Val Sesia

Alpe Cascine m. 1428 ( giornata con Sergio )  
 Gita effettuata in data:13-Settembre-2017

  

 Partenza da:Campertogno Fraz. Tetti m. 763
 Dislivello totale: m.730
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare :
 
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Si prosegue lungo la Statale 299 fino a Varallo: da qui la strada per Alagna Valsesia si snoda lungo la Val Grande, attraversa i paesi di Balmuccia, Scopa, Scopello, Piode per giungere dopo circa 23 Km a Campertogno.

 

Per noi è oramai tradizione ritornare a Campertogno per salire all’Alpe Cima o, a seconda del periodo, agli alpeggi superiori dove il nostro amico Sergio si reca abitualmente per pascolare le sue greggi. E’ già trascorso un altro anno dall’ultima volta che siamo saliti a trovare Sergio con il quale, da quando ci ha ospitati nel 2009 per permetterci di vivere “ una giornata da pastori ” , abbiamo stabilito un vero rapporto di amicizia, perciò riteniamo che sia giunto il momento di ritornare a fargli visita per trascorrere qualche ora in sua piacevole compagnia. Raggiunto Campertogno, attraversiamo il ponte in pietra sul fiume Sesia e raggiungiamo la frazione Tetti dove, parcheggiata l’auto, ci incamminiamo lungo il sentiero che rientra nel circuito dei “ Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia″. Il sentiero, contrassegnato dal segnavie N° 78, presenta le caratteristiche tipiche dell’itinerario valsesiano con la mulattiera che si addentra nel bosco, fiancheggiata da 15 cappellette stupendamente affrescate, che raffigurano i quindici Misteri della vita della Madonna. Lasciato l’abitato, ci incamminiamo lungo la pista che inizia a salire per portarsi, sul promontorio roccioso, in località Scarpiolo, dove sorge lOratorio della Madonna degli Angeli, antico patronato della famiglia Selletti che nel 1686 fece incorporare la primitiva cappella del 1481 in una costruzione più ampia. Mantenendoci sullo sperone che discende dal Sasso Bruciato entriamo nel territorio del Selletto “ 'u Slëtt ” m. 975 dove presso la “ cà dal nudé ″ ( casa del notaio) è ancora visibile un pregevole affresco del 500. Proseguiamo il nostro cammino e risaliti alcuni ripidi tornanti raggiungiamo la cappella della Scarpia o “ della Visitazione ″. Inoltrandoci nel bosco, attraversiamo un piccolo rio e continuiamo a risalire la bella mulattiera ai cui lati sorgono le edicole votive costruite tra il 1843 e il 1845 All’uscita dal bosco, perveniamo al piazzale, che poggia su muraglioni fatti costruire da un benefattore verso il 1870, su cui sorge il Santuario della Visitazione m. 1092, l’isolato edificio è uno degli Oratori più famosi e antichi della valle dedicato alla Visitazione di Maria Vergine, edificato tra il 1500 e il 1512 come ex voto per scampato pericolo da epidemie. Il piccolo Santuario è oggi detto Madonna del Callone, o "grosso callo", per indicare lo spuntone di roccia su cui sorge la chiesa. Nel 1936 la statua della Madonna è stata incoronata dal vescovo di Novara e la chiesa è stata onorata con il titolo di santuario. Il piazzale antistante l’antica chiesetta è un vero e proprio balcone sulla valle dal quale la vista spazia su Campertogno e le sue frazioni. Proseguiamo lungo il percorso che si inoltra nella faggeta fino a che, quando il bosco si dirada, raggiungiamo l’alpeggio dell’Argnaccia m. 1183, che si stende su un'ampia terrazza glaciale caratterizzato dalla cappella denominata "del laghetto" che si specchia nel piccolo e suggestivo lago limitrofo. Lasciata l'Argnaccia con i suoi numerosi nuclei di baite, quasi tutte restaurate, proseguiamo in leggera salita e raggiungiamo l’Alpe Cima m. 1260. Da qui saliamo al Cangello da cui poi raggiungiamo l’Alpe Cascine dove Sergio ha fatto tappa scendendo dall’Alpe Vasnera. Il suono dei campanacci ci fa intendere che stiamo per ritrovare l’amico. Infatti così è, raggiungiamo le casere dell’alpe e troviamo Sergio intento a preparare il formaggio. Dopo averci salutato calorosamente, ci fa accomodare e con l’usuale gentilezza e cordialità, che gli sono abituali, subito si adopera per metterci a nostro agio e, dopo averci servito ogni genere di formaggi e salumi di sua produzione, ci invita a fermarci per mangiare in sua compagnia. Accettiamo di buon grado il cortese invito e, mentre aspettiamo l’ora di pranzo ci aggiriamo per l’alpe che oltre a mucche, pecore e capre, è popolato da molti altri animali: oche, galline, e maiali che si muovono liberamente. Terminato di accudire alle bestie, è giunta l’ora di pensare agli umani e Sergio, si appresta a cuocere la pasta che, condirà con un succulento sugo alla carbonara, ( per un giorno non stiamo a guardare i livelli di colesterolo ), seguono i suoi squisiti formaggi e per finire un corroborante caffè, abbondantemente corretto. Nel frattempo veniamo raggiunti da Alarico, un giovane pastore che si unisce alla compagnia. A tavola conversiamo dell’andamento della stagione, della loro vita da pastori, e di come trascorrono le giornate. Dalle loro parole traspare quanto sia la passione per il proprio lavoro, per la montagna e per gli animali tanto da arrivare a sacrificare parte della vita famigliare per dedicarsi all’allevamento del bestiame. Tra una chiacchiera e l’altra non ci accorgiamo che il tempo scorre inesorabilmente e che è giunta l’ora di pensare al rientro, per cui scattata la foto ricordo, a malincuore salutiamo gli amici, ringraziamo Sergio per la sua sempre cortese ospitalità, e ci incamminiamo sulla via del ritorno. Sergio ci rassicura sulle condizioni del sentiero alternativo che prende avvio dalle ultime baite sotto la croce e ritorna a Campertogno discendendo lungo l’incassato vallone. Ritornati all’Argnaccia, decidiamo di seguire le indicazioni di Sergio per compiere un più gratificante giro ad anello. Raggiunta l’ultima cappella dell’alpe, seguiamo le chiare indicazioni e ci incamminiamo lungo il sentiero che scendendo nel bosco, raggiunge un’isolata baita in ristrutturazione per poi continuare fino ad arrivare ad un punto attrezzato con panche in sasso da dove si gode di una spettacolare visione sulla “ cascata degli sciocchi ″ (La Pìssa d'i cüiċ), uno scivolo lunghissimo e sottile nel quale l'acqua del crös d’la Pianàċċa o crös dal Valùň, precipita come in una grondaia scavata nella roccia. Il sentiero, conosciuto dai locali come la strâ ‘d l’ör, continua accostando la parete rocciosa su cui, nei punti più esposti, sono fissate delle corde di sicurezza e dopo una ulteriore breve discesa termina nei prati a poco distanza dal punto in cui abbiamo lasciato l’auto. Ritornando verso casa, non possiamo fare a meno di commentare la splendida giornata trascorsa in compagnia di una persona speciale, in una magnifica giornata di fine estate.

L’itinerario “escursionistico ” è annoverato tra i “ Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia ” e si sviluppa nel territorio dell’Alta Valgrande del Sesia. Maggiori informazioni al riguardo sono reperibili consultando il sito: http://www.giannimolino.it/Home.php