Bassa Ossola

Cosa e Cosasca

 
 Gita effettuata in data : 30-Novembre-2017                                                    

 Partenza da: Cosa m. 250
 Dislivello totale m :539
 Difficoltà : E
 Durata itinerario h: 3,00

Come arrivarci: A26 fino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Villadossola, usciti dalla statale si seguono le indicazioni per Beura-Cardezza e si prosegue sulla statale fino a raggiungere la chiesa di Cosa.

 

L’autunno è il periodo ideale per camminare lungo i sentieri di bassa/media montagna, si impara a guardare con più attenzione ad altre forme di frequentazione della montagna e si diventa spettatori della grande fatica fatta dai contadini che hanno popolato questi ambienti, sentendoci legati a chi li ha usati e prima ancora costruiti nei tempi passati. Con questo proposito riserviamo le nostre attenzioni alla visita di quei luoghi di cui quasi non se ne conosce nemmeno l’esistenza, e ci rechiamo a visitare due frazioni di Trontano, una bassa Cosa e una alta Cosasca; le due frazioni compongono un paese che cela una storia in cui fede e vita agricola s’intrecciano indissolubilmente. Lasciata l’auto negli appositi spazi antistanti la scuola materna, ci incamminiamo verso la chiesa e prendiamo a sinistra il sentiero che entra nel bosco ed in breve raggiunge il ponte che supera la parte terminale del Rio Robana. Da questo punto si iniziare a risalire il suggestivo sentiero, caratterizzato dai gradini intagliati nella roccia, che porta a raggiungere la “ cappella dla scarpia ”. Alla cappella si lascia il sentiero che sale sulla destra, diretto alla Chiesa di San Lorenzo, per prendere quello che, superate in sequenza due baite, raggiunge la località Cà Burtulìna. Qui nei pressi di una baita ristrutturata notiamo una piantagione di olivi che, grazie al clima mite della zona, godono di ottima salute. La vista sul Piano Ossolano è a dir poco stupefacente. Superato il nucleo di baite, la cui maggior parte è in notevole stato di degrado, procediamo nel cammino ed in breve raggiungiamo Cosasca e quindi i ruderi della chiesa del nucleo principale di Cosasca Monte, in origine dedicata a San Defendente. Attraversato un gruppo di baite ristrutturate si raggiunge il Santuario della Madonna di Crosc risalente al 1648 e, trasformato nell’attuale Oratorio nel 1913. L’Oratorio dedicato alla Madonna del Rosario m.568; è detto anche delle Grucce, per le grazie ricevute a intercessione della Vergine Maria dagli infermi e dagli storpi che vi lasciavano le stampelle, quale segno di riconoscenza quando se ne tornavano “guariti”. Dall’Oratorio seguendo i segni di vernice gialla, posti ad indicare il percorso di una corsa in montagna, risaliamo il costone della montagna e superati i ruderi di alcun baite, ci ritroviamo nel curato e ben tenuto avvallamento dove, solitaria sorge la baita di La Varda m.775, molto ben inserita nel severo ambiente circostante. Gironzolando per l’alpe saliamo al sovrastante motto dal quale si ha una spettacolare panoramica su Domodossola e sulle montagne che le fanno da corona. Ritornati alla baita, iniziamo la discesa e continuando a seguire le frecce gialle, rientriamo nel bosco e districandoci fra le numerose foglie al suolo che ricoprono il terreno raggiungiamo la bella cappella che anticipa l’arrivo al bell’alpeggio di Selva. Qui sostiamo sul soleggiato pianoro e consumiamo il nostro pranzo che si conclude con un ottimo caffè preparato ed offerto da Luciano. Terminata la sosta riprendiamo il cammino e lasciamo la soleggiata località per incamminarci lungo la bella mulattiera che ci riporta a raggiungere di nuovo Cosasca Monte, da cui procediamo seguendo le indicazioni per la Chiesa di San Lorenzo. Percorso un altro bel tratto di mulattiera, ancora molto ben conservata, superato il ponte in ferro sul Rio Robana, perveniamo alla radura su cui sorge la Chiesa di San Lorenzo al Pozzo. La chiesa, posta in posizione sopraelevata rispetto all’attuale collocazione del paese di Cosa, era meta degli antichi percorsi rogazionali che venivano effettuati in primavera per propiziare il raccolto e l’incolumità delle persone. Nella parrocchia di San Lorenzo al Pozzo si ricordano le rogazioni minori che si tenevano nei tre giorni precedenti l'Ascensione. Ad inizio novecento ebbe inizio il progressivo abbandono delle frazioni montane da parte della popolazione ed il suo crescente insediamento al piano fece sì che tutto cadesse nell’oblio. Dopo la visita alla chiesa e al contiguo cimitero, continuiamo nel nostro cammino che ci porta a camminare lungo una delle tante mulattiere che percorrono il territorio Ossolano e questa che collega San Lorenzo a Cosasca è indubbiamente una testimonianza meravigliosa di quanto la storia ci ha lasciato in eredità. La mulattiera presenta ancora oggi quel solido acciottolato che un tempo fu appositamente pensato per resistere agli animali da soma, e rigidamente regolato da norme che ne disciplinavano la manutenzione ed il transito. Le pietre, ovviamente quelle più facilmente reperibili lungo il tracciato, erano posate con perizia; di coltello, l’una vicina all’altra, e intervallate alla distanza di circa un metro da una lastra lunga quanto l’intera mulattiera. Questa disposizione garantiva il regolare flusso delle acque di scolo e permetteva la realizzazione di gradoni facili da percorrere. Dal piazzale della chiesa la mulattiera scende sulla destra fino ad una cappella e, attraversata la strada sterrata, prosegue fino ad una cappella posta sulla vecchia mulattiera che da Mergozzo saliva ai passi alpini dell'Ossola. Seguiamo a destra il sentiero che, percorrendo la parte alta del paese, in breve permette di ritornare al parcheggio dove concludiamo questa piacevole escursione.