Centovalli

            Intragna-Rasa
 
 
 Gita effettuata in data:14-luglio-2016                                                    

  

 Partenza da:Intragna m.376
 Dislivello totale: m.600
 Difficoltà: E
 Durata Itinerario h: 5,30

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera da dove si sale per la SS 337 della Valle Vigezzo; superate Santa Maria Maggiore e Malesco, si attraversa il torrente Melezzo proseguendo in direzione di Re che si oltrepassa. Scendendo in direzione di Locarno si supera Camedo e prima di giungere ad Intragna, si parcheggia nella piccola area di sosta a bordo strada nel punto di partenza dell'itinerario.
 

Lasciata l’auto, Peppo controlla la cartina per verificare che le indicazioni gialle dei percorsi Intragna-Rasa, che sono collocati sul lato opposto della strada dove alcuni scalini scendono al sentiero che attraversa la ferrovia centovallina, siano esatte e da il benestare a procedere. Dopo aver oltrepassato le rotaie e superata una cappella affrescata, scendendo lungo una mulattiera selciata si arriva in una quindicina di minuti al Ponte Romano o Ponte Nuovo. Interamente in pietra, immerso nella natura, è considerato tra i più belli del canton Ticino: costruito nel 1578, restaurato nel 1989, lungo 36 m, si staglia sopra il torrente Melezza ad un'altezza di 26 m. Tra le caratteristiche che lo contraddistinguono la cappelletta posta al centro, con la Madonna e san Giovanni Nepomuceno, un santo boemo, predicatore alla corte del Re Venceslao che lo fece uccidere per annegamento: cosí è diventato il patrono di tutti coloro che stanno per annegare. Ponti e cappellette sono un po' i due fili conduttori dell'intero percorso; a pochi minuti dal Ponte Nuovo appare in bella evidenza l'edicola votiva con gli affreschi dipinti nel 1848 da Giovanni Vanoni, pittore di Aurigeno, molto attivo in Valle Maggia e Val Verzasca. Con qualche saliscendi si arriva a Remigliasco m. 350, piccolo nucleo con alcuni mulini in disuso e un altro piccolo ponte in sasso che varca un torrente laterale della Melezza, il Ri di Remo. La mulattiera non ha perso negli anni e nei secoli la sua funzionalità e risulta ancora ben tenuta e percorribile senza problemi di sorta. Continuando a scendere verso il torrente, si giunge al bivio di Corcapolo: prendendo a destra si attraversa la Melezza e, valicando il Ponte di Salmina si approda all'altro versante della valle, continuando sul sentiero s'inizia la salita verso Rasa. Da segnalare alcuni scorci panoramici sulle Centovalli ed Intragna, e gli alpeggi di Corte di Sotto, dove è in funzione un originale “ bar self service ed il contiguo Alpe Bosind dove alcune simpatiche caprette si godono il fresco comodamente sdraiate sul prato appena rasato. Superato questo ultimo alpeggio, poco prima di entrare a Rasa sul bordo del sentiero si incontra “la ciaparia”, una fontana secolare utilizzata per l'approvvigionamento idrico non particolarmente facile in queste zone. Ancora poche centinaia di metri e si perviene a Rasa. Il bel villaggio, meta di oggi, conserva la bellezza dei borghi lontani dalla “civiltà” e dalle auto: pace, tranquillità, natura, aria pura, con alle spalle le belle cime del Gridone (il Limidario per noi italiani) ed il pizzo Leone. Entrati in paese, visitiamo la chiesa del 1753 dedicata a Sant'Anna, costruita con una forma a croce, l'antico forno del pane e la meridiana della casa parrocchiale. Dopo la sosta pranzo,terminata la visita al villaggio, raggiungiamo la stazione della funivia, entrata in funzione nel 1958, e ne approfittiamo per scendere a Verdasio, dove con l’auto lasciata al mattino, recuperiamo l’altra lasciata a Intragna ed iniziamo il lungo viaggio di ritorno. Bella passeggiata lungo il versante ombreggiato delle Centovalli: l'escursione, ricca di motivi d'interesse, segue la destra orografica del fiume Melezza per arrivare a Rasa
N.B. La Melezza, come la chiamano in Svizzera, per noi in Italia altro non è che il Melezzo, che nasce tra la Pioda di Crana e il Pizzo Ruggia nelle paludi nelle vicinanze dell’Oratorio di San Pantaleone, molto vicino al Lago di Panelatte e appena giunta in Svizzera diventa subito lago nel bacino di Palagnedra.

Per maggiori informazioni VEDI:http://www.viverelamontagna.ch/wp/magazine/?p=6349 e 5503.