Come arrivare:
Percorrere
la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33
del Sempione sino all’uscita di Montecrestese. Di qui si
prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza,
superati Crodo e Baceno, si raggiunge Valdo dove si
parcheggia nei pressi della seggiovia.
In
questo inverno, per ora avaro di precipitazioni nevose
alle nostre latitudini, per calpestare la neve bisogna
andare a cercarla e per esseri sicuri di trovarla niente
di meglio che recarci in Val Formazza al Lago Vannino
dove sorge il
Rifugio Margaroli,
classica destinazione molto frequentata da sci-alpinisti
e ciaspolatori. L’escursione è oramai diventata una
classica invernale già effettuata più volte e già
ampiamente descritta in occasione delle precedenti
salite per cui ci scusiamo anticipatamente per le
ripetizioni. La gita di oggi è pensata per ottenere il
massimo del divertimento con il minimo sforzo, per cui
raggiungiamo Valdo dove avvalendoci della
seggiovia,
comodamente seduti e senza affaticarci, raggiungiamo la
stazione di arrivo del Sagersboden m. 1772. Lasciamo la
stazione terminale della funivia e, messe ai piedi le ciaspole, imbocchiamo la valle del Vannino, la giornata
è tiepida e iniziamo a risalire lungo la pista sempre
evidente e molto ben battuta. Seguendo la strada che si
inerpica, proseguiamo nel nostro cammino e
inserendoci
in
una gola,
procediamo accanto al torrente sino a raggiungere il
lungo e pianeggiante corridoio al di sotto dell’Alpe
alla Balma e della stazione intermedia della teleferica.
Il paesaggio che ci circonda è veramente suggestivo e
sullo sfondo
domina la regina di questa regione: la Punta d’Arbola (Ofenhorn).
Continuando lungo la pista si incontra sulla destra il
“Rocciodromo”,
parete rocciosa attrezzata con numerose vie
d’arrampicata, e poco oltre la
deviazione per il Rifugio Miryam,
nascosto però alla vista di chi transita in questo punto
e raggiungibile in 10 minuti, successivamente si
raggiunge la “
dighetta
˝. Continuiamo a seguire la ben marcata traccia che sale
dolcemente in uno scenario inedito e suggestivo, mentre
le cime circostanti incorniciano un panorama dominato da
un cielo cristallino che accentua il fascino delle scure
pareti rocciose del Corno di Nefelgiù e della
onnipresente Punta d’Arbola, superiamo il breve strappo
che immette nel lungo tratto in falsopiano che conduce
alla testata del vallone del Vannino
ai piedi del dosso tra
l’Alpe Vannino
e la diga del lago omonimo su cui sorgono il rifugio
Margaroli e gli edifici di servizio della diga.
Raggiunto il rifugio la vista si apre
sull’invaso, completamente ghiacciato,
e sull’ampia conca compresa fra il Monte Giove e il
Monte Minoia. Dopo aver rimirato il fantastico panorama
che si perde a vista d’occhio, togliamo le ciaspole ed
entriamo nell’accogliente rifugio Margaroli m. 2196 dove
veniamo cordialmente accolti da
Tiziano
che ci da indicazioni in merito alle golosità proposte
dal menù del giorno.
Confortevolmente seduti e al caldo, mentre assaporiamo
un ottimo pranzo a base dei
succulenti piatti
preparati con la maestria di uno chef da Barbara e
serviti con cura da Tiziano, ci godiamo lo splendido
scenario che si osserva dalle ampie
finestre del rifugio e approfittiamo della disponibilità
del gestore, che gentilmente ci scatta la
foto di gruppo.
Come si usa dire “ a tavola non si invecchia ‟ e,
per certi versi, come confermato da numerose ricerche,
pare sia proprio vero che stare in compagnia seduti
intorno ad un tavolo faccia bene alla salute,
ma purtroppo la via del ritorno è lunga ed essendo il
percorso di sviluppo molto esteso rispetto al
dislivello,
il tempo che impiegheremo in discesa sarà poco meno di
quello impiegato in salita, per cui se vogliamo
usufruire della seggiovia ( ultima corsa alle ore 16,20
) bisogna che ci rimettiamo in movimento. Nostro
malgrado, salutiamo e ringraziamo
Barbara e Tiziano,
i cortesi gestori e ci “ inciaspoliamo ‟ sulla via del
ritorno ripercorrendo il percorso fatto all’andata per
poi raggiungere la stazione della seggiovia prima che
sia troppo tardi. Sulla via del ritorno si ciaspola e si
ciacola e piacevolmente ritorniamo a commentare la
bellissima sosta effettuata al
rifugio
gestito con professionalità e passione da Barbara e
Tiziano, due splendide persone che fanno di tutto per
mettere
l'escursionista a proprio agio e
farlo sentire come a casa. La cortesia di Tiziano, la
bravura di Barbara ai fornelli e il maestoso ambiente ci
hanno permesso di trascorrere una giornata speciale che
conserveremo tra i nostri ricordi più cari.
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