Valle Vigezzo

                     Druogno-Masera " la Via del Mercato "

 
 Gita effettuata in data:1-Dicembre-2016                                                    

 Partenza da: Druogno m. 831
 Dislivello totale: m. -574
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Prima di iniziare a salire lungo la SS337, sulla destra si raggiunge la stazione ferroviaria di Masera dove si lascia l’auto nel piccolo parcheggio.

Uno dei modi migliori per conoscere ed apprezzare i contenuti storici della Valle Vigezzo è quello di percorrere la “ Via del Mercato ‟ l’antica strada che collegava Domodossola con Locarno. Era la strada percorsa dal Medioevo al XIX secolo da mercanti e boscaioli, mandriani ed emigranti che passavano per traffici e lavoro dal Ticino all’Ossola. Oggi larga parte della strada è coperta dall’attuale strada statale, ma è ancora possibile ripercorrere l’antico itinerario utilizzando la rete dei sentieri che ancora collega tra loro i villaggi vigezzini. Prima che arrivi l’inverno e la neve ricopra tutto con il suo candido manto bianco, per apprezzare al meglio gli affascinanti paesaggi, le calde tonalità dei colori e le sfumature che la natura ci offre in questo periodo autunnale, usufruiamo dei ritmi lenti dello storico trenino blu, la suggestiva “ Ferrovia Vigezzina-Centovalli ‟ per osservare dal finestrino i paesaggi colorati tra Masera e Druogno, per poi affidarci ai ritmi ancora più lenti del camminare per far ritorno a Masera seguendo l’antico percorso. Raggiunta la stazione ferroviaria di Masera, lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio e ci mettiamo in attesa del treno delle 9,32 che arriva in perfetto orario. Prendiamo posto in carrozza e, preso il biglietto ( lo si fa sul treno pagando al capotreno ) ci sediamo vicino ai finestrini da cui ammiriamo i piacevoli scorci paesaggistici che il lento avanzare del treno fa scorrere sotto i nostri occhi. La Valle Vigezzo, non a caso conosciuta come “Valle dei pittori”, in questa stagione regala scorci davvero unici e meravigliosi sui boschi illuminati e sui borghi che impreziosiscono il territorio. Giunti a Druogno, termina il nostro viaggio in treno e diamo inizio al nostro cammino. Dalla stazione di Druogno (831 m.), passando davanti alla bella Parrocchiale dedicata a San Silvestro, saliamo a Sasseglio dove, grazie alla cortesia dei proprietari, visitiamo il vecchio mulino, da cui ci immettiamo lungo lo sterrato che va sotto il nome di " sentiero dei Rastellini ", una larga strada che si sviluppa in piano lungo quasi 2 km, tra castagni, betulle, ginestre da cui si ha una bella prospettiva sulla valle sottostante. Percorriamo il sentiero contrassegnato dal segnavie M0 e, scendiamo a valle, superiamo il ponte in cemento che ci permette di raggiungere il vasto pianoro morenico su cui è adagiato il paese di Coimo ( 817 m.). Visitiamo il borgo, in cui ancora esiste il caratteristico forno a legna per la cottura del famoso pane nero di segale e quello "dolce" con uvetta e noci e per altre ricette di dolci tipici, e la Parrocchiale dedicata a Sant'Ambrogio, costruita in posizione decentrata rispetto al nucleo abitato, secondo un'antica tradizione, la chiesa di S. Ambrogio di Coimo, sarebbe la più antica della Valle Vigezzo. Prima di continuare nel nostro cammino, ci rechiamo presso “ ul neguziet da Cöiam ” gestito dalla simpatica e cortese Chiara. Negozio che vale la pena visitare in quanto oltre alla cortesia della proprietaria vi si trovano molti prodotti tipici nostrani di ottima qualità, se si è in valle consigliamo di allungare la strada e fare una scappata a Coimo, ne vale la pena. Uscendo dal paese, risaliamo per un breve tratto la strada asfaltata fino a raggiungere una cappella da cui scendendo a sinistra, seguendo le indicazioni per Mozzio, incontriamo il lavatoio coperto, ancora oggi utilizzato. Poco oltre si incontra una baita riattata ristrutturando i resti di un vecchio mulino e si raggiunge una cappelletta da cui si scende ad attraversare un corso d’acqua e dal ponte si continua per prati sino a pervenire al piccolo nucleo di Mozzio m.745 dove diverse baite sono state modernamente ristrutturate. Lasciamo il piccolo borgo e continuando a seguire le indicazioni del sentiero M0, ci abbassiamo nel bosco sino a raggiungere le indicazioni per Cà Turbin, da qui per non perdere quota, ci inoltriamo a destra percorrendo il tratto del vecchio sentiero ripulito recentemente dall’amico Tim e, districandoci un po fra i rovi, raggiungiamo Paiesco m. 625. Al caldo sole autunnale, accomodandoci su di un comodo tavolo, effettuiamo la sosta pranzo. Prima di ripartire ci aggiriamo per il paese dove esistono ancora: il forno recentemente restaurato, alcune fontane e su una casa una sbiadita scritta testimonia che all’interno di questo luogo c’era il bancone di un’osteria. Lasciamo il piccolo borgo e ci incamminiamo lungo la mulattiera conosciuta come la “ Strà dei Busin ” ( il toponimo sembra riferito ai luoghi che si trovano lungo il percorso in cui si raccoglievano le foglie che servivano da lettiera per gli animali), in breve raggiungiamo l’Oratorio di Santa Elisabetta che ha incorporato la cinquecentesca cappella dedicata alla Madonna di Camana, poco visibile in quanto protetta da una grata a maglia fitta. Continuando nella discesa, incontriamo la Cappella del Campasc e successivamente superiamo l’Oratorio di S. Antonio m. 500, oramai quasi sommerso dai rovi e, superata una zona franosa in cui bisogna prestare particolare attenzione, procediamo arrivando alla chiesetta di S. Antonio da cui proseguiamo in direzione di Merro, dove visitiamo l’antico torchio, e Piazza da cui seguendo i segnavia con bollino verde, raggiungiamo di nuovo Masera concludendo così questa particolare escursione che, con l’utilizzo della Ferrovia Vigezzina, ci ha permesso di effettuare un’escursione fuori dai soliti schemi per ammirare la bellissima Val Vigezzo da un punto di vista particolare attraversando località di notevole interesse.