Come arrivare:
dall'autostrada A7 si
esce al casello di Isola del Cantone e si seguono le
indicazioni per Vobbia che si raggiunge dopo 11 Km. La
località Torre è raggiungibile attraverso una strada in
salita che si trova sulla sinistra, poco prima
dell’ingresso in paese.
Vobbia, a circa 40 Km da Genova, è un paese dell’Appenino
Ligure, situato nella valle omonima nell'alta Valle
Scrivia, all’interno del Parco Naturale Regionale del
Monte Antola nell’Appennino Ligure che conserva un
inestimabile tesoro architettonico: il
Castello della Pietra.
Il castello prende il nome dal suo titolare "Opizzone
della Pietra" la cui famiglia assunse l’appellativo di
"della Pietra", proprio per il legame con l'ardita
fortezza. Quando Attilio ce ne parlò, mostrandoci alcune
foto del maniero, il desiderio di andare a vederlo e
conoscerlo scattò inesorabilmente e bisognava solo
creare l’occasione per effettuare l’escursione:
occasione che finalmente è arrivata. All’orario
convenuto, ci ritroviamo in 12 all’uscita
dall’autostrada e procediamo in direzione di Vobbia,
lungo la strada provinciale si incontra, sulla sinistra,
un parcheggio che ospita anche un’area ristoro: da lì
parte il sentiero
che porta all’ingresso della fortificazione (si tratta
del sentiero più breve: 20 minuti di cammino).Qui ci
dividiamo in due gruppi, i meno disposti a camminare
decidono di seguire questo percorso, mentre il secondo
gruppo intende “ conquistare ″ il castello percorrendo
il “ sentiero dei castellani ” che prende avvio dalla
località Torre. Raggiunto il luogo di partenza, tra le
case della frazione, un
cartello
aiuta ad individuare l’inizio del sentiero.
Attraversato un ponticello,
si lascia a destra il Rio Creuze e si inizia a salire a
mezza costa raggiungendo in breve
il Poggetto,
prima tappa del percorso e ottimo punto panoramico sull’abitato
di Vobbia
e sulle Rocche del Reopasso. Purtroppo oggi una
fastidiosa nebbiolina impedisce di godere appieno delle
visioni panoramiche che si potrebbero avere durante il
percorso. Si continua in piano seguendo il
ben marcato sentiero
articolato in dieci tappe. Pannelli divulgativi
delineano ad ogni tappa le peculiarità del tratto che si
sta percorrendo, offrendo occasioni di lettura del
territorio e introducono all’atmosfera un po magica del
castello a cui siamo diretti. Il sentiero si sviluppa
lungo il
canyon del Torrente Vobbia
ed è dato all’escursionista la possibilità di conoscere
le tradizioni della gente che abitava questi luoghi.
Come sulle nostre montagne, il castagno rappresentava un
elemento essenziale per l’economia, rovine di un
essiccatoio
( la grà ) restano a testimoniare l’antica pratica della
conservazione delle castagne, anche qui principale
risorsa alimentare, pari importanza aveva la produzione
del carbone di legna. Continuando a percorrere il
piacevole sentiero, messo in sicurezza
nei punti che potrebbero creare qualche difficoltà, per
altro inesistenti, si raggiungono le altre piantane
dotate di cartelli illustrativi che segnalano le
caratteristiche del luogo in cui ci si trova.
Continuando il percorso, il sentiero costeggia alcune
rocce di puddinga
che da ora in avanti caratterizzeranno il percorso.
Superato un
tratto attrezzato
con corda metallica, il sentiero scende leggermente e
scorrendo fra grandi rocce, entra di nuovo nel bosco e
raggiunge il punto da cui si ha il
primo avvistamento del Castello della Pietra
che, quasi inaspettatamente, avvolto dalla nebbia,
emerge dalla fitta vegetazione e sembra fondersi in un
tutt'uno con la roccia. Il sentiero attraversa ora la “
zona umida ” ( tappa N° 7 ), per affrontare l’ultimo
tratto di percorso lungo il quale si incontra un’area
attrezzata con tavoli e panche.
Giunti in prossimità della costruzione,
il conglomerato affiora prepotentemente
ed il panorama è dominato dalla
mole imponente e maestosa del Castello
che si delinea contro il cielo. Raggiungerlo è piuttosto
agevole grazie ad un pittoresco passaggio a strapiombo
sulla valle protetto da una
robusta ringhiera di ferro
fino a pervenire ad una stretta
porta d’ingresso.
Finalmente dopo averlo tanto ammirato in fotografia, ci
ritroviamo al cospetto di uno dei più straordinari
edifici fortificati della Liguria, inserito nella lista
dei "Monumenti Nazionali Italiani", può essere
considerato il capolavoro dell’architettura castellana
della Valle Scrivia. Inconfondibile per la sua foggia,
collocato fra due ripidissime guglie rocciose,
all’apparenza irraggiungibile, suscita in chi lo osserva
un’impressione di totale invulnerabilità. Il fortilizio,
costruito intorno all’anno mille per volere dei vescovi
di Tortona, situato in una affascinante posizione,
rivela la sua funzione di controllo del territorio lungo
la via del sale che
collegava Genova
alle città della pianura padana. Numerose furono le
insigne famiglie genovesi che annoverarono fra le loro
proprietà questo castello, prima Opizzone della Pietra,
poi gli Spinola, gli Adorno fintantoché, alla
soppressione dei Feudi Imperiali, le truppe napoleoniche
lo occuparono e successivamente lo misero a ferro e
fuoco. Il bronzo dei cinque cannoni posti a difesa
divennero le campane della chiesa di Crocefieschi. Da
allora il castello conobbe un periodo di rovina
fintantoché e solo grazie all’interessamento del Centro
Studi Storici per l’Alta Valle Scrivia e al
finanziamento della Provincia di Genova, il castello è
stato completamente ristrutturato e reso fruibile al suo
interno. All’ingresso veniamo cortesemente accolti da
Roberta e Paolo,
le guide ambientali che con professionalità e
competenza, accompagnano i turisti nella visita al
castello. Roberta, molto appassionata al suo compito, si
incarica di accompagnare
il nostro gruppo
ed inizia a raccontarci la formidabile storia del
castello. L'interno è spoglio ma, oltre alla sua
posizione inaccessibile che garantiva la massima
protezione all’edificio, possiamo ammirare un ingegnoso
sistema di approvvigionamento idrico in cui
enormi cisterne
servivano a convogliare l’acqua piovana che assicurava
una consistente riserva d’acqua e quindi una lunga
autonomia in caso di assedi, rendendo il castello
difficilmente espugnabile: uno splendido esempio di
architettura militare del medioevo in cui il castellano
e la sua corte vivevano e riscuotevano i pedaggi:
praticamente una sorta di casello medievale. Completato
il giro del castello, dopo esserci complimentati con
Roberta e Paolo per la competenza con cui illustrano le
vicende che hanno interessato la storia del maniero e le
sue fasi di ristrutturazione, ci congediamo ed
abbandoniamo il castello. Per stare tutti in compagnia,
ci uniamo al gruppo che era salito dal sentiero breve e
tutti insieme
scendiamo
sino a raggiungere il
punto di ristoro,
purtroppo chiuso in questo periodo, dove
sostiamo
per consumare il nostro pranzo. Rimettendoci in cammino,
dopo pochi passi, raggiungiamo di nuovo la strada
provinciale da dove Massimo, dopo aver recuperato l’auto
nel parcheggio che dista circa 500 metri dall’ingresso,
accompagnerà Claudio e Peppo a Torre dove erano rimaste
le auto del gruppo salito lungo il sentiero dei
castellani.
Dopo una fermata a Vobbia, dirigiamo verso casa
soddisfatti per aver fatto un viaggio indietro nel tempo
che ci ha portato a rievocare un’altra epoca percorrendo
un suggestivo tragitto nel bel mezzo di una natura
rigogliosa.
Affascinante escursione consigliata per la
particolarità del luogo.
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