Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la Statale del Sempione , sino
all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549
della Val Anzasca che si percorre in direzione di
Macugnaga sino a raggiungere il piccolo abitato di
Croppo.
![](../Cartine%20in%20miniatura/alpe%20Col/Cartina%20Col-Parela.jpg)
La Valle
Anzasca è una delle sette valli laterali dell’Ossola che
inizia a Piedimulera e si sviluppa lungo il corso del
torrente Anza per terminare a Macugnaga di fronte alla
maestosa parete Est del
Monte Rosa. Risalendo
la strada di fondovalle, si attraversano i diversi
Comuni e le loro pittoresche frazioni, ricchi di
tradizioni e cultura. Una di queste caratteristiche
frazioni è Croppo, che unitamente a: Borgone, Campioli,
Canfinello, Case Opaco, Mondelli e Prequartera
compongono il territorio comunale di Ceppo Morelli. Oggi
torniamo in Valle Anzasca per effettuare un’escursione
che ci porterà a visitare due panoramici alpeggi
collocati a varie altitudini in una zona ricca di boschi
di abete, di castagno, di betulle e di faggio
sovrastanti il piccolo Comune. Lasciata l’auto negli
spazi antistanti la graziosa
frazione di Croppo,
ci dirigiamo all’interno del grazioso paese che
visitiamo aggirandoci fra le sue belle case modernamente
ristrutturate. Seguiamo la strada asfaltata che sale
alle ultime abitazioni del paese dove è collocato un
originale ed ingegnoso
punto di osservazione
che per mezzo di una serie di tubetti con funzione di
cannocchiali, permettono di osservare la montagna
simbolo della valle e le numerose cime che la
racchiudono. Data la giornata particolarmente limpida,
ne
approfittiamo per
rimirare tutto il
meraviglioso scenario che si para davanti a noi.
Terminata l’osservazione scendiamo in direzione del
condominio che sorge a bordo strada e, seguendone la
recinzione a monte, superiamo quello che era il lavatoio
e raggiungiamo la partenza del filo a sbalzo che serve
per rifornire il sovrastante Alpe Col. Facendo
attenzione, si nota sulla destra la traccia di sentiero
che, seguendo la direzione del filo,
si inoltra nella incassata
valletta e la risale
quasi in linea verticale. La salita non concede un
minimo di tregua e attraversata una
zona costellata da grossi massi,
rasenta le rocce e va ad intersecare il sentiero che
proviene da Canfinello, percorso che faremo in discesa.
Qui
gli amici, in attesa
del mio arrivo,
effettuano la sosta godendosi la
spettacolare visione del Monte
Rosa che appare
incorniciato dalle chiome degli alberi. Proseguendo
nella ripida salita si entra in un bel bosco di faggi e
superate le
rovine di
alcune baite, si
perviene ad una
bella
scalinata su cui grava
una roccia che, curiosamente, ha al suo interno un
rigoglioso faggio che
costituisce un corpo unico con la grossa pietra.
Superiamo lo sbarramento posto ad impedire il passaggio
degli animali che monticano il sovrastante alpe e
percorsi ancora alcuni tornanti, ci ritroviamo sul
pianoro dell’Alpe Col.
L’immancabile
cappella
votiva, sorveglia
dall’alto l’alpeggio già “
caricato ″ in cui
razzolano animali da cortile e pascolano candide
caprette. Procediamo lungo il sentiero che sviluppandosi
lungo il perimetro superiore dell’alpe, si immette
nuovamente nella faggeta che risale per sbucare sulla
radura su cui sorge il suggestivo ed abbandonato
alpe Parela
m. 1365. Superato l’alpe,
abbandoniamo il sentiero che sale in direzione del Pizzo
San Martino e, seguendo gli evidenti segni rossi,
ci incamminiamo in
direzione dell’alpe Loccia.
Dopo una breve discesa, la traccia di sentiero percorre
un esposto pendio ricoperto da un insidioso paglione
molto scivoloso per cui, visto che arrivati all’alpe
dovremmo tornare per la stessa via, riteniamo che sia
più prudente abbandonare l’idea di arrivare all’alpe
Loccia e, ritornati sui nostri passi, raggiungiamo di
nuovo la radura dell’Alpe Parela dove
ci fermiamo per consumare il
nostro pranzo.
Rifocillati e riposati, scattiamo la
foto di gruppo
e ci rimettiamo in cammino ripercorrendo a ritroso il
sentiero fatto in salita. Ritornati
all’Alpe Col
dopo una foto al dirimpettaio
Alpe Briga,
scendiamo di nuovo nella faggeta e giunti al bivio per
Canfinello, seguiamo a destra il
sentiero che scende lungamente
sino a pervenire al Paese che attraversiamo per
immetterci per un breve tratto sul percorso della “ Strà
Granda ″ che ci permette di ritornare al punto in cui
abbiamo parcheggiato l’auto.
Prima di
riprendere la via di casa ci fermiamo ad ammirare il
secentesco
Santuario del Croppo,
dedicato alla ʺ Beata Vergine Maria Bambina ″ (sorto su
una più antica Cappella dedicata alla Natività di
Maria), che per secoli fu meta di assidui pellegrinaggi.
Bellissima giornata in ambiente molto
panoramico e la costante presenza della vista del Monte
Rosa, da sola ripaga la fatica della salita.
![](../../Anno%202013/Uso%20sito%202013/home%20005.gif) |