Come arrivare:
Raggiunta Verbania, si sale in direzione di Santino da
qui, proseguendo lungo la strada tracciata nel 1913 che
taglia la parete rocciosa che scende ripida sul Torrente
San Bernardino, in 3,2 Km. si raggiunge
il borgo di Rovegro;
frazione di San Bernardino Verbano.
Il
Parco Nazionale della Val Grande: in questa area alpina
fortemente antropizzata fino agli anni sessanta, la
natura ha ripreso il sopravvento inghiottendo
mulattiere, alpeggi e antiche borgate di contadini e
pastori tornado ad essere un’immensa area verde piena di
fascino. Una zona che costituisce la più vasta area
wilderness d’Italia, la cui natura selvaggia e
l'abbandono da parte dell'uomo garantiscono un livello
superiore di conservazione. Si tratta di un territorio
detto "di ritorno", cioè originato dalla nuova
colonizzazione della vegetazione dopo che sono cessate
le tradizionali attività della forestazione e
dell'allevamento del bestiame. Come per tutte le
escursioni in generale, sopratutto in Val Grande, è
d’obbligo la massima cautela. Le camminate nel Parco
della Val Grande, lungo sentieri non facili dove è
consigliabile inoltrarsi con la massima accortezza,
richiedono molta esperienza ed è sconsigliabile andarci
da soli. A tale proposito è utile affidarsi a chi la
valle la conosce bene e, per andare sul sicuro,
iscriversi al “
Gruppo Escursionisti Valgrande
″, un’associazione nata dalla voglia di vivere le
montagne di un gruppo di amici che nel 1994,
con atto istitutivo, si diedero un nome
ed una organizzazione
con
l’intento di non dimenticare la faticosa vita dei vecchi
che li avevano preceduti, di non disperdere il
patrimonio culturale e le proprie radici, ed in loro
compagnia partecipare alle gite sociali in programma.
Cosa che facciamo anche noi e in compagnia di tanti
altri escursionisti che condividono la nostra stessa
passione, partecipiamo con piacere ed in sicurezza alle
camminate come quella di oggi. Raggiunto Rovegro, noto
nel Verbano come “ la sentinella della Valgrande″, prima
della partenza, ci aggiriamo nei
vicoli di sasso
che corrono fra le case fittamente rinserrate a ridosso
del Monte Castello. La struttura urbanistica, intaccata
solo in parte dal rinnovamento edilizio, è tipica dei
luoghi che, per poter utilizzare al massimo il
territorio coltivabile che si estende nella parte
inferiore del terrazzamento fino al San Bernardino, ha
conservato il suo schietto aspetto di rusticità
montanara. Riunita tutta l’allegra e variopinta
compagnia, da Rovegro si sale attraversando il villaggio
fino al limite superiore delle abitazione raggiungendo
via Monte. Da qui parte un
sentiero
che attraverso bellissimi boschi nei quali convivono
diverse specie di piante non troppo vecchie che indicano
la riconquista e colonizzazione di zone anticamente
utilizzate come prati–pascolo raggiunge
l’Alpe Monte
“ Munt
″, il sentiero prosegue pianeggiante su una radura e
riprende poi a salire tra i castagneti fino alla
Cappella di E.R.F.O.
(E nel Ricordo un Fiore Offrite ), acronimo
che ha dato il nome alla località. La cappella è
dedicata alla “ leggenda del narciso ″, il fiore
strettamente riferito alla narrazione tradizionale
dell’aquila che rapito un bimbo in fasce da un alpe di
Quarna Sopra ne abbandonò il corpo dilaniato proprio
a “ ierf ″, dove a ricordo fu costruita. Dalla cappella
ci immettiamo sulla rotabile che sale a Ompio e la
percorriamo per circa un chilometro fino ad un
tornante
da cui a destra si stacca un sentiero che supera alcuni
tratti rocciosi,
messi in sicurezza da cordicelle metalliche, per poi
iniziare a scendere in direzione di Sciasco sotto dove
ci aspetta
Egidio
che ci rinfresca con una graditissima bibita.
Continuiamo nella nostra discesa ed in breve
raggiungiamo le baite di Bignuno sopra, dove
Renata
fa gli onori di casa offrendo a tutti i partecipanti, “
caffè del pariulin ″ dolce, amari e varie altre
golosità. Dopo la piacevole sosta, salutiamo e
ringraziamo Renata, che ci raggiungerà in seguito, e
procediamo in direzione della
Cappella di Or Vergugn
m.652.
La cappella fu costruita verso il 1850 da alcuni
boscaioli bergamaschi in seguito ad un loro voto: “… se
in quell’anno di lavoro non fossero avvenuti infortuni
avrebbero costruito una cappella…” e così fecero. Alle
pareti esterne i rovegresi, quando scendevano dai corti
con la salma di un compaesano, vi appendevano una croce
di legno, oggi ne conserva solo
una e mezza.
Ristrutturata, nel 1995 da un gruppo di volontari di
Rovegro facenti parte della Associazione Gruppo
Escursionisti Valgrande che intorno alla cappella hanno
creato una bellissima area attrezzata con panche, tavoli
e una fresca fontana. Qui siamo attesi da
Rachele
( la presidente del GEV ), che ha preparato un banchetto
con dolci, caffè, spumante e ogni altro genere di
conforto. La bella giornata e la temperatura mite, fanno
sì che la sosta si prolunghi piacevolmente fino a che
Dario
( il capogita ) richiama tutti all’ordine per la
foto di gruppo,
dopodiche ci rimettiamo in moto per iniziare il rientro.
Dalla cappelletta percorriamo in discesa il sentiero che
collega Bignugno a Velina, un tempo era un’ampia e
comoda mulattiera che veniva usata per lo spostamento
del bestiame verso i pascoli estivi, da qui il
caratteristico nome di strada delle mucche “Strà di Vacc”.
Il
sentiero scorre delineato da muretti
di sostegno in pietra a secco nel castagneto che ospita
grandi alberi da frutto ed in breve giungiamo a
Pezza Blena
e successivamente al nucleo di
Bignuno di sotto
da cui
scendiamo sulla strada asfalta. Volgendo a destra,
seguiamo la rotabile per circa un chilometro per poi
inserirci sul
canale di derivazione
dell’Enel facendo ritorno a Rovegro da dove eravamo
partiti. Bella giornata, bella gita e gran bella
compagnia, un grazie agli organizzatori, a tutti i
partecipanti e arrivederci alla prossima.
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