Come arrivarci:
Risalendo
la SS 299 della Valsesia, arrivando a Varallo, si
seguono le indicazioni per Civiasco. Giunti all’ingresso
di Civiasco, si sale a sinistra in
direzione di Pian della Valle
e percorsi circa 200 metri, si lascia l’auto
nell’ampio parcheggio.
Percorrendo
la SS299, quando si arriva nei pressi di Doccio e si
imbocca il ponte sul Sesia, il Monte Quarone si para
davanti all’improvviso ed è riconoscibile per le
numerose grosse antenne che ne popolano la cima. Ad
eccezione della fitta selva di antenne non vi è
null’altro, se non che raggiungere la sua sommità è
molto gratificante per i panorami a 360° che offre:
dalla bassa valle con Doccio, Quarona, il Monte Res, il
fiume Sesia su fino al sempre presente
Monte Rosa.
Con questi presupposti ci incamminiamo per raggiungere
la cima. Lasciata l'auto nel comodo parcheggio si
ritorna verso Civiasco e si imbocca, a sinistra, la
Via del Nord
che sale tra le strette viuzze dei cantoni Po e Peracino
per portarsi nei pressi di una
fontana
da cui prendono avvio i percorsi contrassegnati con la
numerazione 636 per Morondo e 637 per il Monte Quarone.
Raggiunto il punto di partenza, lasciamo a sinistra il
636 per dirigere a destra e si inizia a salire nel bosco
incontrando L'Alpe
Castagnei e
succesivamente si sbuca sulla strada forestale in
prossimità dell'Alpe
Pianavenc
m. 850. Volgendo a destra, si supera
la sbarra
e si risale lungo la pista sterrata, ricoperta dalla
neve, che dopo un tornante supera supera L'Alpe
Pra Pian
m.907 e continua con moderata pendenza per un lungo
tratto. Quindi si continua seguendo il sentiero che
risale un costone per raggiungere un dosso dove sorge un
alto traliccio per l'elettricità e si superano i ruderi
dell'Alpe
Sughetti m. 1138, da cui si prosegue poi quasi in
linea di massima pendenza pervenendo alla
cima del Monte Quarone m. 1221. In effetti le nostre
aspettative non vengono deluse e la vista spazia a 360°
offrendoci una
panoramica
su tutta la valle
e sulle
montagne circostanti .Terminata l'osservazione e
scattata la
foto di gruppo,
iniziamo a scendere seguendo il sentiero che aggira il
costone e poco sotto l'Alpe Sughetti, volgiamo a destra.
Seguendo i segni bianco rossi ci inoltriamo in un
luminoso bosco di faggi che
discendiamo con attenzione,
essendo il terreno ricoperto della neve alquanto
scivoloso, e andiamo ad intersecare il sentiero 633 che
scende in direzione Morondo. Seguendo tutte le pieghe
della montagna, si raggiungono i
ruderi dell'Alpe Prasalè m. 867 da cui si prosegue
seguendo le indicazioni del segnavie 636 sino a
pervenire presso i ruderi dell'Alpe
Pian d'Armina. Si supera il Rio Sughetti, in cui il
gelo si è adoperato per costruire
effimere sculture, e continuando a scendere nel
bosco,si perviene nuovamente su di una sterrata che,
tralasciando le indicazioni per Civiasco, si segue sino
ad arrivare alla
Sella Falconera o Scarpia m. 849 dove oltre ad una
attrezzata area pic nic, è collocata una vasca
antincendio. Continuando a seguire la pista tagliafuoco
si ritorna a
Pianavenc da cui, piegando a destra, si continua
lungo il sentiero 636 raggiungendo dapprima
Miè e succesivamnte Perracini, da qui ci si immette
nuovamente sul sentiero 637 e ripercorrendo le strette
stradinepercorse al mattino, si ritorna al punto di
partenza.
Anche oggi una stupenda gita ad una quota modesta ma si
gode di un panorama a dir poco fantastico.
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