Alta Engadina

Trenino Rosso del Bernina

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:31-Gennaio-2016                                                    

 Partenza da: Saint Moritz.
 Dislivello totale: =
 Difficoltà: T
 Durata viaggio h: 2,30

IN VIAGGIO SUL TRENINO ROSSO DEL BERNINA

Da tempo tra i miei desideri c’era quello di poter viaggiare sul Trenino del Bernina per vedere di persona i meravigliosi paesaggi che si possono ammirare lungo il percorso ma non se ne era mai presentata l’occasione, fino a che, un’agenzia di viaggi locale ha organizzato una gita a St. Moritz in concomitanza con lo svolgimento dell’annuale torneo “ SNOW POLO WORLD CUP ″, il celebre torneo di polo che si svolge sulle acque ghiacciate del Lago di St. Moritz, dove questo sport è nato nel 1985. Il programma della gita prevedeva il successivo rientro in Italia con la discesa a Tirano viaggiando sul mitico Trenino Rosso. A questo punto non mi sono lasciato sfuggire l’occasione e, all’orario convenuto sono fra i primi a salire sul bus che ci avrebbe portato a St. Moritz. Partiti da Lonate Pozzolo, dopo aver costeggiato tutto il Lago di Lecco, giunti a Chiavenna, si imbocca la Val Bregaglia dove la strada comincia a salire e, superate diverse frazioni, continua in mezzo a bellissimi boschi raggiungendo Casaccia da cui si vede di fronte l’imponente bastione che chiude la valle e la strada che lo risale con 13 tornanti prima di raggiungere il suggestivo Passo del Maloja (m.1815). Il valico collega la Valchiavenna ed il bacino del Lario con l'Engadina ed essendo il passo più basso delle Alpi Centrali; rappresenta uno dei passaggi più frequentati tra l'Italia e la Svizzera aperto in qualsiasi stagione. Dal passo si scende lungo la rotabile sino a raggiungere St. Moritz dove il programma prevede la sosta per assistere  alla partita di polo prima di salire sul mitico trenino e percorrere la tratta che ci condurrà a Tirano. In attesa che inizino le gare, usufruendo di una comoda scala mobile, raggiungiamo St. Moritz Dorf  dove lussuosi Hotels e negozi chic si affacciano sulla via principale di questa cittadina situata al centro del magnifico paesaggio dei laghi Engadinesi. Ridiscesi lungo la scala mobile ci rechiamo ad assistere alla competizione al centro della manifestazione e, pur non essendo questo avvenimento il motivo di mio maggior interesse, mi sono divertito nel vedere atleti che montando agili e scattanti cavalli muniti di particolari ferrature dotate di ramponi antiscivolo, devono colpire una palla con un’apposita mazza di bambù cercando di gettarla nella porta avversaria. Al termine dell’emozionante spettacolo che ha letteralmente inchiodato nel parterre le centinaia di spettatori che hanno affollato i bordi del lago, oggi letteralmente gremito di ospiti, ci ritroviamo tutti alla stazione delle Ferrovie Retiche  dove finalmente il mio desiderio si realizza e, ritrovandomi al cospetto del Trenino Rosso del Bernina, mentre prendo posto in una delle carrozze a noi riservate, mi rendo conto che i plastici dei trenini esistono anche nella realtà. Finalmente sono seduto sul mitico trenino che dalla mondanissima St. Moritz, in Engadina, percorre in 2 ore e mezzo i 61 km tra vette e ghiacciai, boschi e laghetti, che lo separano da Tirano in Valtellina. La ferrovia del Bernina è una delle ferrovie più ripide al mondo senza cremagliera, con tratti fino al 70 per mille di pendenza e un dislivello di 1824 metri, Patrimonio Mondiale Unesco. Con la proverbiale precisione e puntualità che contraddistinguono le Ferrovie Svizzere, all’orario previsto il treno si mette in moto ed inizia il mio viaggio attraverso l’incantato paesaggio dell’Alta Engadina. Con il naso incollato al finestrino mi ritrovo inserito in un paesaggio dove tutto ha il sapore di una fiaba ed immerso in uno straordinario scenario dalle mille sfaccettature, che non è facile descrivere ma che è molto più semplicemente da vedere, per cui rimando alla visione del fotoalbum. Lasciata Saint Moritz, la prima stazione è Pontresina da cui inizia la salita verso il Bernina con i suoi “ quattromila ″ scintillanti di nevi perenni. Giunti in località Montebello, lo sguardo viene attratto dal ghiacciaio di Morteratsch  e continuando nella salita appaiono i ghiacci perenni le cui acque di fusione confluiscono nel Lago Bianco e nel contiguo Lago Nero. I binari corrono a ridosso dei ghiacciai e sembra impossibile che una linea ferroviaria sia arrivata fino a queste quote, nel frattempo si raggiunge l’Ospizio del Bernina m. 2253, la stazione più alta della Ferrovia Retica, di fronte al Ghiacciaio del Cambrena, da cui inizia la discesa nella Val Poschiavo nel Cantone dei Grigioni. All’inizio della discesa si trova Alp Grum m. 2091, posto di fronte al Ghiacciaio del Palü rappresenta un eccezionale punto panoramico e continuando, i boschi di larici e conifere si sostituiscono ai massicci innevati e si iniziano a vedere i paesi di  Miralago e Poschiavo, capoluogo della valle. Il treno continua nel suo viaggio e, mentre io mi sposto da un lato all’altro del vagone per fotografare quanto più possibile, dopo alcuni chilometri si arriva a Brusio, famosa per il viadotto elicoidale all’aperto che permette al treno di infilarsi sotto la quarta campata per compiere un girotondo sui binari. L’imponente manufatto in pietra, un vero miracolo dell’ingegneria ferroviaria, lascia letteralmente a bocca aperta e rappresenta una spettacolare opera da ammirare meravigliati e, a ragione, considerata una se non la maggiore attrazione della ferrovia. Purtroppo il viaggio sta volgendo al termine e dopo pochi minuti si attraversa il confine di Campocologno e si entra in Italia. Lasciate le spettacolari immagini che si sono succedute davanti a noi, come per incanto il treno lascia la sua caratteristica di convoglio ferroviario per immettersi nel traffico stradale di Tirano e l’impressione che se ne ricava è quella di trovarsi su di un tram che collega i villaggi della valle. Prima di giungere al capolinea, si passa davanti allo splendido Santuario della Madonna di Tirano, sorto nel 1505 in seguito all’apparizione della Vergine avvenuta il 29 settembre dell’anno precedente, dedicato alla Beata Vergine, è divenuto nel tempo il più importante luogo di culto della Valtellina. Il viaggio sul mitico trenino è finito e scesi dal treno che arriva nella stazione della Ferrovia Retica, che si trova di fronte a quella delle Ferrovie dello Stato Italiane, lasciamo la stazione svizzera e torniamo in territorio italiano. A Tirano è prevista una sosta per visitare la città ma in particolare il tempo a nostra disposizione lo utilizziamo per la visita al Santuario giubilare che con la sua imponete mole occupa la parte centrale di piazza Basilica. Varcata la Porta  della Misericordia lo sguardo cade sul grande organo sostenuto da otto colonne in marmo che, per la maestosità della sua cassa intagliata e scolpita dal bresciano Giuseppe Bulgarini tra il 1608 e il 1617 in cui sono racchiuse 2200 canne in stagno, occupa quasi un terzo della chiesa è l’opera più ammirata  del complesso, anche se il cuore del santuario è la Cappella dell’apparizione, che custodisce il lembo di terra su cui posarono i piedi di Maria. Il tempo passa velocemente e nonostante ci siano ancora tante cose da vedere, è ora di risalire sul pullman che attraverserà la Valtellina  per far rientro a casa.

In conclusione, nonostante le molte ore di autobus e la scarsità di neve, è stata una bellissima esperienza desiderata a lungo e che mi ha entusiasmato, essere finalmente riuscito a percorrere la trasversale alpina più alta d’Europa su una delle ferrovie ad aderenza naturale più ripide del mondo viaggiando su quello che è notoriamente conosciuto come il treno più bello del mondo, o come il Trenino Rosso, o ancora come il “treno che scala la montagna” è stato il coronamento di quanto credevo restasse solo un sogno.

Link al Santuario: http://panoramic-photo.com/qtvr/Arte/Madonna_Tirano/tirano.html