Val Formazza

               Rifugio Margaroli m.2194

 
 Gita effettuata in data:22-Febbraio-2017                                                    

 Partenza da: Sagersboden m. 1810
 Dislivello totale: m.503
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza, superati Crodo e Baceno, si raggiunge Valdo dove si parcheggia nei pressi della seggiovia.
 

In questo inverno, per ora avaro di precipitazioni nevose alle nostre latitudini, per calpestare la neve bisogna andare a cercarla e per esseri sicuri di trovarla niente di meglio che recarci in Val Formazza al Lago Vannino dove sorge il Rifugio Margaroli, classica destinazione molto frequentata da sci-alpinisti e ciaspolatori. L’escursione è oramai diventata una classica invernale già effettuata più volte e già ampiamente descritta in occasione delle precedenti salite per cui ci scusiamo anticipatamente per le ripetizioni. La gita di oggi è pensata per ottenere il massimo del divertimento con il minimo sforzo, per cui raggiungiamo Valdo dove avvalendoci della seggiovia, comodamente seduti e senza affaticarci, raggiungiamo la stazione di arrivo del Sagersboden m. 1772. Lasciamo la stazione terminale della funivia e, messe ai piedi le ciaspole, imbocchiamo la valle del Vannino, la giornata è tiepida e iniziamo a risalire lungo la pista sempre evidente e molto ben battuta. Seguendo la strada che si inerpica, proseguiamo nel nostro cammino e inserendoci in una gola, procediamo accanto al torrente sino a raggiungere il lungo e pianeggiante corridoio al di sotto dell’Alpe alla Balma e della stazione intermedia della teleferica. Il paesaggio che ci circonda è veramente suggestivo e sullo sfondo domina la regina di questa regione: la Punta d’Arbola (Ofenhorn). Continuando lungo la pista si incontra sulla destra il Rocciodromo, parete rocciosa attrezzata con numerose vie d’arrampicata, e poco oltre la deviazione per il Rifugio Miryam, nascosto però alla vista di chi transita in questo punto e raggiungibile in 10 minuti, successivamente si raggiunge la “ dighetta ˝. Continuiamo a seguire la ben marcata traccia che sale dolcemente in uno scenario inedito e suggestivo, mentre le cime circostanti incorniciano un panorama dominato da un cielo cristallino che accentua il fascino delle scure pareti rocciose del Corno di Nefelgiù e della onnipresente Punta d’Arbola, superiamo il breve strappo che immette nel lungo tratto in falsopiano che conduce alla testata del vallone del Vannino ai piedi del dosso tra l’Alpe Vannino e la diga del lago omonimo su cui sorgono il rifugio Margaroli e gli edifici di servizio della diga. Raggiunto il rifugio la vista si apre sull’invaso, completamente ghiacciato, e sull’ampia conca compresa fra il Monte Giove e il Monte Minoia. Dopo aver rimirato il fantastico panorama che si perde a vista d’occhio, togliamo le ciaspole ed entriamo nell’accogliente rifugio Margaroli m. 2196 dove veniamo cordialmente accolti da Tiziano che ci da indicazioni in merito alle golosità proposte dal menù del giorno. Confortevolmente seduti e al caldo, mentre assaporiamo un ottimo pranzo a base dei succulenti piatti preparati con la maestria di uno chef da Barbara e serviti con cura da Tiziano, ci godiamo lo splendido scenario che si osserva dalle ampie finestre del rifugio e approfittiamo della disponibilità del gestore, che gentilmente ci scatta la foto di gruppo. Come si usa dire “ a tavola non si invecchia ‟ e, per certi versi, come confermato da numerose ricerche, pare sia proprio vero che stare in compagnia seduti intorno ad un tavolo faccia bene alla salute, ma purtroppo la via del ritorno è lunga ed essendo il percorso di sviluppo molto esteso rispetto al dislivello, il tempo che impiegheremo in discesa sarà poco meno di quello impiegato in salita, per cui se vogliamo usufruire della seggiovia ( ultima corsa alle ore 16,20 ) bisogna che ci rimettiamo in movimento. Nostro malgrado, salutiamo e ringraziamo Barbara e Tiziano, i cortesi gestori e ci “ inciaspoliamo ‟ sulla via del ritorno ripercorrendo il percorso fatto all’andata per poi raggiungere la stazione della seggiovia prima che sia troppo tardi. Sulla via del ritorno si ciaspola e si ciacola e piacevolmente ritorniamo a commentare la bellissima sosta effettuata al rifugio gestito con professionalità e passione da Barbara e Tiziano, due splendide persone che fanno di tutto per mettere l'escursionista a proprio agio e farlo sentire come a casa. La cortesia di Tiziano, la bravura di Barbara ai fornelli e il maestoso ambiente ci hanno permesso di trascorrere una giornata speciale che conserveremo tra i nostri ricordi più cari.