Come arrivare:
Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi
si procede lungo la SS 33 del Sempione sino alla seconda
uscita per Varzo. Giunti a Varzo, si abbandona la SS33 e
si devia in direzione di San Domenico, che si raggiunge
in 12 km. E’ possibile parcheggiare gratuitamente qui o
proseguire per 2 km fino a Ponte Campo, dove termina la
strada. Qui si paga una piccola tariffa giornaliera per
la sosta, ma si risparmia mezz’ora di cammino su strada
asfaltata.
Dopo una
lunga sosta ai box per riparazione della carrozzeria che
oramai comincia a mostrare i segni dell’età, finalmente
oggi è il giorno del mio rientro in pista. La perdita di
parecchi “
giri ″ ha fatto sì che il motore risulti un
po’ imballato e la carburazione difficoltosa, per non
farmi sentire a disagio, i miei carissimi amici hanno
pensato di organizzare una due giorni al Veglia in modo
che potessi riprendere il ritmo senza esagerare con
dislivelli e lunghezze a cui loro sono abituati. La loro
proposta mi trova subito consenziente e di buon grado
accetto l’invito a trascorrere due giorni nel Parco
Naturale Alpe Veglia. Approfittiamo di questo
prolungamento dell’estate per goderci un paio di giorni
nel parco da cui si levano i
primi
dolci e morbidi bagliori dorati dei larici
prima che i forti geli notturni ed il vento procurino la
caduta a terra degli aghi. Dalla località Ponte Campo
iniziamo a salire lungo il percorso che ci porterà a
raggiungere l’Alpe Veglia. Attraversiamo il torrente
Cairasca, che con le sue
acque
tumultuose
forma bellissimi spruzzi che saltano sulle rocce, e
prendiamo a destra il sentiero che supera l’agriturismo
e attraversa i prati, delimitati da quel che resta delle
caratteristiche staccionate, e inerpicandosi raggiunge
la gippabile che sale al Veglia.
Il percorso si sviluppa ora in forte pendenza e,
risalendo i numerosi tornanti che si affacciano sulla
profonda gola in cui scorre il torrente, raggiungiamo il
crinale erboso su cui è stata edificata la
Cappella del Groppallo
m. 1723. Piccolo e semplice edificio religioso
realizzato nel XVI secolo per offrire conforto e riparo
ai viandanti affaticati sulla via dell'Alpe Veglia. La
costruzione è in pietra a secco e ben tenuta
all'interno. La carrabile ora spiana e prosegue in
falsopiano, costeggiando la stupenda e grandiosa forra
scavata dal torrente che scorre un centinaio di metri
più in basso. Mentre ci avviciniamo alla piana su cui
sorgono i vari nuclei che costituiscono il comprensorio
dell’alpe, già si intravedono le cime del Veglia che
fanno capolino fra gli alberi, alle nostre spalle il
gruppo del Cistella sembra che sorvegli il nostro
cammino, mentre la conca di Nembro si allontana sempre
più dalla nostra vista. La giornata limpida ci permette
di godere appieno del favoloso spettacolo che ad ogni
passo si presenta davanti ai nostri occhi e giungiamo
così alla “
porteja
” il muretto che delimita e rappresenta l’ingresso nel
territorio dell’Alpe Veglia. Raggiungiamo il
caratteristico ponte in pietra a cui fa da sfondo il
grandioso Monte Leone e non possiamo esimerci dallo
scattare la
caratteristica foto ricordo.
Superato il ponte ci troviamo al bivio da cui prendiamo
la deviazione sulla destra in direzione del Rifugio
Città di Arona che raggiungiamo dopo poco. Lasciamo il
rifugio e proseguiamo seguendo la strada che con un
ampio giro ad anello permette di visitare tutta la Piana
del Veglia, la prima località che incontriamo è Cornù
con l’Albergo
della Fonte
dove pernotteremo. L'Albergo gode di un'ampia vista
panoramica sulla piana dell'Alpe Veglia, ed è situato a
pochi minuti dalla
Sorgente
Acqua Ferruginosa,
da cui trae origine il suo nome. Veniamo accolti da
Petronella
che molto cordialmente ci assegna le camere in cui
passeremo la notte. Data l’ora di arrivo, facciamo in
tempo a pranzare e preso posto al tavolo, ci viene
servito un’ottimo pranzo che termina con un gradito
caffè. Il pomeriggio lo passiamo recandoci a
visitare
la piana
che
percorriamo in tutta la sua ampiezza transitando per le
località Isola, Ponte Aione e Cianciavero da cui in
pochi minuti raggiungiamo le suggestive
Marmitte
dei Giganti.
In allegra compagnia il tempo passa veloce e ci
ritroviamo a sera che è ora di cena. Terminato di cenare
ci intratteniamo ancora un pò
prima di coricarci e nel mentre si inganna il tempo con
una
partita a carte.
Dopo una notte di riposo, la mattina del 27 ci vede
svegli di buon ora e tutti pronti per una ricca
colazione, al termine della colazione, dopo una veloce
foto di gruppo,
la compagnia si divide:
io in considerazione del mio scarsissimo stato di forma,
decido di rimanere sulla piana e di aggirarmi nei
dintorni e Attilio molto gentilmente rimane con me per
farmi compagnia. Gli altri più allenati e baldanzosi
salgono nella zona delle Caldaie per visitare il
nuovo Bivacco Farello,
da poco installato in loco. Noi ci incamminiamo per
visitare
l’Alpeggio
de La Balma
che raggiungiamo seguendo il sentiero che parte prima di
attraversare il ponte nei pressi del Rifugio Città di
Arona e si fa largo correndo in un
sottobosco di mirtilli e rododendri.
Dopo una breve salita, raggiungiamo la sommità del dosso
da cui si ha una visione globale dello stupendo alpeggio
in cui spicca il
grosso
masso erratico
sormontato da una croce e su cui le guide alpine del
Gruppo Ossola hanno tracciato diverse vie di
arrampicata. Visitato in ogni suo
suggestivo
angolo
lo
splendido ed ordinato alpeggio, ritorniamo di nuovo
nella piana percorrendo in discesa la gippabile. Ci
portiamo a
Cianciavero
dove ci accomodiamo per consumare il nostro pasto e
godere del caldo sole ancora estivo che illumina tutta
la piana in
una giornata che non presenta una nuvola.
Nel frattempo gli amici hanno raggiunto il
bivacco dove sostano per un breve riposo ed il pranzo.
Terminata la nostra “ siesta ”, anticipiamo il rientro
rispetto agli amici e intraprendiamo la discesa.
Raggiunto nuovamente l’ingresso dell’alpe, ci
apprestiamo a ripercorrere a ritroso il cammino fatto in
salita e ci avviamo lungo la ripida strada che ci
riporta a Ponte Campo dove ci riuniamo di nuovo con gli
amici di ritorno dal Bivacco Farello e qui concludiamo
questa bellissima due giorni che ci ha permesso di
gustare in tutta la sua bellezza quel gioiello naturale
che è l’Alpe Veglia.
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