Val Grande

Anello Alpe Mottàc m. 1690

Partecipanti:  Guppo Escursionisti Valgrande.
 Gita effettuata in data : 10/11-Settembre-2016                                                    

 Partenza da: Faievo m.970
 Dislivello totale : 1850
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 8+8

Come arrivarci: Da Trontano si seguono le indicazioni per Rifugio Parpinasca e si arriva fino all'Alpe Faievo.

 

Con gli amici del Gruppo Escursionisti Valgrande, ci ritroviamo in 20 a Faievo da cui iniziamo a seguire il ben marcato sentiero che ci porta a raggiungere il Rifugio Parpinasca m.1172. Superato il rifugio si sale entrando nel fornale del Motto d’Assero e superati alcuni valloncelli, si lascia a sinistra il sentiero che porta al vicino Alpe Campo e in continua salita si perviene alla sommità della sovrastante Costa dei Bagnoli m.1820 dove si incontra il sentiero che proviene da Noccola m. 1609. Da questo punto il sentiero entra nel vasto fornale di Basagrana lungo il quale, sono ancora evidenti alcuni tratti dell’antica mulattiera che consentiva agli alpigiani di Trontano di raggiungere la Val Grande. Il sentiero compie un ampio giro, supera una fontana di freschissima acqua e giunti sulla verticale della bocchetta si lascia a sinistra la pista che scende alle baite dell’Alpe Sassoledo, visibili sotto di noi. Risalendo una serie di veloci zig zag in breve raggiungiamo la Colma di Basagrana m. 2070 che si apre tra il Tignolino e il Togano. Il panorama che si spalanca sulla Val Grande e verso i laghi a Sud e sull’alta Ossola a Nord, è semplicemente da togliere il fiato. Dalla Colma procediamo a mezza costa percorrendo una interminabile diagonale che con numerosi sali scendi, passa alto sull’Alpe di Basagrana e ci porta a raggiungere la dorsale che unisce la Testa di Menta al Mottàc. Seguendo la cresta scendiamo fino a pervenire al Mottàc ( la mutascia ). In posizione molto panoramica, il Parco Nazionale Val Grande ha recuperato i fatiscenti edifici riservandone una parte, sempre aperta, per gli escursionisti; l'altra è adibita a foresteria, per l'ospitalità di ricercatori e studiosi ed una baita ad uso esclusivo della vigilanza. Prendiamo posto nel bellissimo bivacco e mentre Ingolf si riposa sulla poltrona di Tim ( la guida e tour operator tedesca responsabile della manutenzione del bivacco ), i più si rilassano riprendendosi dalla lunga camminata, c’è chi ritempra lo spirito e c’è chi, fortunatamente per noi, pensa anche a ritemprare il corpo preparando una squisita pasta e fagioli molto gradita da tutti. Dopo una bella foto ricordo scattata sul far del tramonto, ci ritiriamo tutti per una meritata dormita in attesa di ripartire al mattino successivo per compiere il rimanente tratto del percorso che, presentandosi ancora molto lungo ci vedrà impegnati per tutta la giornata. Nonostante il tavolato, tutti abbiamo dormito saporitamente e la mattina di Domenica ci vede tutti svegli di buon ora e il Monte Rosa, dall’alto dei suoi 4.634 metri, ci augura una buona giornata. Riassettato il bivacco, riaffardellati gli zaini ci mettiamo in cammino ripercorrendo un tratto di sentiero percorso il giorno prima in direzione dell’Alpe di Ragozzale m.1906 dove dal 1999 il Parco ha ristrutturato una baita adibendola a bivacco ad uso degli escursionisti. Dall’alpe, con una ulteriore breve salita perveniamo al Passo di Ragozzale, che valichiamo scendendo dalla famosa scala realizzata agli inizi del 700 ed in seguito restaurata: una vera e propria opera di ingegneria alpina ricavata intagliando le rocce della cresta che gli alpigiani di Trontano dovevano superare per raggiungere l’alpe posto sul versante della Val Grande. Dopo aver ampiamente documentato con foto la ciclopica opera, raggiungiamo la base della scala da cui seguiamo una traccia che volgendo a destra ci porta a raggiungere il bel ripiano erboso in cui sono incastonate le baite dell’Alpe Menta m. 1769 che superiamo per poi guadare l’omonimo rio e percorrere in diagonale il traverso che ci conduce allo splendido terrazzo su cui sorge l’Alpe Rina m. 1720. Qui il Gruppo Alpini di Trontano, nel 2006 ha ristrutturato una baita adibendola a bivacco/rifugio sempre aperto e dotato di ogni comfort e molto ben tenuto con nelle vicinanze una sorgente di acqua buonissima dove effettuiamo la sosta pranzo. Riprendiamo il cammino e ci apprestiamo a compiere l’ultimo tratto del percorso, per altro ancora lungo, che ci riporterà a Faievo. Entrati nel fornale di Rina, contorniamo la Punta i Pisoni e scendiamo a raggiungere l’Alpe Nava m. 1727 e successivamente le baite dell’Alpe Pieso m. 1541 da cui in breve torniamo al Rifugio Parpinasca dove veniamo accolti da Rachele, la Presidente del gruppo, salita al rifugio per riceverci con il costume caratteristico delle Donne del Parco. Scattata la foto di rito non ci resta altro che ritornare a Faievo dove si conclude questa affascinante cavalcata che ci ha portati a vivere due giorni in Val Grande raggiungendo l’alpeggio posto in posizione privilegiata, proprio nel bel mezzo del territorio del Parco, da cui si gode di una stupenda panoramica.

Un ringraziamento particolare a tutti gli amici che hanno condiviso questa impegnativa escursione nella suggestiva Val Grande.

http://www.parcovalgrande.it/cets/21.pdf