Come arrivare: Percorrere la A 26, da cui si esce
al casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Da qui si
prosegue lungo la Statale 229 della Valsesia seguendo
per Varallo e Alagna Valsesia.
Sembra
incredibile dirlo, ma sono già passati vent’anni dalla
nostra prima salita a Follu, infatti era il 1996 quando
ancora non conoscevamo un gran che della Valsesia e si
andava in perlustrazione basandoci su quanto avevamo
letto sulle varie pubblicazioni che parlavano
della valle indicando gli itinerari escursionistici di
maggior richiamo. Fra questi non poteva mancare la Valle
di Otro descritta come: “ uno dei luoghi più
interessanti e suggestivi di tutto l’arco alpino, un
vero museo naturale di storia collocato a 1664 metri
s.l.m. in cui sono insediati una serie di stupendi
villaggi Walser abitati già a partire dal XII secolo e
che ancora conservano le caratteristiche principali ″.
Da allora ci siamo tornati parecchie volte e in
particolare in inverno quando il terreno è innevato e la
salita si effettua con le ciaspole. Per festeggiare
degnamente l’anniversario, e viste le abbondanti
precipitazioni nevose dell’ultimo fine settimana, niente
di meglio che ritornare e visitare per l’ennesima volta
questo antico insediamento Walser che, in un suggestivo
scenario montano (a nostro parere uno dei più belli di
tutta la Valsesia), è caratterizzato dal suo impianto
architettonico e urbanistico. La salita è sempre quella
che avviene sul percorso tradizionale, già più volte
descritto, per cui non ci resta altro che fare la magica
operazione ( Ctrl C+Ctrl V ) ed ecco fatto: “ Raggiunta
Alagna, lasciamo l’auto nel già
affollato parcheggio
lungo la circonvallazione esterna e si raggiunge
l'Unione Alagnese,
da cui inizia l’itinerario che, superata la frazione
Riale superiore (Oubre Grobe) m 1185, perviene al
congiungimento con la strada che sale dalla frazione
Resiga (Zar Sogu) m 1154 (altro possibile punto di
partenza che può far risparmiare un breve tratto). Dal
bivio ha
inizio la
Olterstiga, ovvero la
salita d'Otro. Il sentiero sale nel bosco di conifere,
oltrepassato il
casolare di
Stiga raggiunge e
supera una
cappelletta
e continuando in costante ascesa, dopo numerosi
zig zag, perviene al pianoro su cui sorge il Villaggio
di Follu m 1664. All’ingresso del villaggio ci accoglie
la bellissima chiesetta
edificata nel 1659 e
dedicata alla Madonna della Neve. Ai margini del
villaggio, sono ancora visibili i muri a secco che
sostenevano i campetti in cui venivano coltivati canapa,
patate, segale e orzo. Di fronte a noi si apre
l’incantevole altopiano di Otro
a cui fa da sfondo l’imponente mole del
Corno Bianco,
mentre il candido manto nevoso è costellato dalle
caratteristiche case di legno
circondate dai loggiati anticamente usati per far
seccare il fieno su cui gravano con tutto il loro peso i
grandi e pesanti tetti in pietra presentandoci alla
vista
le scure baite che
contrastano con il candido manto nevoso
di cui sono abbondantemente ricoperte; se non fossimo a
Marzo, definiremmo il panorama da cartolina natalizia.
Alle nostre spalle si staglia nitido contro il celo
azzurro il
Monte
Tagliaferro. Follu è
il primo dei villaggi sparsi sull’altopiano di Otro, da
qui si dipartono i sentieri che collegano i villaggi di
Felleretsch, Ciucche, Dorf, Scarpia e Weng. Dalla
chiesetta, procediamo per raggiungere
Dorf
m. 1640 e
Scarpia
m 1726 da dove si può proseguire in direzione di
Pianmisura Piccola m1728 e Pianmisura Grande m 1854.″
Qui effettuiamo la sosta pranzo e, prima di ritornare
sui nostri passi, ci aggiriamo per le case del borgo
ammirando le pregevoli
lavorazioni fatte con il legno e con la pietra.
Ciaspolando nella neve che oramai, dato l’orario, si è
notevolmente allentata riguadagniamo
il Villaggio di Follu
ancora illuminato dal sole che dopo il 14 Febbraio
splende su Follu dalle sei del mattino per dodici ore
ininterrotte. Il tempo passa molto in fretta e molto a
malincuore abbandoniamo questo piccolo angolo di
paradiso per intraprendere la discesa e,
ripercorrendo lo stesso itinerario di salita,
ritorniamo al punto da cui eravamo partiti.
Ritornare in val d’Otro è sempre un’emozione unica e
per fortuna ripetibile, e contribuisce a consolidare il
rapporto con un luogo che ci è particolarmente caro e a
cui siamo molto affezionati.
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