Come arrivare :
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di
Romagnano Sesia /Ghemme. Si prosegue lungo la Statale
299 fino a Varallo: da qui la strada per Alagna Valsesia
si snoda lungo la Val Grande, attraversa i paesi di
Balmuccia, Scopa, Scopello, Piode per giungere dopo
circa 23 Km a Campertogno.
Per
noi è oramai tradizione ritornare a Campertogno per
salire all’Alpe Cima o, a seconda del periodo, agli
alpeggi superiori dove il nostro amico Sergio si reca
abitualmente per pascolare le sue greggi. E’ già
trascorso un altro anno dall’ultima volta che siamo
saliti a trovare Sergio con il quale, da quando ci ha
ospitati
nel 2009
per
permetterci di vivere “ una giornata da pastori ” ,
abbiamo stabilito un vero rapporto di amicizia, perciò
riteniamo che sia giunto il momento di ritornare a
fargli visita per trascorrere qualche ora in sua
piacevole compagnia. Raggiunto Campertogno,
attraversiamo il ponte in pietra sul fiume Sesia e
raggiungiamo la frazione Tetti dove, parcheggiata
l’auto, ci incamminiamo lungo il
sentiero
che rientra nel circuito dei “ Sentieri dell’arte sui
monti della Valsesia″. Il sentiero, contrassegnato dal
segnavie N° 78, presenta le caratteristiche tipiche
dell’itinerario valsesiano con la mulattiera che si
addentra nel bosco, fiancheggiata da 15 cappellette
stupendamente affrescate, che raffigurano i quindici
Misteri della vita della Madonna. Lasciato l’abitato, ci
incamminiamo lungo la pista che inizia a salire per
portarsi, sul promontorio roccioso, in località
Scarpiolo, dove sorge l’Oratorio
della Madonna degli Angeli,
antico patronato della famiglia Selletti che nel 1686
fece incorporare la primitiva cappella del 1481 in una
costruzione più ampia. Mantenendoci sullo sperone che
discende dal Sasso Bruciato entriamo nel territorio del
Selletto “ 'u Slëtt ” m. 975 dove presso la “
cà dal
nudé
″ ( casa del notaio) è ancora visibile un pregevole
affresco del 500.
Proseguiamo il nostro cammino e risaliti alcuni ripidi
tornanti raggiungiamo la
cappella
della Scarpia
o “ della Visitazione ″. Inoltrandoci nel bosco,
attraversiamo un piccolo rio e continuiamo a risalire la
bella
mulattiera
ai cui lati sorgono le
edicole votive
costruite tra il 1843 e il 1845 All’uscita dal bosco,
perveniamo al piazzale, che poggia su muraglioni fatti
costruire da un benefattore verso il 1870, su cui sorge
il
Santuario della Visitazione
m. 1092, l’isolato edificio è uno degli Oratori più
famosi e antichi della valle dedicato alla Visitazione
di Maria Vergine, edificato tra il 1500 e il 1512 come
ex voto per scampato pericolo da epidemie. Il piccolo
Santuario è oggi detto Madonna del Callone, o "grosso
callo", per indicare lo spuntone di roccia su cui sorge
la chiesa. Nel 1936 la statua della Madonna è stata
incoronata dal vescovo di Novara e la chiesa è stata
onorata con il titolo di santuario. Il piazzale
antistante l’antica chiesetta è un vero e proprio
balcone sulla valle dal quale
la vista
spazia su Campertogno
e le sue frazioni. Proseguiamo lungo il percorso che si
inoltra nella faggeta fino a che, quando il bosco si
dirada, raggiungiamo
l’alpeggio
dell’Argnaccia
m. 1183, che si stende su un'ampia terrazza glaciale
caratterizzato dalla
cappella
denominata "del laghetto"
che si specchia nel piccolo e suggestivo lago limitrofo.
Lasciata l'Argnaccia con i suoi numerosi nuclei di
baite, quasi tutte restaurate, proseguiamo in leggera
salita e raggiungiamo l’Alpe Cima m. 1260. Da qui
saliamo al
Cangello
da cui poi raggiungiamo
l’Alpe Cascine
dove
Sergio ha fatto tappa scendendo dall’Alpe Vasnera. Il
suono dei campanacci ci fa intendere che stiamo per
ritrovare l’amico. Infatti così è, raggiungiamo le
casere dell’alpe e troviamo
Sergio
intento a preparare il formaggio.
Dopo averci salutato calorosamente, ci fa accomodare e
con l’usuale gentilezza e cordialità, che gli sono
abituali, subito si adopera per metterci a nostro agio
e, dopo averci servito ogni genere di formaggi e salumi
di sua produzione, ci invita a fermarci per mangiare in
sua compagnia. Accettiamo di buon grado il cortese
invito e, mentre aspettiamo l’ora di pranzo ci aggiriamo
per l’alpe che oltre a mucche, pecore e capre, è
popolato da molti altri animali:
oche,
galline,
e
maiali
che si muovono liberamente. Terminato di accudire alle
bestie, è giunta l’ora di pensare agli umani e Sergio,
si appresta a cuocere la pasta che, condirà con un
succulento sugo alla carbonara, ( per un giorno non
stiamo a guardare i livelli di colesterolo ), seguono i
suoi squisiti formaggi e per finire un corroborante
caffè, abbondantemente corretto. Nel frattempo veniamo
raggiunti da
Alarico,
un giovane pastore che si unisce alla compagnia. A
tavola conversiamo dell’andamento della stagione, della
loro vita da pastori, e di come trascorrono le giornate.
Dalle loro parole traspare quanto sia la passione per il
proprio lavoro, per la montagna e per gli animali tanto
da arrivare a sacrificare parte della vita famigliare
per dedicarsi all’allevamento del bestiame. Tra una
chiacchiera e l’altra non ci accorgiamo che il tempo
scorre inesorabilmente e che è giunta l’ora di pensare
al rientro,
per cui scattata la
foto ricordo,
a
malincuore salutiamo gli amici, ringraziamo Sergio per
la sua sempre cortese ospitalità, e ci incamminiamo
sulla via del ritorno. Sergio ci rassicura sulle
condizioni del sentiero alternativo che prende avvio
dalle ultime baite sotto la croce e ritorna a
Campertogno discendendo lungo l’incassato vallone.
Ritornati all’Argnaccia, decidiamo di seguire le
indicazioni di Sergio per compiere un più gratificante
giro ad anello. Raggiunta
l’ultima cappella dell’alpe,
seguiamo le chiare indicazioni e ci incamminiamo lungo
il sentiero che scendendo nel bosco, raggiunge
un’isolata
baita in ristrutturazione
per poi
continuare fino ad arrivare ad un punto attrezzato con
panche in sasso da dove si gode di una spettacolare
visione sulla “ cascata degli sciocchi ″
(La Pìssa
d'i cüiċ),
uno scivolo lunghissimo e sottile nel quale l'acqua del
crös d’la Pianàċċa o crös dal Valùň, precipita come in
una grondaia scavata nella roccia. Il sentiero,
conosciuto dai locali come la strâ ‘d l’ör, continua
accostando la parete rocciosa su cui, nei punti più
esposti,
sono
fissate delle corde di sicurezza
e dopo una ulteriore breve discesa termina nei prati a
poco distanza dal punto in cui abbiamo lasciato l’auto.
Ritornando verso casa, non possiamo fare a meno di
commentare la splendida giornata trascorsa in compagnia
di una persona speciale, in una magnifica giornata di
fine estate.
L’itinerario “escursionistico ” è annoverato tra i “
Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia ” e si
sviluppa nel territorio dell’Alta Valgrande del Sesia.
Maggiori informazioni al riguardo sono reperibili
consultando il sito:
http://www.giannimolino.it/Home.php
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