Valle Devero

Anello di Croveo: percorso fra storia e credenze popolari.

 
 Gita effettuata in data : 28-Maggio-2017                                                    

 Partenza da:Baceno m.655
 Dislivello totale m : 250
 Difficoltà : E
 Durata itinerario h:4,30

Come arrivarci: percorrere la superstrada del Sempione uscendo allo svincolo Crodo/ Valle Antigorio proseguire su SS 659 per 12,5 Km e superato il nuovo ponte di Silogno sul Rio Devero si entrare in paese, appena superarto il cartello Baceno, svoltare a sx e parcheggiare nella piazza Aldo Moro.

Oggi partecipiamo alla 6^ escursione del Gruppo Escursionisti Valgrande che ha in programma un giro ad anello nella zona di Croveo con relativa visita alle famose “ caldaie ”. Parcheggiate le auto, ci dirigiamo verso l’area del campo sportivo e superiamo il ponte in ferro che consente di attraversare il Torrente Devero, seguiamo a destra una pista sterrata che attraversa dei prati per avvicinarsi alle prime baite da cui risaliamo un breve tratto di sentiero a gradini che porta allOratorio della Madonna della Neve ad Uresso. Da qui si continua dapprima in salita poi in piano fino a raggiungere un altro ponte di ferro sul Torrente Devero. Si attraversa e, in leggera salita, si raggiunge l’antico borgo walser di Cuggine, abbandonato al suo destino da più di cinquant’anni. Il villaggio rurale, costruito in un’epoca compresa tra il 13° e il 17° secolo, formato da una decina di case di pietra, era autosufficiente, e sembra essere stato soprattutto un luogo di servizio e di passaggio per i transiti mercantili fin dal x secolo. Lasciando l’abitato, ci inoltriamo ancora nella valle, quindi deviando a destra si risale il ripido sentiero a gradini che raggiunge la strada provinciale Baceno-Goglio in corrispondenza della “Cappella Grande”. Si segue quindi la strada asfaltata e al bivio segnalato per il Ponte della Baulina si prende a sinistra per andare ad ammirare il suggestivo ponte ad arco realizzato in pietra e le impressionanti marmitte dei giganti. Seguendo una esile traccia di sentiero sulla destra, raggiungiamo la sommità della bastionata che sovrasta l’abitato di Croveo e passando ai margini del cimitero, scendiamo a raggiungere la piazza centrale del paese. Qui troviamo ad attenderci Veronica e Sediovuole che si sono gentilmente offerti di farci da accompagnatori nella visita alla caratteristica borgata. Visitiamo la parrocchiale, edificata nel 1621 e dedicata alla Natività di Maria Vergine, una chiesa dal disegno molto semplice, con una bella porta in legno intarsiato datata 1650. Sul sagrato della chiesa è posto il monumento a Don Amedeo Ruscetta, prete viperaio di Croveo (in quel punto teneva lezioni di cattura dei rettili che venivano poi inviati ad istituti sieroterapici per l'estrazione del veleno). Lasciata la chiesa ci dividiamo in due gruppi: il primo accompagnato dal Sig. Proletti, ( uno dei ragazzi a cui Don Ruscetta ha insegnato a maneggiare con sicurezza le vipere ) si reca a visitare “ la casa del Cappellano ”, la robusta costruzione risalente al 1607 che dopo un accurato restauro è diventata la sede di un museo dedicato all’arte sacra e alla civiltà contadina, intitolato a Don Amedeo Ruscetta, il prete viperaio. L’area museale copre tre piani, al primo piano viene rappresentata la civiltà contadina. Il secondo piano è dedicato all’arte sacra ed ospita una raccolta di paramenti sacri, alcuni dei quali risalenti al Seicento. L’ultimo piano è dedicato al ricordo di Don Ruscetta, grande conoscitore e amante della natura. Il secondo gruppo accompagnato dalla simpaticissima e cordiale Veronica, visita il caseggiato in cui è custodito il vecchio torchio a leva di tipo “piemontese”. L’edificio in pietra si presenta, completamente addossato ad un grande masso di frana che costituisce una delle pareti del fabbricato. La nostra accompagnatrice ci illustra, con dovizia di particolari e competenza, le caratteristiche del torchio, e la funzione oltre che del torchio anche della macina presente all’interno dell’edificio. Il torchio infatti serviva a pressare ciò che in precedenza era stato macinato: pere, mele, canapa in autunno, noci in inverno (dalle quali si ricavava l’olio). In particolare era utilizzato per la pressatura delle pere “ i pir ″, una varietà con frutti a polpa dura, poco gradevoli al palato se mangiati crudi. Queste piccole pere tondeggianti venivano raccolte in avanzata stagione autunnale, frantumate (anche miste a mele) e torchiate per oltre un giorno. Il succo, lasciato fermentare, dava un vinello dolce a bassa gradazione. Ringraziato il sig. Proletti per la sua disponibilità e per la dovizia di particolari che ci ha raccontato durante la visita, in compagnia di Veronica ci incamminiamo lungo lo sterrato che, staccandosi dalla strada principale, si dirama sulla destra inoltrandosi nei lussureggianti prati che circondano il nucleo di Ecchio per poi ritornare sulla strada asfaltata in corrispondenza del ponte di Osso ( m. 816 ) che attraversiamo e, scendendo a sinistra raggiungiamo il villaggio turistico “ il Treno dei Bimbi ”, il vasto parco formato da ben 28 carrozze ferroviarie dismesse ed adattate per far fronte alle varie necessità di una struttura ricettiva. Qui sostiamo per il pranzo al termine del quale, scattata la tradizionale foto di gruppo, attraversiamo la struttura ed iniziamo a scendere lungo il “ Sentiero Storico-Via dell’Arbola ” in direzione delle Caldaie di Croveo, il sentiero scorre delimitato a tratti da muretti in sassi e, superata una cappelletta sfiora i resti di antichi mulini e giunge al ponte ad arco delle “ Marmitte del diavolo, formatesi con l’erosione di acqua e ghiacciai ma che la leggenda attribuisce al lancio di sassi da parte del demonio: un luogo spettacolare, recentemente valorizzato e reso ancora più accessibile in seguito all’installazione di scale a norma e adeguate barriere di protezione che consentono di spingersi fino ad un terrazzo da cui si gode una vista incomparabile sul vertiginoso baratro in cui precipita la cascata. Da questo privilegiato punto di osservazione, possiamo ammirare lo spettacolo costituito da due massi giganteschi disposti a capanna, dalla quale escono con impeto le acque del torrente per poi gettarsi in un profondo pozzo e le interessanti forme, create dai fenomeni erosivi, mirabilmente lisciate dall’acqua che precipita nel vuoto. Al termine della interessante osservazione, continuiamo a seguire sulla destra il sentiero che dalla cappella, ben pulito e protetto da rigide barriere di protezione, raggiunge il bivio per il Ponte della Baulina e prosegue transitando dalla baita di Fogliecco e, oltrepassata una grossa cappella, si trasforma in mulattiera che inizia a scendere rapidamente fino ad arrivare al lavatoio di Graglia dove termina sulla strada asfaltata. Ci dirigiamo verso l’Oratorio di Graglia, edificato nel XVII secolo e dedicato a San Carlo Borromeo, poco prima di raggiungerlo, si prende la mulattiera sulla destra che scende fino a raggiungere l’inizio della strada asfaltata per Graglia. Si attraversa la strada per Uresso e si prende la bella mulattiera che con un tornante scende fino al ponte del campo sportivo di Baceno e da qui si risale alla piazzetta centrale del paese dove abbiamo parcheggiato. Prendendo come riferimento l’edificio dei Vigili del Fuoco ci avviamo verso la Chiesa Monumentale di Baceno, dedicata a San Gaudenzio, Monumento Nazionale e una delle Chiese più belle delle Alpi Occidentali, sulla cui facciata campeggia il gigantesco affresco del 1542 raffigurante l’immagine di San Cristoforo che porta il Cristo Bambino. Visitato l’interno e l’esterno dell’edificio ritorniamo all’auto dove concludiamo questa interessante escursione ad anello che ha lasciato tutti soddisfatti. Un particolare ringraziamento ai nostri cortesi accompagnatori per il tempo che ci hanno dedicato e per le interessantissime notizie con cui ci hanno illustrato quanto visitato.
 

Itinerario tranquillo e non molto impegnativo che porta a camminare sui sentieri della storia: la zona di Baceno e Croveo è storicamente e tristemente famosa per i numerosi casi di uccisione per stregoneria: ben 55 persone furono condotte al rogo.