Come arrivare:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce,
proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Masera, salire per la SS 337 della Valle Vigezzo fino a
Santa Maria, superato l’abitato, al bivio si prende a
sinistra seguendo le indicazioni per Toceno/Arvogno,
dove si arriva dopo pochi chilometri.
Parcheggiata l’auto nei pressi del rifugio, da dove
abbiamo subito
un'anteprima
di quanto ci aspetta, ultimiamo i preparativi e ci
incamminiamo sulla strada asfaltata giungendo ad
attraversare in pochi minuti il ponte sul fiume Melezzo. Superato il ponte
imbocchiamo sulla destra la scorciatoia, che raggiunge
la strada sterrata che percorriamo sino ad arrivare al
ponte sul Rio Verzasco. Valicato il ponte iniziamo
a risalire la seicentesca
mulattiera,
realizzata con circa duemila gradini e ancora
scrupolosamente conservata, che ci conduce prima
all'Alpe
Verzasco
m.1333 (h0,30), costituito da un buon numero di
baite, e successivamente tra faggi, abeti rossi e larici
arriviamo all'Alpe
Villasco
m. 1642
(h0,50;1,20). Volgendo lo sguardo alla
Bocchetta di Ruggia
ci soffermiamo ad osservare il paesaggio unico e
meraviglioso, con l'inconfondibile forma della
Pioda di Crana
che ci accompagna per buona parte del percorso.
Continuando nel nostro cammino raggiungiamo la radura su
cui si alza l’Alpe
ai Motti
m. 1815 (h0,35;1,55), contraddistinto da due
lunghissime stalle. A fianco delle robuste stalle
la mulattiera, formata da gradoni realizzati con
grosse lastre in pietra locale, continua a salire con
diversi tornanti fino a raggiungere la
Cappella di San Pantaleone m. 2024 (h0,25;2,15)
situata poco prima del Passo di Fontanalba. La piccola
costruzione offre un ricovero di emergenza in caso di
maltempo e la sua terrazza rocciosa affacciata sulla Val
Vigezzo è l’unico punto del percorso dove è possibile
utilizzare i cellulari.Qui alcuni
cartelli
segnavia indicano varie direzioni, noi ci dirigiamo a
sinistra seguendo i segni bianco-rosso, arrivando in
breve alla conca in cui è adagiato il
Lago di Panelatte
m. 2062 (h0,15;2,30).
Questo nome deriva forse dall’abitudine degli alpigiani
di fare una sosta e consumare un breve pasto durante i
lunghi trasferimenti del bestiame. Trattasi di un
piccolo lago di origine glaciale in parte ricoperto da
eriofori che si trova alla base degli sfasciumi che
coprono le pendici del Pizzo del Corno.
Circumnavigando il lago possiamo ammirare il
Pizzo Ruggia e il Pizzo Fontanalba che si specchiano
nelle acque ed assomigliano davvero alle famose piramidi
d'Egitto. Ci sediamo su uno dei
tanti massi e ci concediamo un meritato pranzo.
Il tempo scorre velocemente per cui, nostro malgrado,
ricarichiamo gli zaini e ci incamminiamo
sulla via del ritorno,
raggiungiamo di nuovo Arvogno (h1,45;4,15)
dove ci aspetta l’auto. Bella e tranquilla camminata in
ambiente montano che permette di godere di ampie vedute
sulle montagne.
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