Val Sesia

    Vallone di Otro ( Im Olter Tol )

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:10-Marzo-2016                                                    

 Partenza da:Alagna m.1191
 Dislivello totale: m.450
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Da qui si prosegue lungo la Statale 229 della Valsesia seguendo per Varallo e  Alagna Valsesia.
 

Sembra incredibile dirlo, ma sono già passati vent’anni dalla nostra prima salita a Follu, infatti era il 1996 quando ancora non conoscevamo un gran che della Valsesia e si andava in perlustrazione basandoci su quanto avevamo letto sulle  varie pubblicazioni che parlavano della valle indicando gli itinerari escursionistici di maggior richiamo. Fra questi non poteva mancare la Valle di Otro descritta come: “ uno dei luoghi più interessanti e suggestivi di tutto l’arco alpino, un vero museo naturale di storia collocato a 1664 metri s.l.m. in cui sono insediati una serie di stupendi villaggi Walser abitati già a partire dal XII secolo e che ancora conservano le caratteristiche principali ″. Da allora ci siamo tornati parecchie volte e in particolare in inverno quando il terreno è innevato e la salita si effettua con le ciaspole. Per festeggiare degnamente l’anniversario, e viste le abbondanti precipitazioni nevose dell’ultimo fine settimana, niente di meglio che ritornare e visitare per l’ennesima volta questo antico insediamento Walser che, in un suggestivo scenario montano (a nostro parere uno dei più belli di tutta la Valsesia), è caratterizzato dal suo impianto architettonico e urbanistico. La salita è sempre quella che avviene sul percorso tradizionale, già più volte descritto, per cui non ci resta altro che fare la magica operazione ( Ctrl C+Ctrl V ) ed ecco fatto: “ Raggiunta Alagna, lasciamo l’auto nel già affollato parcheggio lungo la circonvallazione esterna e si raggiunge l'Unione Alagnese, da cui inizia l’itinerario che, superata la frazione Riale superiore (Oubre Grobe) m 1185, perviene al congiungimento con la strada che sale dalla frazione Resiga (Zar Sogu) m 1154 (altro possibile punto di partenza che può far risparmiare un breve tratto). Dal bivio ha inizio la Olterstiga, ovvero la salita d'Otro. Il sentiero sale nel bosco di conifere, oltrepassato il casolare di Stiga raggiunge e supera una cappelletta e continuando in costante ascesa,  dopo numerosi zig zag, perviene al pianoro su cui sorge il Villaggio di Follu m 1664. All’ingresso del villaggio ci accoglie la bellissima chiesetta edificata nel 1659 e dedicata alla Madonna della Neve. Ai margini del villaggio, sono ancora visibili i muri a secco che sostenevano i campetti in cui venivano coltivati canapa, patate, segale e orzo. Di fronte a noi si apre l’incantevole altopiano di Otro a cui fa da sfondo l’imponente mole del Corno Bianco, mentre il candido manto nevoso è costellato dalle caratteristiche case di legno circondate dai loggiati anticamente usati per far seccare il fieno su cui gravano con tutto il loro peso i grandi e pesanti tetti in pietra presentandoci alla vista le scure baite che contrastano con il candido manto nevoso di cui sono abbondantemente ricoperte; se non fossimo a Marzo, definiremmo il panorama da cartolina natalizia. Alle nostre spalle si staglia nitido contro il celo azzurro il Monte Tagliaferro. Follu è il primo dei villaggi sparsi sull’altopiano di Otro, da qui si dipartono i sentieri che collegano i villaggi di Felleretsch, Ciucche, Dorf, Scarpia e Weng. Dalla chiesetta, procediamo per raggiungere Dorf m. 1640 e Scarpia m 1726 da dove si può proseguire in direzione di Pianmisura Piccola m1728 e Pianmisura Grande m 1854.″ Qui effettuiamo la sosta pranzo e, prima di ritornare sui nostri passi, ci aggiriamo per le case del borgo ammirando le pregevoli lavorazioni fatte con il legno e con la pietra. Ciaspolando nella neve che oramai, dato l’orario, si è notevolmente allentata riguadagniamo il Villaggio di Follu ancora illuminato dal sole che dopo il 14 Febbraio splende su Follu dalle sei del mattino per dodici ore ininterrotte. Il tempo passa molto in fretta e molto a malincuore abbandoniamo questo piccolo angolo di paradiso per intraprendere la discesa e,  ripercorrendo lo stesso itinerario di salita,  ritorniamo al punto da  cui eravamo partiti.

 Ritornare in val d’Otro è sempre un’emozione unica e per fortuna ripetibile, e contribuisce a consolidare il rapporto con un luogo che ci è particolarmente caro e a cui siamo molto  affezionati.