Come arrivare:
dall'autostrada
A26 Gravellona Toce, proseguiamo sulla SS33 del Sempione
fino all'uscita di Premosello C, per poi continuare per
la frazione Migiandone dove si parcheggia nell'ampio
piazzale sterrato in località Punta di Migiandone.
L’escursione
ha inizio dalla Punta di Migiandone “ il muntagnet ” che
rappresenta il termine della lunga cresta che dal Monte
Massone scende fino alla piana del Toce nella strettoia
di punta Migiandone, il luogo più stretto della valle
del Toce, principale via di transito dalla pianura ai
valichi Ossolani: solo 700m. lo dividono dal versante
opposto su cui si ergono le pareti dei Corni di Nibbio,
rendendolo un punto militarmente strategico per chi
percorre l’Ossola. Su questo crinale si trovano le
trincee, i camminamenti e le postazioni in caverna
facenti parte del tratto centrale della Linea Cadorna in
Ossola. All’inizio della strada militare,
due cannoni
testimoniano l’esistenza di strutture fortificate, e una
palina segnavie accoglie l’escursionista dando
informazioni sulle varie mete raggiungibili ed i
relativi tempi di salita. Ultimati i preparativi ci
incamminiamo lungo
la strada militare
costruita nel corso della prima guerra mondiale, tra il
1912 e il 1916 in funzione difensiva, nel timore di un
eventuale attacco austro-tedesco attraverso la Svizzera,
per volere del generale Luigi Cadorna ( Capo di Stato
Maggiore dell'esercito italiano ). La realizzazione di
questa e di molte altre linee fortificate, contribuirono
a creare una spettacolare rete viaria militare con opere
di alta ingegneria e ardita progettazione.
Fortunatamente rimaste inutilizzate, al termine della
guerra, in un’ottica di pace duratura, i tracciati
risultarono inutili trasformandosi in patrimonio di
sentieri a beneficio degli escursionisti che oggi
camminano lungo le ex carrarecce militari accompagnati
da panorami straordinari. Risaliamo lungo la strada
militare e,
tornante dopo tornante,
si guadagna quota, si visitano
le gallerie,
le
postazioni per mitragliatrici
e le
trincee
scavate dai militari durante la prima guerra mondiale
(utile una torcia o una pila frontale per poi
raggiungere il “Forte
di Bara”
(m. 408) da dove si domina l’intera valle sottostante.
Salendo possiamo godere di splendidi scorci panorami, a
sinistra
sull'abitato di Ornavasso,
con il solitario Montorfano e poco più in là sull’Alto
Verbano, a destra sulla
piana Ossolana
con il fiume Toce, mentre le aspre pareti dei
Corni di Nibbio
e l'imponente parete sud del Pizzo Proman si trovano
alle nostre spalle. La strada militare termina davanti a
una
fontana,
nei pressi del Forte Bara 420 m, postazione fortificata
su più livelli che doveva ospitare baraccamenti e
cannoni a lunga gittata. Un utilissimo binocolo, posto
su di una piazzola, permette di
binocolare
su tutta la sottostante valle da nord a sud. Dal luogo
dell’alzabandiera lasciamo a destra il sentiero A 21 che
sale al Monte Massone e ci incamminiamo lungo la
sterrata che offre suggestivi scorci panoramici sul
fiume Toce e attraversati due piccoli ponti perveniamo
alla strada asfaltata che sale al Boden ( in dialetto
Walser significa pianoro ). Si percorre la strada
asfaltata e si raggiunge a quota m.475 il
Santuario del Boden,
dove si narra dell’apparizione della Madonna nel 1528.
Dopo la visita alla chiesa ci fermiamo alla
locale trattoria
( Antica Trattoria del Boden ) dove la cortese
signora Luisa
ci accoglie con cortesia e si adopera per metterci a
nostro agio consigliandoci sul
menù
del giorno che
normalmente offre la scelta fra 4 primi, 4 secondi
serviti con il contorno, dessert, caffè e bibita ad un
costo molto contenuto. Consumato l’ottimo pranzo
cucinato in modo egregio, ritorniamo sulla strada
asfaltata da cui scendiamo a destra lungo la
“Via
Crucis o strada dei pellegrini”
e scendiamo fino alla
Chiesa Parrocchiale.
Poco sopra si possono vedere la
Torre, il Santuario "Della Guardia",
di proporzioni considerevoli, costruita dove esisteva,
fin dal 1600, una cappelletta dedicata alla Beata
Vergine e prende il nome dal promontorio omonimo su cui
sorge, così chiamato ancora oggi a causa della presenza
di un'antica torre di segnalazione risalente ai primi
anni del XIV° secolo. La mulattiera termina nel piazzale
antistante la chiesa parrocchiale dedicata a San Nicolao.
Scendiamo a destra, percorrendo una ripida scalinata, e
raggiungiamo via Gasse che percorriamo per un breve
tratto prima di entrare in
Via Conciliazione
e raggiunta la
Cappella della “Madonna delle Grazie”,
mantenendosi a monte, si perviene nell’area del “Laghetto
delle Rose”.
Il sentiero prosegue costeggiando le pareti rocciose
della
palestra di arrampicata
di Ornavasso e da qui si raggiunge il piazzale di
partenza. Ritornati alle auto depositiamo gli zaini e
attraversata la strada, sottopassiamo la ferrovia ed
entriamo nella campagna dove nel 1890, durante i lavori
di completamento della linea ferroviaria
Novara-Domodossola, furono portate alla luce le
necropoli celtiche. Qui sorge lo sconsacrato
Oratorio di San Bernardo
anticipato da una colonna sormontata da un crocifisso.
Inoltrandoci negli ampi prati raggiungiamo la zona dei
bunker di fondovalle,
ancora percorribili grazie alla volontà del locale Guppo
Alpini che ha provveduto alla pulizia rendendoli di
nuovo percorribili.
Terminata la visita, ritorniamo al piazzale dove ci
aspettano le auto e ritorniamo verso casa soddisfatti
per la bella giornata trascorsa nei luoghi che hanno
fatto la storia.
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