Val Vobbia

Il Castello della Pietra
 
 
 Gita effettuata in data:09-Ottobre-2016                           

  

 Partenza da:Vobbia loc.Torre  m.450
 Dislivello totale: m.240
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 2,00

Come arrivare: dall'autostrada A7 si esce al casello di Isola del Cantone e si seguono le indicazioni per Vobbia che si raggiunge dopo 11 Km. La località Torre è raggiungibile attraverso una strada in salita che si trova sulla sinistra, poco prima dell’ingresso in paese.

 

 

Vobbia, a circa 40 Km da Genova, è un paese dell’Appenino Ligure, situato nella valle omonima nell'alta Valle Scrivia, all’interno del Parco Naturale Regionale del Monte Antola nell’Appennino Ligure che conserva un inestimabile tesoro architettonico: il Castello della Pietra. Il castello prende il nome dal suo titolare "Opizzone della Pietra" la cui famiglia assunse l’appellativo di "della Pietra", proprio per il legame con l'ardita fortezza. Quando Attilio ce ne parlò, mostrandoci alcune foto del maniero, il desiderio di andare a vederlo e conoscerlo scattò inesorabilmente e bisognava solo creare l’occasione per effettuare l’escursione: occasione che finalmente è arrivata. All’orario convenuto, ci ritroviamo in 12 all’uscita dall’autostrada e procediamo in direzione di Vobbia, lungo la strada provinciale si incontra, sulla sinistra, un parcheggio che ospita anche un’area ristoro: da lì parte il sentiero che porta all’ingresso della fortificazione (si tratta del sentiero più breve: 20 minuti di cammino).Qui ci dividiamo in due gruppi, i meno disposti a camminare decidono di seguire questo percorso, mentre il secondo gruppo intende “ conquistare ″ il castello percorrendo il “ sentiero dei castellani ” che prende avvio dalla località Torre. Raggiunto il luogo di partenza, tra le case della frazione, un cartello aiuta ad individuare l’inizio del sentiero. Attraversato un ponticello, si lascia a destra il Rio Creuze e si inizia a salire a mezza costa raggiungendo in breve il Poggetto, prima tappa del percorso e ottimo punto panoramico sull’abitato di Vobbia e sulle Rocche del Reopasso. Purtroppo oggi una fastidiosa nebbiolina impedisce di godere appieno delle visioni panoramiche che si potrebbero avere durante il percorso. Si continua in piano seguendo il ben marcato sentiero articolato in dieci tappe. Pannelli divulgativi delineano ad ogni tappa le peculiarità del tratto che si sta percorrendo, offrendo occasioni di lettura del territorio e introducono all’atmosfera un po magica del castello a cui siamo diretti. Il sentiero si sviluppa lungo il canyon del Torrente Vobbia ed è dato all’escursionista la possibilità di conoscere le tradizioni della gente che abitava questi luoghi. Come sulle nostre montagne, il castagno rappresentava un elemento essenziale per l’economia, rovine di un essiccatoio ( la grà ) restano a testimoniare l’antica pratica della conservazione delle castagne, anche qui principale risorsa alimentare, pari importanza aveva la produzione del carbone di legna. Continuando a percorrere il piacevole sentiero, messo in sicurezza nei punti che potrebbero creare qualche difficoltà, per altro inesistenti, si raggiungono le altre piantane dotate di cartelli illustrativi che segnalano le caratteristiche del luogo in cui ci si trova. Continuando il percorso, il sentiero costeggia alcune rocce di puddinga che da ora in avanti caratterizzeranno il percorso. Superato un tratto attrezzato con corda metallica, il sentiero scende leggermente e scorrendo fra grandi rocce, entra di nuovo nel bosco e raggiunge il punto da cui si ha il primo avvistamento del Castello della Pietra che, quasi inaspettatamente, avvolto dalla nebbia, emerge dalla fitta vegetazione e sembra fondersi in un tutt'uno con la roccia. Il sentiero attraversa ora la “ zona umida ” ( tappa N° 7 ), per affrontare l’ultimo tratto di percorso lungo il quale si incontra un’area attrezzata con tavoli e panche. Giunti in prossimità della costruzione, il conglomerato affiora prepotentemente ed il panorama è dominato dalla mole imponente e maestosa del Castello che si delinea contro il cielo. Raggiungerlo è piuttosto agevole grazie ad un pittoresco passaggio a strapiombo sulla valle protetto da una robusta ringhiera di ferro fino a pervenire ad una stretta porta d’ingresso. Finalmente dopo averlo tanto ammirato in fotografia, ci ritroviamo al cospetto di uno dei più straordinari edifici fortificati della Liguria, inserito nella lista dei "Monumenti Nazionali Italiani", può essere considerato il capolavoro dell’architettura castellana della Valle Scrivia. Inconfondibile per la sua foggia, collocato fra due ripidissime guglie rocciose, all’apparenza irraggiungibile, suscita in chi lo osserva un’impressione di totale invulnerabilità. Il fortilizio, costruito intorno all’anno mille per volere dei vescovi di Tortona, situato in una affascinante posizione, rivela la sua funzione di controllo del territorio lungo la via del sale che collegava Genova alle città della pianura padana. Numerose furono le insigne famiglie genovesi che annoverarono fra le loro proprietà questo castello, prima Opizzone della Pietra, poi gli Spinola, gli Adorno fintantoché, alla soppressione dei Feudi Imperiali, le truppe napoleoniche lo occuparono e successivamente lo misero a ferro e fuoco. Il bronzo dei cinque cannoni posti a difesa divennero le campane della chiesa di Crocefieschi. Da allora il castello conobbe un periodo di rovina fintantoché e solo grazie all’interessamento del Centro Studi Storici per l’Alta Valle Scrivia e al finanziamento della Provincia di Genova, il castello è stato completamente ristrutturato e reso fruibile al suo interno. All’ingresso veniamo cortesemente accolti da Roberta e Paolo, le guide ambientali che con professionalità e competenza, accompagnano i turisti nella visita al castello. Roberta, molto appassionata al suo compito, si incarica di accompagnare il nostro gruppo ed inizia a raccontarci la formidabile storia del castello. L'interno è spoglio ma, oltre alla sua posizione inaccessibile che garantiva la massima protezione all’edificio, possiamo ammirare un ingegnoso sistema di approvvigionamento idrico in cui enormi cisterne servivano a convogliare l’acqua piovana che assicurava una consistente riserva d’acqua e quindi una lunga autonomia in caso di assedi, rendendo il castello difficilmente espugnabile: uno splendido esempio di architettura militare del medioevo in cui il castellano e la sua corte vivevano e riscuotevano i pedaggi: praticamente una sorta di casello medievale. Completato il giro del castello, dopo esserci complimentati con Roberta e Paolo per la competenza con cui illustrano le vicende che hanno interessato la storia del maniero e le sue fasi di ristrutturazione, ci congediamo ed abbandoniamo il castello. Per stare tutti in compagnia, ci uniamo al gruppo che era salito dal sentiero breve e tutti insieme scendiamo sino a raggiungere il punto di ristoro, purtroppo chiuso in questo periodo, dove sostiamo per consumare il nostro pranzo. Rimettendoci in cammino, dopo pochi passi, raggiungiamo di nuovo la strada provinciale da dove Massimo, dopo aver recuperato l’auto nel parcheggio che dista circa 500 metri dall’ingresso, accompagnerà Claudio e Peppo a Torre dove erano rimaste le auto del gruppo salito lungo il sentiero dei castellani. Dopo una fermata a Vobbia, dirigiamo verso casa soddisfatti per aver fatto un viaggio indietro nel tempo che ci ha portato a rievocare un’altra epoca percorrendo un suggestivo tragitto nel bel mezzo di una natura rigogliosa.

 Affascinante escursione consigliata per la particolarità del luogo.