Come arrivarci:
da Verbania, attraverso Trobaso e Cambiasca si sale a
Miazzina, si attraversa Piazza Secchi ed in vista del
campanile si prende a sinistra la Via Roma
che, superato il Municipio, prosegue fino ad incontrare
un parcheggio sulla destra dove conviene lasciare l’auto.
Lasciata
l’auto
nel
comodo
parcheggio,
si ritorna sulla
strada asfaltata che si percorre sulla destra
giungendo dopo un breve tratto in salita, ad un tornante
preceduto da quattro garage in muratura, al termine
della curva,
un
cartello a sinistra
indica l’inizio del sentiero per Rugno. Percorso un
breve tratto pianeggiante il sentiero comincia a
scendere verso il fondo della valle che si attraversa
transitando sul
ponte che valica il Rio Aurelio e
con regolari tornanti si risale fino al pianoro che
introduce alle
numerose baite dell’Alpe
Rugno
m. 741. Il grande corte di Rugno era un maggengo di
Cossogno, la cui esistenza è citata in antiche pergamene
fin dal 1300, ancora negli anni Cinquanta era
regolarmente frequentato da montanari che praticavano
una superstite pastorizia. Entrati nel Corte,
mantenendoci a sinistra, raggiungiamo lo sperone
roccioso che domina Cossogno, con il “sasso del falò ” e
l’Oratorio della Madonna del Buon Consiglio.
Da questa posizione il panorama che si ammira è
grandioso:
lo sguardo spazia sul Lago Maggiore dal
Golfo Borromeo alla sponda lombarda alle montagne della
Val Grande. Ritorniamo alle baite e, seguendo
le
indicazioni
della rinnovata segnaletica,
iniziamo a salire verso la Motta d’Aurelio: l’ampia
conca di origine morenica posta a ridosso della Colma di
Cossogno, che per la sua favorevole esposizione a
mezzogiorno si è guadagnata l’appellativo di “ conca del
sole ”. Il sentiero scorre fra quelli che un tempo
furono prati e superata la
Chèpele d’Midi,
datata 1873, giunge in vista di una
baita modernamente ristrutturata
che sorge poco oltre il Rio Pilua. Continuando
nell’ascesa si raggiungono i
prati dell’Alpe Aurelio m.
934, Vrèi nel dialetto locale, costituito da un gran
numero di antichi corti maggengali. Proseguiamo sul
sentiero sempre ben evidente e arriviamo alla
cappella posta all’ingresso del Corte Nicolini
per poi seguire a destra e superare una baita che
presenta un tetto alla valdostana. Oltrepassata una
incassata valletta raggiungiamo il
Curt dul Bò,
posto in posizione sottostante al
Curt Marianìn
con le baite dello scrittore Nino Chiovini, grande e
appassionato conoscitore di questi luoghi. Superiamo i
nuclei di baite e ci ritroviamo sulla sella alla base
della ripida salita per la Colma di Cossogno, in
località Eco.
Qui effettuiamo una breve sosta per osservare quanto si
presenta ai nostri occhi; si identificano i Laghi di
Varese, di Monate, d’Orta, l’alpe Ompio con il relativo
monte Faiè, la catena dei Corni di Nibbio, il Proman, la
Cima Sasso, la Laurasca, la Val Grande, e sullo sfondo
il
maestoso Monte Rosa.
Iniziamo a risalire il sentiero che corre lungo la
dorsale, tralasciando sulla destra il primo tagliafuoco
( percorso VT1 ) e poi il successivo proveniente da
Cappella Fina, raggiungiamo l’arrivo del Km. Verticale
posto alla
sommità del Monte Todum m. 1298
dove sostiamo per il pranzo e per scattare la consueta
foto
ricordo.
Alla ripresa del cammino proseguiamo sulla destra,
seguendo la
linea di cresta
della Colma di Cossogno, invasa dalle foglie dei faggi;
con bella camminata panoramica su
Cicogna
e la bassa Val Grande e, dopo alcuni saliscendi, ci
ritroviamo all’inizio della salita che conduce alla
Testa di Cremisello ed al Pizzo Pernice m. 1506 dove, in
posizione panoramica sulla ValGrande è realizzata
un’area di sosta. La giornata particolarmente limpida,
permette di ammirare tutte le catene dei monti che ci
circondano e ne approfittiamo per effettuare un’altra
breve sosta fotografica. Quando ci rimettiamo in
cammino, volgiamo a destra seguendo il bel sentiero che
scende, sul versante di Miazzina in direzione dell’alpe
Cavallotti, superiamo una valletta, e seguendo le pieghe
della montagna raggiungiamo il
particolare segnavie
punto di confluenza di diversi sentieri. Proseguiamo
sulla destra e perveniamo al promontorio su cui sorgono
le
baite dell’Alpe Cavallotti
da cui, scendendo a sinistra raggiungiamo la
Cappella Fina.
Dalla cappella ci incamminiamo lungo la pista forestale
fino ad incontrare, sulla destra, la deviazione per
l’Alpe Cavallotti che tralasciamo per scendere a
sinistra lungo il sentiero che entra nel bosco per
raggiungere la seconda pista forestale oltrepassato lo
sterrato, un
piccolo cartello posto su una pianta
indica l’inizio del sentiero che entra negli
inselvatichiti prati e percorre la dorsale che passa
alta sopra al
Corte di Butina.
Dopo un ulteriore breve percorso nel bosco, superiamo la
baita della Loga
e, raggiunta la cappella Scupéll
scendiamo sullo sterrato in
località Or dé Pri
da cui, piegando a sinistra, ritorniamo sulla strada
asfaltata ed in breve al sottostante parcheggio dove ci
attende l’auto. Bella escursione in una giornata dalle
temperature quasi primaverili che ci ha permesso di
gustare appieno una delle ultime uscite dell’anno che
sta per terminare e che consideriamo di buon auspicio
per “ l’anno che verrà ”.
![](../../Anno%202013/Uso%20sito%202013/home%20005.gif)
|