Valli Cannobina/Vigezzo

               Anello Finero-Alpe Alpino

Partecipanti:  Guppo Escursionisti Valgrande.
 Gita effettuata in data : 30/31-Luglio-2016                                                                

 Partenza da: Finero m.879
 Dislivello totale : 850
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 6,30

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, continuare sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera da dove si sale per la SS 337 della Valle Vigezzo fino al paese di Malesco. Seguendo la deviazione per Finero, si prosegue lungo la statale della Valle Cannobina sino a pervenire al paese dove si parcheggia negli appositi spazi sottostanti alla chiesa.

Mi ritrovo nuovamente con gli amici del Gruppo Escursionisti Valgrande per effettuare in loro compagnia la 9^ escursione in programma che prevede una uscita di due giorni. Parcheggiata l’auto nei pressi della chiesa parrocchiale, scendiamo per un breve tratto la strada della Cannobina sino a raggiungere la Colonia di Somma Lombardo “ la Casa Montana del Sacro Cuore ″ da dove, sulla sinistra, prende avvio la bella mulattiera lastricata in sasso che, innalzandosi sopra i pascoli alla periferia del villaggio, percorrere il versante sud della Costa della Colmine e, entrando nel vasto bosco di pino silvestre, risale la valle di Creves e raggiunge la panoramica sella, a cavallo tra la Val Vigezzo e la Val Cannobina, su cui si alzano le baite dell’Alpe Pluni m. 1461, indicato sulle carte come Alpe Polunia ( Dalp ) per gli abitanti di Orasso. In questo alpeggio, il più in alto tra quelli utilizzati dagli abitanti di Orasso, c’erano alla fine del XIX secolo, una decina di edifici, caricati nel periodo da Luglio a Settembre, per la produzione del formaggio. L’alpeggio posto su di un crinale tra le valli dei torrenti Cannobino e Melezzo, e che degrada dal Monte Torriggia, sorge in una posizione straordinaria da cui si gode di uno dei più bei panorami della Valle Cannobina; la vista, dominata dal Monte Gridone, spazia verso il vallone di Finero da una parte e verso la Valle Vigezzo e Centovalli dall’altra. Una baita dell’alpe, a cura dell’Associazione pro Montevecchio, è stata trasformata in uno spartano bivacco sempre aperto a disposizione degli escursionisti. Arrivati all’alpe,effettuiamo una breve sosta e ne approfittiamo per riprendere fiato e scambiare quattro chiacchiere con i sempre presenti Augusta e Angelo. Riprendendo il cammino, dalle baite dell’alpe, dopo un breve tratto pianeggiante, il sentiero si dirige ad est ed innalzandosi sul versante vigezzino raggiunge lo spartiacque che si percorre lungamente seguendo i numerosi saliscendi sino a pervenire ad una evidente torre rocciosa che si aggira alla base per poi risalire un dosso pietroso da cui si presenta ai nostri occhi una conca detritica brulla e nascosta, sovrastata da strapiombanti torri rocciose che incutono timore e che giustificano il toponimo del luogo: “ il Pian di Strìi ” m. 1690. Il Piano delle Streghe dove streghe e stregoni delle terre di confine fra Italia e Svizzera si riunivano per il grande Sabba, orgia sfrenata alla quale partecipava attivamente il Diavolo. Da questa conca si alza maestosamente la severa cresta dei Gridoni, impegnativo itinerario d’arrampicata. Si abbandona il percorso di cresta, appannaggio dei rocciatori, per discendere in Vigezzo lungo un infido canalino franoso a contatto con la parete. Nel fondo, ci si addentra nel bosco discendendo verso il centro della conca, dove scorre un riale. Al di fuori dal bosco s’intravede l’Alpino m. 1.274 un piccolo alpe, del quale una baita è di proprietà di un gruppo escursionistico vigezzino. Raggiunto il “ Ricovero Alpino Baita Alpe l’Alpino ” termina la prima giornata di cammino e scaricati gli zaini ci apprestiamo a compiere le operazioni per il pernottamento. Dopo una frugale cena, si fa per dire in quanto da ogni zaino è saltato fuori ogni genere di conforto, tra cui un pacco di farina gialla che servirà per preparare un’ottima polenta accompagnata da uno squisito spezzatino che Attilio, dopo averlo preparato si è scorrazzato fin qui, la serata trascorre in allegria e fra racconti di avventure montane, canti e battute varie arriva l’ora di coricarci. Il ricovero dispone di dieci posti letto e quindi essendo giusto in dieci, ciascuno di noi si può comodamente coricare nelle confortevoli brande. All’indomani sveglia di buon ora per gustarsi l’avvio del nuovo giorno e dopo una abbondante colazione, incominciamo a riordinare  alcune cose nell'attesa  che arrivino altri amici da Isella per poi pranzare tutti assieme. Terminato il pranzo riordiniamo la confortevole baita che ci ha ospitato, e fatta la foto ricordo  con calma ci rimettiamo in movimento iniziando la discesa lungo l’itinerario M22. Dal Rifugio si attraversa una valletta in cui scorre un affluente del Rio Negro e si rimonta la dorsale che funge da separazione con la gola del Rio del Ferro che si attraversa per entrare nel bosco e raggiungere le baite sparse sui prati di Vacchereccio m.907. Proseguendo si giunge presso la località Marioccio e  Isella. Da qui raggiungiamo Finero con le macchine dei nostri amici saliti al mattino. Salutati gli amici che mi hanno fatto compagnia in questa bellissima escursione, recuperiamo le auto e ci accingiamo a far ritorno alle rispettive località di provenienza.