Come arrivarci:
Percorrere
la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la
Statale del Sempione, sino all’uscita di Piedimulera, da
dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si
percorre in tutta la sua lunghezza, raggiungendo la
frazione di Pecetto dove si parcheggia. In alternativa
si può parcheggiare nei pressi del centro sportivo.
Lasciata
l’auto ci incamminiamo lungo la strada asfaltata in
direzione del Centro Sportivo, superata un’ampia area di
parcheggio, sulla sinistra
prende avvio il sentiero
che si inerpica lungo la costa boscata. La
mulattiera
selciata,
una vera opera d'arte costruita a costo di chissà quali
fatiche dai vecchi montanari e dagli spalloni che
salivano al Passo del Moro,
si
presenta in ottimo stato di conservazione e nei punti di
maggior esposizione
robuste barriere
in legno
proteggono la risalita. Dopo una serie di tornanti,da
cui si gode un’ottima vista sul sottostante abitato di
Staffa e sull’imponente parete orientale del Monte Rosa,
raggiungiamo
il ripiano in
località Skarteboden m. 1.500
dove sorge la
colonia
estiva,
procediamo nel bosco sino a che, con una leggera
deviazione a sinistra, sbuchiamo nella
spianata dell’Alpe Bill.
Ritornati sul tracciato principale, raggiungiamo
l’arrivo del primo tronco della funivia che sale al
Monte Moro, che superiamo per continuare a risalire
lungo il tracciato della pista da sci. Percorso un breve
tratto incontriamo una zona recintata posta a protezione
del
mosaico in piode e cemento
realizzato
dall’architetto Guerrino Michilini che riproduce un
particolare della Creazione di Adamo, famoso
affresco
di Michelangelo
sulla volta della Cappella Sistina in Vaticano, un
pannello didattico in quattro lingue ne illustra la
particolarità. Lasciamo sulla destra la deviazione del
sentiero“ Mario Lanti ” che porta diretti all’Alpe
Meccia, e continuiamo a risalire la parte terminale
della pista da sci che scende dal Monte Moro fino a che
sulla destra un cartello indica la
direzione
da seguire
per raggiungere l’Alpe Sonobierg, la nostra meta
odierna. Seguiamo i segni di vernice che ci guidano nel
bellissimo bosco di larici che, illuminati dai raggi del
tiepido sole, stanno assumendo le
tonalità
autunnali
creando incantevoli effetti cromatici sino a che fra gli
ultimi larici
si
intravede l’Alpe Sonobierg
m.1875,
( montagna del sole ). Dall’alpe,
alcune
corde fisse
aiutano a
superare un breve tratto leggermente esposto che immette
in una
giavina
da percorrere con attenzione per poi rientrare nel bosco
di conifere che in breve ci porta a raggiungere quanto
rimane dell’Alpe
Meccia,
m. 1812, qui un
cippo commemorativo
ricorda un triste episodio della guerra partigiana
(
l’eccidio
dell’Alpe Meccia
).
Alcune costruzioni, oramai in avanzato stato di
abbandono riportanti la
data del
1808,
hanno ancora
i
tetti
ricoperti di scandole,
( le tegole in legno ricavate a spacco dai tronchi di
larice ). Dopo esserci aggirati fra le baite che
compongo l’alpe ci fermiamo in prossimità di una di
queste per consumare il nostro pranzo. Terminata la
pausa, scattata la solita
foto
ricordo,
riprendiamo il cammino e scendiamo lungo il sentiero
che, dal 2014
il CAI sezione di Macugnaga ha dedicato al senatore “
Luigi Spagnolli ”,
già presidente del Senato e Presidente Centrale del CAI,
frequentatore della Valle Anzasca e di Macugnaga negli
anni 70.
Superato il Tiestubach ( Rio Testa ), raggiungiamo il
bivio del
sentiero “ Mario Lanti ”
proveniente dall’Alpe Bill che avevamo tralasciato
durante la salita
e
attraverso un ombreggiato bosco di conifere,
raggiungiamo Staffa sbucando sulla via principale di
fronte al Residence Cima Jazzi e all’Albergo Macugnaga,
qui un cartello indica l’inizio ( nel nostro caso la
fine ) del sentiero che inizialmente scorre in un
vialetto fra due giardini e sul muretto di uno di questi
è posta
la
targa che ricorda la dedica del sentiero.
Ritornati
sulla via principale, svoltiamo a destra e risaliamo in
direzione di Pecetto transitando per la
chiesa
vecchia,
dedicata a Santa Maria, sempre affiancata dal suo
vecchio tiglio che, nonostante la vetusta età, presenta
ancora una folta chioma di foglie ancora verdi. Entriamo
nel piccolo cimitero che attornia la chiesa per rendere
omaggio a tutti i
numerosi
alpinisti deceduti
durante le ascensioni sul monte Rosa per poi
raggiungere di nuovo l’inizio del sentiero
da cui
siamo saliti al mattino e, ritornati al centro sportivo,
dopo un ulteriore breve tratto sulla strada asfaltata
ritorniamo al parcheggio dove avevamo lascito l’auto.
Piacevole
e facile escursione ad anello, che permette di visitare
alpeggi di media quota da cui si gode un magnifico
panorama sul Monte Rosa e sulla testata della valle
Anzasca.
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