Val Vogna

                         Alpe Larecchio m. 1900

 
 Gita effettuata in data:13-Febbraio-2018                             

 Partenza da: S.Antonio m.1381
 Dislivello totale: m. 580
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia-Ghemme. Proseguire sulla SS 299 della Valsesia oltrepassando Varallo, Scopello e, poco prima di Alagna, si giunge a Riva Valdobbia. Da Riva Valdobbia si raggiunge la frazione Ca’ di Janzo, e superando i piccoli villaggi di Ca’ Piacentino, Ca’ Morca e Ca’ Verno si giunge in località S.Antonio.

 

Alcuni chilometri prima di arrivare ad Alagna, si entra nel comune di Riva Valdobbia, dalla Statale, voltando a sinistra entriamo in Val Vogna e saliamo sino a S. Antonio dove parcheggiamo nello spiazzo adiacente alla piccola chiesetta. La Val Vogna è una stretta e primitiva valle fluviale che si trova proprio in mezzo alle montagne della Val Sesia che partendo da Riva Valdobbia, si incunea fra le montagne ed è attraversata dalla “ Via Regia ″:  l’antica strada che per secoli ha rappresentato la via che portava gli emigranti attraverso il Colle Valdobbia nelle terre d’oltralpe per il lavoro stagionale. La valle è disseminata di splendidi borghi dalla caratteristica architettura Walser e da numerosi piccoli oratori che ricordano quanto fosse presente il pensiero religioso nella realtà passata di queste terre. Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio ci incamminiamo lungo la strada innevata ( oggi fattibile con ramponcini)che, in leggera salita, percorre la valle costeggiando il Torrente Vogna. Superiamo la croce ed il monumento posti a ricordo della Madonna di Fatima e giungiamo alla fontanella da cui sgorga una freschissima acqua di sorgente, superiamo e tralasciamo a destra il bivio da cui prende avvio il sentiero che sale al Rifugio Carestia e al Corno Bianco. Continuiamo ad entrare nella valle e proseguendo nel cammino superiamo diverse slavine cadute sul sentiero e perveniamo alla Cappella di San Nicolao in frazione Peccia m. 1529 , il primo nucleo colonizzato dai Walser provenienti da Verdobi in cui ancora resistono alcune caratteristiche baite. Oltre il piccolo insediamento, incontriamo la chiesetta di San Grato risalente al 1433 che, voltando le spalle alla valle, ha la facciata rivolta verso il Colle Valdobbia per accogliere i viandanti che in passato giungevano da lì. Oltrepassato l’oratorio valichiamo il torrente Solivo, passando sul ponte costruito dai soldati di Napoleone di passaggio nella valle nel 1800 e ricostruito in seguito. Saliamo a destra per entrare nel bosco ed iniziare a rimontare, in forte pendenza, il sentiero che ci porta a raggiungere la piccola radura su cui sorgono le due baite dellAlpe Montata e la cappelletta dedicata alla Madonna della Neve m. 1638 . Percorriamo in successione: un tratto in leggera pendenza, un’ampia radura, alcuni tornanti ed un breve ripido tratto, superato il quale ci ritroviamo alla Cappella della Madonna del Lancone m. 1739 . Proseguiamo sino a raggiungere il bivio che a sinistra, indica la direzione  da seguire per salire all’Alpe Larecchio . Seguiamo la sempre ben marcata traccia e, risalito il pendio cosparso dai larici che oramai hanno perso la loro abituale veste, raggiungiamo l’ampia conca in cui sono collocate le baite dell’Alpe Larecchio m. 1895 . L’alpe, dove in tempi andati era presente un meraviglioso lago glaciale oggi ridotto a minuscolo specchio d’acqua,è caratterizzato dalle strutture in legno con cui sono costruite le baite che rispettano la tradizione Walser .Nel periodo di monticazione, è sede della “ Azienda Agrituristica Alpe Larecchio ″  che gestisce l’omonimo agriturismo. Rimirato lo splendido scenario che ci fa da contorno, ci accomodiamo al sole e consumiamo il nostro abituale pasto da “ escursione ″. Terminato di pranzare, ci avventuriamo nel pianoro abbondantemente innevato e scattata la foto ricordo.  Il  freddo pungente inizia a far sentire i suoi effetti, per cui torniamo velocemente alla baita dove avevamo sostato e, riaffardelliamo i nostri zaini per iniziare a ripercorre il sentiero seguito in salita.  La discesa si rivela molto meno faticosa della salita ed in breve ci ritroviamo nuovamente al ponte napoleonico che ora ci appare inondato dal sole che contribuisce ancora di più ad aumentare la nostra allegria. A questo punto decidiamo di effettuare la sosta per scattare altre foto prima di ritornare alla chiesetta di S. Grato che ci accoglie come era solita fare con i viandanti, con tutta la sua benedicente presenza. Riprendiamo il cammino per far ritorno   a  S. Antonio dove riguadagniamo l’auto.