Come arrivarci:
Percorrere l’autostrada A26 Voltri-Sempione, prendere
l'uscita di Meina e proseguire quindi in direzione per
Ghevio e poi bivio per Invorio.
Da Invorio, la vera e propria “ porta sud del Vergante
”, raggiungiamo la zona industriale in località Manzasca
e parcheggiamo bordo strada all’inizio della sterrata
che riporta i
segnavie
per diverse località, ci incamminiamo seguendo le
indicazioni del sentiero E8/E1 in direzione della
Bocchetta di Borsaga. Percorso un lungo tratto nel bosco
lungo il sentiero in terra rossa, da percorrere con
cautela in quanto reso scivoloso dalle frequenti
pozzanghere ancora presenti lungo il percorso,
raggiungiamo la base del Monte Cassinario che aggiriamo
proseguendo fino a pervenire alla
Bocchetta di Borsaga
e poco dopo alla località nota come
Tre Fontane
(m.673) dove ha origine il Torrente Vina. Tralasciamo il
sentiero E7 che scende a Pecorino e continuiamo lungo il
percorso E2 raggiungendo in breve la
Cappella del Vago
(m.690), inserita in un'ampia selva di castagni
secolari, qui effettuiamo una breve sosta e ne
approfittiamo per scattare la tradizionale
foto di gruppo
a ricordo della giornata. La Cappella è un punto nodale
del Vergante, un'importante crocevia da dove si diramano
ben
quattro sentieri,
le destinazioni e i relativi tempi di percorrenza sono
segnalati da cartelli del CAI. La Cappella del Vago era
un luogo di sosta lungo il percorso che un tempo
collegava il Vergante con il lago d'Orta; è chiamata
anche Chiesetta delle stampelle perché contiene tra i
vari ex voto, anche
alcune stampelle
di persone infortunate. Da qui si passava per andare in
pellegrinaggio al Sacro Monte di Orta, e per portare ai
mercati vicino al Lago Maggiore i prodotti della terra.
Dalla cappella seguiamo le indicazioni del sentiero V00
in direzione di Pecorino e lungo il percorso effettuiamo
una breve visita al borgo di Cassano, da cui poi
scendiamo in località Tabarino dove sostiamo presso la
locale “
Osteria della Faina
” dove gli operosi gestori;
Ivan e Daniela
ci aspettano per conquistarci con la loro ottima
cucina casalinga.
Qui incontriamo e facciamo conoscenza con
Valerio e Guerrino,
due simpatici escursionisti arrivati anche loro
all’osteria per rifocillarsi e trascorrere un piacevole
intervallo prima di ritornare verso Gozzano da dove
provengono. Al termine dell’ottimo ed abbondante pranzo,
soddisfatti per il trattamento ricevuto, ci rimettiamo
in cammino e dirigiamo verso
Pecorino
(m.588) che superiamo per poi proseguire in direzione
del
Monte Barro
(m.581) dove gli "Amici del Monte Barro" hanno
ristrutturato il piccolo villaggio e ne mantengono la
cura, unitamente all’annessa
Chiesa di Santa Maria Annunziata,
rendendo il luogo veramente grazioso ed ordinato. Molto
probabilmente il complesso del Monte Barro era
un’abbazia abitata per secoli dai suoi custodi che
venivano chiamati gli eremiti del Barro. Qui ogni anno,
il 1° maggio si svolge la tradizionale “ Festa della
fiora “ che ripropone il tema dell’amore tra fidanzati,
quando per dichiarare il proprio affetto il cavaliere
regalava all’amata un fiore. Consumato il pranzo presso
la struttura predisposta, ci si avvia seguendo la
stradina che immette successivamente su di un
sentierino
che scende ripido fino a raggiungere
Santa Lucia
dove si incrocia il
sentiero E6
che si segue sino a ritornare dove abbiamo lasciato le
auto.
L'escursione al Monte Barro rappresenta una preziosa
occasione per tutti coloro che amano immergersi nei
vasti boschi della zona.

|