Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire sulla superstrada in direzione
Crevoladossola. Dall'uscita seguire la vecchia strada
per la Val Formazza e parcheggiare vicino al
Municipio.
Il
comune di Crevoladossola, famoso per le sue cave di
marmo bianco, oltre al capoluogo include cinque
principali frazioni
(Caddo, Preglia, Crevola, Oira,
Pontemaglio),
che a loro volta comprendono ben oltre
200 nuclei abitativi che affondano le proprie radici nel
lontano passato, ognuna
è caratterizzata da qualche particolarità e attrattiva.
La nostra escursione odierna è rivolta a scoprire e
visitare alcuni di questi nuclei abitativi,
veri e propri musei all'aperto dell'architettura e della
cultura rurale,
dove ancora resistono
tratti di vecchie mulattiere e antiche abitazioni
dai pesanti tetti in beola. Lasciata l’auto nel
parcheggio adiacente al Comune,
ci
incamminiamo in direzione della Val Divedro
seguendo per un tratto la strada asfaltata sino ad
incontrare il cartello che indica la frazione di
Villa Dell’Oro.
Abbandoniamo la statale e iniziamo a risalire
la
ripida strada che sale alla località Lorgino. Qui ci
soffermiamo per “ visitare ″ l’omonima
cava di marmo
dalla quale si estrae una dolomia bianca, definita
impropriamente da sempre “ il marmo bianco di Crevola ”,
molto noto non solo in Ossola. Il giacimento, sfruttato
già al tempo dei romani, nei secoli ha fornito materiale
da costruzione utilizzato per realizzare il Duomo
di Pavia nel XIV° secolo e per il colonnato e le statue
dell’Arco della Pace di Milano. Osservati i giganteschi
macchinari e le varie attività che si svolgono
all’interno del grande anfiteatro da cui vengono
estratti
blocchi di grandi dimensioni,
riprendiamo il cammino e raggiungiamo la piccola borgata
di Pinone m. 467 dove visitiamo il piccolo Oratorio dei
Santi Carlo, Rocco e Sebastiano che presenta sulla
facciata una
pregevole formella marmorea
raffigurante la Vergine con il bambino. Proseguendo nel
cammino, percorriamo la bella mulattiera che sale alla
frazione di Enso m. 582, superata la cappelletta,
scendiamo alla cava superiore dove incontriamo
Ermanno,
amico di Attilio, e
Walter
( il capo cava ) che molto gentilmente ci fa da
accompagnatore dandoci molte informazioni sulle attività
che si svolgono in cava e sui
mezzi utilizzati.
Lasciamo l’immenso cantiere e ritornando sui nostri
passi, raggiungiamo il piccolo
Oratorio dedicato a San Bernardo
e ci immettiamo fra le
caratteristiche case
di Enso e Simbo per tornare sulla strada asfaltata che
seguiamo fino a che raggiungiamo l’area
feste attrezzata dal Gruppo Alpini di Crevoladossola
in località Scezza. In vista delle prime strutture, una
larga pista, si inoltra sulla sinistra e, percorsi pochi
metri volgendo ancora a sinistra un sentierino non
segnalato, entra in una bella pineta e la risale
giungendo in breve al
Colle di Croppargino
m. 713
che rappresenta la massima elevazione della giornata.
Qui, affacciato sulla valle Divedro, sorge l’Oratorio
di Santa Croce
edificato a partire dal 1838 sulla cui facciata un
affresco raffigura S. Giulio
che allontana i serpenti dal Lago d’Orta. Lasciamo il
colle e scendiamo in direzione della frazione
Simbo
m. 658 che con le sue poche case sembra emergere da un
mare verde, entriamo nel bosco dove aggirandoci fra i
numerosi terrazzamenti
troviamo la mulattiera che scende a raggiungere
Cuslone,
altro bellissimo borgo posto sotto la Colmine, e
continuando sul sentiero che la vegetazione va man mano
ricoprendo, perveniamo alla panoramica frazione di
Cresto m. 550 dove ci rechiamo alla
trattoria Scarparo.
Qui ci attende la
simpatica e cordiale Marianna
che, precedentemente avvertita, ci ha preparato un
pranzo a base di genuini prodotti tipici locali che
caratterizzano ed esaltano la
squisita cucina casalinga della trattoria.
Al termine dell’abbondante pranzo a cui ha fatto seguito
un caffè pieno di errori e quindi necessario di molte “
correzioni ″, ringraziamo e salutiamo la
simpaticissima Marianna
e, molto soddisfatti dall’ottimo rapporto
qualità-prezzo, nostro malgrado abbandoniamo il locale
per intraprendere la via del ritorno. Scendiamo seguendo
le
indicazioni per Castagnolo
che raggiungiamo dopo aver superato
il
bacino di captazione dell’Enel
che convoglia le acque alla sottostante centrale.
Ritornati sulla strada asfaltata, in vista del cartello
che indica la
frazione di Ternaro,
sulla sinistra scende un sentiero che in breve raggiunge
la strada della Val Formazza, sbucando proprio davanti
al Municipio dove abbiamo lasciato l’auto. Per
completare la visita, scendiamo a visitare la
Chiesa Parrocchiale
dei Santi Pietro e Paolo,
posta in posizione dominante sulla sottostante pianura
ossolana. Come molte altre chiese oggi purtroppo è
chiusa e quindi non possiamo ammirare il suo interno e
le bellissime
vetrate policrome,
realizzate dalla bottega artigiana di Hans Funk ( uno
dei più importanti vetrai Bernesi dell’epoca ), che
giunsero a Crevola trasportate a dorso di mulo lungo la
Via del Gries. Avendola
già visitata nel corso di una precedente escursione,
per nostra fortuna, ne conserviamo il ricordo e la
documentazione fotografica. Non ci resta che recarci a
visitare anche la vicina
centrale Enel,
un capolavoro di architettura industriale degli anni 20.
Fu progettata dal famoso architetto Piero Portaluppi nel
1923 e fu completata nel 1925. La
centrale, caratterizzata da una
particolarissima torre a pagoda,
fu realizzata nell’ambito del progetto di sfruttamento
dell’energia idroelettrica che ha portato alla
realizzazione in Ossola di numerose dighe e dei relativi
impianti idroelettrici. Siamo giunti al termine di
questa bella escursione che ci ha dato modo di visitare
i nuclei antichi collocati in posizioni soleggiate che,
grazie al sapiente utilizzo della pietra come materiale
privilegiato da costruzione, hanno conservato ancora in
molte parti la loro integrità rimanendo a testimoniare
il passato
di una comunità agricola/montana che lentamente ha
abbandonato il territorio per dedicarsi ad attività più
redditizie.
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