate specie di anfibi che
popolano la zona, è possibile assistere al ritorno di
centinaia di rospi che
si radunano per un accoppiamento ascellare
durante il quale le femmine depongono sul fondo del lago
dei cordoni gelatinosi lunghi 3-4 metri contenenti fino
a 5000 uova che, a fecondazione avvenuta, danno origine
a larve (girini) che a seguito di una metamorfosi di 2-3
mesi, lasciate le acque del lago, si disperdono
nell'ambiente circostante. Abbandonato il laghetto
risaliamo sulla sponda ovest per raggiungere i
ruderi
dell’antico castello d’Arian
m. 550 (sec. XI) di cui
sono ancora visibili: alcuni muri perimetrali, la
cisterna di raccolta dell'acqua piovana e il pozzo. Le
rovine del castello di Arian sono posizionate in cima
alla collina morenica che divide il lago di S. Agostino
dalla valle della Sesia. Visionati i pochi ruderi
rimasti, scendiamo nuovamente ai
bordi del lago
ed iniziamo a percorrere la “ bunda tuppa
”
(valletta buia), superiamo il “
saas di strji e d’lava corna
” ( sasso delle streghe e dell’acqua infernale ) e
giungiamo alla cava da cui ci immettiamo sulla strada
asfaltata che percorriamo fino ad incontrare, sulla
sinistra, il sentiero che entra nel bosco e, raggiunto e
superato il campo sportivo, ci troviamo alla
cappelletta della Beata Panacea di via Lanzio
da cui volgendo a sinistra ritorniamo al punto di
partenza dove termina questa interessante escursione fra
il sacro ed il profano.
Per maggiori informazioni vedi
http://www.storienaturali.com/quarona-il-laghetto-di-santagostino/
http://www.quaronasesia.it/centro/sangiovanni/san_giovanni_1
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