Come arrivarci:
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di
Romagnano Sesia /Ghemme. Da qui si prosegue lungo la
Statale 229 della Valsesia seguendo per Varallo si
raggiunge Alagna Valsesia dove si parcheggia lungo la
circonvallazione.
Viste le precipitazioni nevose dell’ultimo fine
settimana, niente di meglio che ritornare a visitare la
Valle di Otro dove la storia, la natura e le case sono
testimonianze reali della colonizzazione Walser, che, in
un suggestivo scenario montano (a nostro parere uno dei
più belli di tutta la Valsesia), è caratterizzato dal
suo impianto architettonico e urbanistico. Lasciata
l’auto nel
parcheggio lungo la circonvallazione,
ci portiamo sulla principale via dei Walser e svoltando
a destra si raggiunge la frazione Pedelegno e il
teatro Unione Alagnese
da cui, salita la scaletta che parte dal portico del
teatro, si prosegue sul
sentiero lastricato
che porta in frazione Riale Superiore (Oubre Grobe). da
cui si arriva al congiungimento con la carrozzabile che
sale dalla frazione Resiga. Attraversata la strada ha
inizio la
Olterstiga,
ovvero la salita d'Otro. E’ il cammino che gli abitanti
di Alagna facevano quando, il giorno dopo San Giuseppe,
lasciavano le loro abitazioni in paese e si trasferivano
negli alpeggi a quote più elevate per restarvi fino a
Natale. Il sentiero sale nel bosco di conifere,
oltrepassato il
casolare di Stiga
raggiunge e supera la
cappelletta ( detta di Abramo ) e
continuando in costante ascesa, dopo numerosi zig zag,
perviene al pianoro su cui sorge il Villaggio di Follu m
1664. Anche se siamo già saliti innumerevoli volte,
l’arrivo a Follu
è sempre una
“sorpresa”,
quando il bosco si apre il paesaggio che si rivela e si
dispiega davanti a noi quasi all’improvviso, provoca
ammirazione per il luogo che, presentandosi in tutta la
sua suggestiva bellezza, trasuda storia e cultura in
ogni suo angolo . All’ingresso del villaggio ci accoglie
la bellissima chiesetta con
la facciata affrescata
edificata nel 1659 e dedicata alla Madonna della Neve.
Poco oltre si trova il
Ristoro Alpino “ zar Senni ”,
ricavato restaurando e riadattando un’antica casa walser
dove un tempo aveva sede la latteria del consorzio d’Otro.
Aperto nel 1991, a ricordo della sua precedente
funzione, ha preso il nome “zar Senni” che nell’antico
dialetto tedesco significa “alla latteria”. Ai margini
del villaggio, sono ancora visibili i muri a secco che
sostenevano i campetti in cui venivano coltivati canapa,
patate, segale e orzo. Di fronte a noi, incorniciato da
un frastagliato ventaglio di monti, fra cui emerge
l’imponente mole del Corno Bianco, si apre
l’incantevole altopiano di Otro.
L’ampio pianoro ricoperto da una candida coltre di neve,
è costellato dalle tipiche architetture delle case
Walser che tutte orientate verso il sole, si stringono
l’una all’altra proteggendosi a vicenda. Follu è la
prima delle sei piccole frazioni sparse sull’altopiano
di Otro, da qui si dipartono i sentieri che collegano i
villaggi di Felleretsch, Ciucche, Dorf, Scarpia e Weng.
Dalla chiesetta, procediamo per raggiungere
Dorf
m. 1640 e
Scarpia
m 1726 da dove si può proseguire in direzione di
Pianmisura Piccola m1728 e Pianmisura Grande m 1854.
Mentre
Peppo, Maurizio e Fabrizio
salgono a visitare i due alpeggi più in alto, noi ci
fermiamo a Scarpia dove, all’esterno di una bellissima
baita, crogiolandoci al caldo sole sostiamo per il
pranzo. Rifocillati a dovere, scattiamo la
foto a ricordo della giornata
e prima di ritornare sui nostri passi ci aggiriamo per
le case del borgo ammirando le pregevoli lavorazioni
fatte con il legno e trovando anche la voglia di
ingaggiare una
battaglia a palle di neve.
Ciaspolando nella neve che oramai, data l’elevata
temperatura si è notevolmente allentata, riguadagniamo
il Villaggio di Follu ancora illuminato dal sole che
dopo il 14 Febbraio splende sull’altopiano dalle sei del
mattino per dodici ore ininterrotte. Il tempo passa
molto in fretta e molto a malincuore abbandoniamo questo
piccolo angolo di paradiso per intraprendere la discesa
e, soddisfatti per aver fatto una ciaspolata in un luogo
che non delude mai e che ancora una volta ci ha offerto
forti emozioni, torniamo ad Alagna ripercorrendo lo
stesso itinerario seguito all’andata.
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