Val Sesia

Vallone di Otro ( Im Olter Tol )

 
 Gita effettuata in data : 15-Febbraio-2017                                                    

 Partenza da: Alagna m.1191
 Dislivello totale m : 535
 Difficoltà : E
 Durata itinerario h:4,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Da qui si prosegue lungo la Statale 229 della Valsesia seguendo per Varallo si raggiunge Alagna Valsesia dove si parcheggia lungo la circonvallazione.

Viste le precipitazioni nevose dell’ultimo fine settimana, niente di meglio che ritornare a visitare la Valle di Otro dove la storia, la natura e le case sono testimonianze reali della colonizzazione Walser, che, in un suggestivo scenario montano (a nostro parere uno dei più belli di tutta la Valsesia), è caratterizzato dal suo impianto architettonico e urbanistico. Lasciata l’auto nel parcheggio lungo la circonvallazione, ci portiamo sulla principale via dei Walser e svoltando a destra si raggiunge la frazione Pedelegno e il teatro Unione Alagnese da cui, salita la scaletta che parte dal portico del teatro, si prosegue sul sentiero lastricato che porta in frazione Riale Superiore (Oubre Grobe). da cui si arriva al congiungimento con la carrozzabile che sale dalla frazione Resiga. Attraversata la strada ha inizio la Olterstiga, ovvero la salita d'Otro. E’ il cammino che gli abitanti di Alagna facevano quando, il giorno dopo San Giuseppe, lasciavano le loro abitazioni in paese e si trasferivano negli alpeggi a quote più elevate per restarvi fino a Natale. Il sentiero sale nel bosco di conifere, oltrepassato il casolare di Stiga raggiunge e supera la cappelletta ( detta di Abramo ) e continuando in costante ascesa, dopo numerosi zig zag, perviene al pianoro su cui sorge il Villaggio di Follu m 1664. Anche se siamo già saliti innumerevoli volte, l’arrivo a Follu è sempre una “sorpresa”, quando il bosco si apre il paesaggio che si rivela e si dispiega davanti a noi quasi all’improvviso, provoca ammirazione per il luogo che, presentandosi in tutta la sua suggestiva bellezza, trasuda storia e cultura in ogni suo angolo . All’ingresso del villaggio ci accoglie la bellissima chiesetta con la facciata affrescata edificata nel 1659 e dedicata alla Madonna della Neve. Poco oltre si trova il Ristoro Alpino “ zar Senni ”, ricavato restaurando e riadattando un’antica casa walser dove un tempo aveva sede la latteria del consorzio d’Otro. Aperto nel 1991, a ricordo della sua precedente funzione, ha preso il nome “zar Senni” che nell’antico dialetto tedesco significa “alla latteria”. Ai margini del villaggio, sono ancora visibili i muri a secco che sostenevano i campetti in cui venivano coltivati canapa, patate, segale e orzo. Di fronte a noi, incorniciato da un frastagliato ventaglio di monti, fra cui emerge l’imponente mole del Corno Bianco, si apre l’incantevole altopiano di Otro. L’ampio pianoro ricoperto da una candida coltre di neve, è costellato dalle tipiche architetture delle case Walser che tutte orientate verso il sole, si stringono l’una all’altra proteggendosi a vicenda. Follu è la prima delle sei piccole frazioni sparse sull’altopiano di Otro, da qui si dipartono i sentieri che collegano i villaggi di Felleretsch, Ciucche, Dorf, Scarpia e Weng. Dalla chiesetta, procediamo per raggiungere Dorf m. 1640 e Scarpia m 1726 da dove si può proseguire in direzione di Pianmisura Piccola m1728 e Pianmisura Grande m 1854. Mentre Peppo, Maurizio e Fabrizio salgono a visitare i due alpeggi più in alto, noi ci fermiamo a Scarpia dove, all’esterno di una bellissima baita, crogiolandoci al caldo sole sostiamo per il pranzo. Rifocillati a dovere, scattiamo la foto a ricordo della giornata e prima di ritornare sui nostri passi ci aggiriamo per le case del borgo ammirando le pregevoli lavorazioni fatte con il legno e trovando anche la voglia di ingaggiare una battaglia a palle di neve. Ciaspolando nella neve che oramai, data l’elevata temperatura si è notevolmente allentata, riguadagniamo il Villaggio di Follu ancora illuminato dal sole che dopo il 14 Febbraio splende sull’altopiano dalle sei del mattino per dodici ore ininterrotte. Il tempo passa molto in fretta e molto a malincuore abbandoniamo questo piccolo angolo di paradiso per intraprendere la discesa e, soddisfatti per aver fatto una ciaspolata in un luogo che non delude mai e che ancora una volta ci ha offerto forti emozioni, torniamo ad Alagna ripercorrendo lo stesso itinerario seguito all’andata.