Valle Ossola

Anello di Capraga

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:6-Aprile-2016                                                    

 Partenza da:Premosello m.222
 Dislivello totale: m.890
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 5,00

Come arrivare: Da Gravellona Toce si procede sulla Statale del Sempione fino all’uscita di Premosello. Usciti dalla Statale: si attraversa il ponte sul Fiume Toce, si raggiunge Cuzzago e si prosegue fino ad arrivare in paese dove di fronte al Municipio ( piazza Bolzani ) si parcheggia l’auto.

 

La gita di oggi è una ripetizione di quanto fatto in precedenza, ma ritornare sui monti di Colloro è sempre un piacere soprattutto se in compagnia di qualche amico che ancora non conosce la zona. Ci ritroviamo a Premosello, sul sagrato della chiesa parrocchiale Maria Vergine Assunta risalente alla fine del XVI secolo o ai primi decenni del secolo successivo che al suo interno conserva pregevoli arredi lignei in stile barocco. Riunita la compagnia, ci incamminiamo in direzione della filiale della Banca Popolare di Novara da cui svoltiamo a sinistra immettendoci in via Varetta, per poi passare sotto il balcone di una vecchia casa, arrivando dopo pochi metri alla località “ Riasciual “dove inizia la mulattiera che sale a raggiungere la frazione di Colloro m.468. Colloro è un villaggio che si estende su un terrazzo proteso sulla valle che riceve il sole tutto l'anno, un detto popolare recita: "una giornata invernale di sole, a Colloro è mezza primavera ″. Nella frazione sono ancora presenti antiche costruzioni rurali come il torchio seicentesco. Lungo il percorso sono collocati tabelloni informativi che descrivono, con immagini e brevi testi, momenti di vita di una comunità di montagna, accompagnando lungo un ipotetico "viaggio nel tempo", attraverso storie di fatiche e lotte per la sopravvivenza in un territorio e in una natura difficili. Percorriamo le viuzze del paese per raggiungere l’Oratorio di San Gottardo, dedicato ad un vescovo tedesco che diventò patrono del paese. Risaliamo la scalinata e dal sagrato seguiamo il sentiero segnalato che, con una lunga diagonale, si alza in direzione di Capraga. Alzandoci di quota arriviamo ad un poggio su cui, in posizione panoramica, sorge l’antica cappella d'la Burèta risalente al XV sec.,raffigurante S. Antonio Abate. Dopo un ulteriore breve tratto raggiungiamo la Chiesa di San Bernardo risalente al XV secolo, m. 818 che si ritiene derivante dall’ampliamento di una cappelletta costruita dopo il “ flagello delle cavallette ″ del 1364 per proteggere i campi dai danni provocati dalle voraci locuste. Dopo una sosta, riprendiamo il cammino seguendo il sentiero di sinistra che raggiunge le baite di Biogno per poi raggiungere la strada asfaltata ed in breve giungiamo a Capraga m 951, il cui toponimo sintetizza con immediatezza la sua principale attività e la sua storia. Un proverbio dice che Capraga è: “ un paes gres, via la fiòca, al vanza fò i sess ″ (paese grasso, via la neve, saltano fuori i sassi). Dopo una sosta alla fontana prendiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Pianoni. Il sentiero porta a superare l’impervia Val delle Chiese che, nonostante presenti alcuni tratti esposti, grazie a delle catene che ne facilitano l’attraversamento, è percorribile in tutta sicurezza. Superato il tratto più difficoltoso, giungiamo al bivio dei Pianoni, tralasciamo il sentiero che sale a destra e scendiamo a sinistra (segnavie A34) fino alle baite di Pianoni dove effettuiamo la sosta pranzo in attesa di essere raggiunti da Tim  lo yeti tedesco ″ che, sempre alla ricerca di antichi sentieri, proviene dalla Cava della Cremosina.  Scattata la foto di gruppo, ricarichiamo gli zaini e scendiamo a Pianoni di sotto dove aggirandoci fra i ruderi dell’alpe sono ancora visibili attrezzi usati nel passato e bellissime vasche per la raccolta delle acque. Continuiamo lungo il sentiero sempre ben segnato che attraversa il bosco, tornato ad occupare il territorio che l’uomo gli aveva sottratto, e scendiamo fino all’alpe Sona dove Tim (http://www.piemont-trekking.it/) ci saluta per ritornare verso Vogogna, mentre noi continuiamo nella nostra discesa giungendo  alla solitaria baita “ la Cà ″. Da quest’ultima località continuiamo lungo il curioso sentiero, dove quasi su ogni pianta è affisso un cartello che riporta vari proverbi e sagge massime. Dopo una ripida discesa raggiungiamo  l’antico villaggio di Genestredo da cui ci immettiamo sul percorso geologico predisposto dal Parco Valgrande denominato “Viaggio nelle profondità della terra″ che passa vicino a ciò che resta della Rocca di Vogogna, una fortezza difensiva di avanposto, che sorge sulla sommità dell'alta rupe che sovrasta il borgo e il Castello Visconteo, che con le altre torri costruite lungo le catene montuose del territorio fu di grande importanza per le segnalazioni, da questa favorevole posizione era possibile controllare e difendere l'intera bassa Ossola. Dalla Rocca, di probabile origine longobarda,  percorriamo tutto il tratto sotto costa che, alternando tratti in saliscendi in cui i passaggi più esposti sono messi in sicurezza, raggiunge la piana di Vogogna dove in un prato terminano i segnavia.  Stando sotto montagna, si raggiunge e si supera un piccolo laghetto, adibito ad allevamento ittico, e oltrepassate alcune aziende ci immettiamo su un viottolo di campagna che porta a raggiungere la strada asfaltata da cui piegando a sinistra si supera una cappella e ci immettiamo in Via G. Cuzzi e ritorniamo a Premosello ritrovandoci di nuovo nel punto in cui sorge il monumento all’alpigiano e dove termina questa bellissima escursione che ci ha portati a ripercorrere antichi sentieri che, ancora oggi, parlano della smisurata fatica fatta dagli alpigiani per sopravvivere. Percorrendo questo tragitto fra Vogogna e Premosello, attrezzato con pannelli esplicativi, si ha l'eccezionale opportunità di "attraversare" la crosta continentale, osservando rocce formatesi a differenti profondità e in periodi diversi.