Valle Ossola

               Le fortificazioni di Ornavasso

 
 Gita effettuata in data:2-Marzo-2017                                                    

 Partenza da: Punta di Migiandone m. 207
 Dislivello totale: m.295
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,30

Come arrivare: dall'autostrada A26 Gravellona Toce, proseguiamo sulla SS33 del Sempione fino all'uscita di Premosello C, per poi continuare per la frazione Migiandone dove si parcheggia nell'ampio piazzale sterrato in località Punta di Migiandone.


L’escursione ha inizio dalla Punta di Migiandone “ il muntagnet ” che rappresenta il termine della lunga cresta che dal Monte Massone scende fino alla piana del Toce nella strettoia di punta Migiandone, il luogo più stretto della valle del Toce, principale via di transito dalla pianura ai valichi Ossolani: solo 700m. lo dividono dal versante opposto su cui si ergono le pareti dei Corni di Nibbio, rendendolo un punto militarmente strategico per chi percorre l’Ossola. Su questo crinale si trovano le trincee, i camminamenti e le postazioni in caverna facenti parte del tratto centrale della Linea Cadorna in Ossola. All’inizio della strada militare, due cannoni testimoniano l’esistenza di strutture fortificate, e una palina segnavie accoglie l’escursionista dando informazioni sulle varie mete raggiungibili ed i relativi tempi di salita. Ultimati i preparativi ci incamminiamo lungo la strada militare costruita nel corso della prima guerra mondiale, tra il 1912 e il 1916 in funzione difensiva, nel timore di un eventuale attacco austro-tedesco attraverso la Svizzera, per volere del generale Luigi Cadorna ( Capo di Stato Maggiore dell'esercito italiano ). La realizzazione di questa e di molte altre linee fortificate, contribuirono a creare una spettacolare rete viaria militare con opere di alta ingegneria e ardita progettazione. Fortunatamente rimaste inutilizzate, al termine della guerra, in un’ottica di pace duratura, i tracciati risultarono inutili trasformandosi in patrimonio di sentieri a beneficio degli escursionisti che oggi camminano lungo le ex carrarecce militari accompagnati da panorami straordinari. Risaliamo lungo la strada militare e, tornante dopo tornante, si guadagna quota, si visitano le gallerie, le postazioni per mitragliatrici e le trincee scavate dai militari durante la prima guerra mondiale (utile una torcia o una pila frontale per poi raggiungere il “Forte di Bara” (m. 408) da dove si domina l’intera valle sottostante. Salendo possiamo godere di splendidi scorci panorami, a sinistra sull'abitato di Ornavasso, con il solitario Montorfano e poco più in là sull’Alto Verbano, a destra sulla piana Ossolana con il fiume Toce, mentre le aspre pareti dei Corni di Nibbio e l'imponente parete sud del Pizzo Proman si trovano alle nostre spalle. La strada militare termina davanti a una fontana, nei pressi del Forte Bara 420 m, postazione fortificata su più livelli che doveva ospitare baraccamenti e cannoni a lunga gittata. Un utilissimo binocolo, posto su di una piazzola, permette di binocolare su tutta la sottostante valle da nord a sud. Dal luogo dell’alzabandiera lasciamo a destra il sentiero A 21 che sale al Monte Massone e ci incamminiamo lungo la sterrata che offre suggestivi scorci panoramici sul fiume Toce e attraversati due piccoli ponti perveniamo alla strada asfaltata che sale al Boden ( in dialetto Walser significa pianoro ). Si percorre la strada asfaltata e si raggiunge a quota m.475 il Santuario del Boden, dove si narra dell’apparizione della Madonna nel 1528. Dopo la visita alla chiesa ci fermiamo alla locale trattoria ( Antica Trattoria del Boden ) dove la cortese signora Luisa ci accoglie con cortesia e si adopera per metterci a nostro agio consigliandoci sul menù del giorno che normalmente offre la scelta fra 4 primi, 4 secondi serviti con il contorno, dessert, caffè e bibita ad un costo molto contenuto. Consumato l’ottimo pranzo cucinato in modo egregio, ritorniamo sulla strada asfaltata da cui scendiamo a destra lungo la Via Crucis o strada dei pellegrini e scendiamo fino alla Chiesa Parrocchiale. Poco sopra si possono vedere la Torre, il Santuario "Della Guardia", di proporzioni considerevoli, costruita dove esisteva, fin dal 1600, una cappelletta dedicata alla Beata Vergine e prende il nome dal promontorio omonimo su cui sorge, così chiamato ancora oggi a causa della presenza di un'antica torre di segnalazione risalente ai primi anni del XIV° secolo. La mulattiera termina nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale dedicata a San Nicolao. Scendiamo a destra, percorrendo una ripida scalinata, e raggiungiamo via Gasse che percorriamo per un breve tratto prima di entrare in Via Conciliazione e raggiunta la Cappella della “Madonna delle Grazie”, mantenendosi a monte, si perviene nell’area del “Laghetto delle Rose”. Il sentiero prosegue costeggiando le pareti rocciose della palestra di arrampicata di Ornavasso e da qui si raggiunge il piazzale di partenza. Ritornati alle auto depositiamo gli zaini e attraversata la strada, sottopassiamo la ferrovia ed entriamo nella campagna dove nel 1890, durante i lavori di completamento della linea ferroviaria Novara-Domodossola, furono portate alla luce le necropoli celtiche. Qui sorge lo sconsacrato Oratorio di San Bernardo anticipato da una colonna sormontata da un crocifisso. Inoltrandoci negli ampi prati raggiungiamo la zona dei bunker di fondovalle, ancora percorribili grazie alla volontà del locale Guppo Alpini che ha provveduto alla pulizia rendendoli di nuovo percorribili.

Terminata la visita, ritorniamo al piazzale dove ci aspettano le auto e ritorniamo verso casa soddisfatti per la bella giornata trascorsa nei luoghi che hanno fatto la storia.