Come arrivare:
provenendo dalla A26 uscire a Baveno, seguire la statale
sino a Fondotoce, superata la rotonda svoltare subito a
sinistra, risalire fino a Bieno e scendere alla rotonda
di Trobaso, da cui, svoltando a sinistra si seguono le
indicazioni per Miazzina che si raggiunge dopo aver
percorso circa 6 km.
![](../Foto%20descrizione%20gite%20(jpg)/Anello%20Alpe%20Aurelio/Cartina%20A.%20Aurelio.jpg)
Giunti a Miazzina, attraversiamo Piazza Secchi ed in
vista del campanile ci teniamo a sinistra, superati
quattro garage in muratura, un cartello indica l’inizio
del sentiero per Rugno. Parcheggiata l’auto a bordo
strada, si ritorna in corrispondenza del tornante appena
superato, e
ci incamminiamo in direzione di Rugno.
Percorso un breve tratto pianeggiante il sentiero
comincia a scendere verso il fondo della valle che si
attraversa transitando sul
ponte che valica il Rio Aurelio
e con regolari tornanti si risale fino al pianoro che
introduce alle numerose baite dell’Alpe
Rugno
m. 741 ( h0,30 ). Il grande corte di Rugno era un
maggengo di Cossogno, la cui esistenza è citata in
antiche pergamene fin dal 1300, ancora negli anni
Cinquanta era regolarmente frequentato da montanari che
praticavano una superstite pastorizia. Entrati nel
Corte, mantenendoci a sinistra, raggiungiamo lo sperone
roccioso che domina Cossogno, con il “sasso del falò ” e
l’Oratorio della Madonna del Buon Consiglio.
Da questa posizione il panorama che si ammira è
grandioso:
lo sguardo spazia sul Lago Maggiore
dal Golfo Borromeo alla sponda lombarda alle montagne
della Val Grande. Ritorniamo alle baite e, seguendo
le indicazioni del Km. verticale,
iniziamo a salire verso la Motta d’Aurelio: l’ampia
conca di origine morenica posta a ridosso della Colma di
Cossogno, che per la sua favorevole esposizione a
mezzogiorno si è guadagnata l’appellativo di “ conca del
sole ”. Il sentiero scorre fra prati oramai
inselvatichiti e superata la
Chèpele d’Midi,
datata 1873, giunge in vista di una
baita modernamente ristrutturata
che sorge poco oltre il Rio Pilua. Poco prima del rio,
su di una roccia di fianco al sentiero si possono
scorgere
diverse incisioni
praticate in epoca recente dai ragazzi che accudivano
alle greggi. Continuando nell’ascesa si
raggiungono i
prati dell’Alpe Aurelio
m. 934,
Vrèi nel dialetto locale, costituito da un gran numero
di antichi corti maggengali. Pieghiamo a sinistra
e continuando nell’ascesa raggiungiamo gli altri nuclei
di baite, Curt d’Barnàrd, Curt dii Grend, Alpe della
Chiesa (h0,30;1,00), situati in una stupenda
posizione, con una vista panoramica sul Lago Maggiore,
sulle montagne del Lecchese e giù sino alla pianura
Novarese. Proseguiamo sul sentiero sempre ben evidente e
arriviamo alla cappella posta all’ingresso del
Corte Nicolini
per poi seguire a destra e superare una baita che
presenta un
tetto alla valdostana.
Oltrepassata una incassata valletta raggiungiamo il
Curt dul Bò,
posto in posizione sottostante al Curt Marianìn con le
baite dello scrittore Nino Chiovini, grande e
appassionato conoscitore di questi luoghi. Superiamo i
nuclei di baite e ci ritroviamo sulla sella alla base
della ripida salita per la Colma di Cossogno (h0,30;1,30).
Qui effettuiamo una
breve sosta
per osservare quanto si presenta ai nostri occhi; si
identificano i Laghi di Varese, di Monate, d’Orta,
l’alpe Ompio con il relativo monte Faiè, la catena dei
Corni di Nibbio, il Proman, la Cima Sasso, la Laurasca,
la Val Grande, e sullo sfondo
il
maestoso Monte Rosa.
Iniziamo a risalire il sentiero che corre lungo la
dorsale, tralasciando sulla destra il primo tagliafuoco
( percorso VT1 ) e poi il successivo proveniente
da Cappella Fina, raggiungiamo
l’arrivo del Km. verticale
posto alla sommità del Monte Todum m. 1298 (h1,00;2,30)
dove sostiamo per il pranzo e per scattare la consueta
foto ricordo.
Alla ripresa del cammino proseguiamo sulla destra,
seguendo la linea di cresta della Colma di Cossogno, con
bella camminata panoramica su Cicogna e la bassa Val
Grande e, dopo alcuni saliscendi, ci ritroviamo
all’inizio della
salita che conduce alla Testa di Cremisello
ed al Pizzo Pernice m. 1506 ( h0,15;2,45 )
dove, in posizione panoramica sulla ValGrande è
realizzata un’area di sosta. La giornata particolarmente
limpida, permette di ammirare tutte le
catene dei monti che ci circondano
e ne approfittiamo per effettuare un’altra breve sosta
fotografica. Quando ci rimettiamo in cammino, volgiamo a
destra seguendo il bel sentiero che scende, sul versante
miazzinese in direzione dell’alpe Cavallotti, ( nessuna
indicazione ) superiamo una valletta,
(cordicella
metallica per sicurezza
) e seguendo le pieghe della montagna raggiungiamo il
particolare segnavie
punto di confluenza di diversi sentieri. Proseguiamo
sulla destra e perveniamo al promontorio su cui sorgono
le
baite dell’Alpe Cavallotti
da cui, passando dall’area riservata al decollo dei
parapendii, scendiamo alla sottostante pista forestale
che attraversiamo per immetterci sul sentiero che ci
porta al secondo tagliafuoco. Al di là della
strada, un esile traccia entra negli inselvatichiti
prati e percorre la dorsale che passa alta sopra al
Corte di Buttina,
dopo un ulteriore breve percorso nel bosco, superiamo la
baita della Loga e, raggiunta la
cappella Scupéll
scendiamo sullo sterrato da cui, piegando a sinistra,
ritorniamo sulla strada asfaltata dove ci attende l’auto
(h1,15;4,00). Bella escursione in una giornata dalle
temperature quasi primaverili che ci ha permesso di
gustare appieno la nostra prima uscita escursionistica
del nuovo anno e che consideriamo ben augurale per il
prosieguo dell’annata.
![](../../Anno%202013/Uso%20sito%202013/home%20005.gif) |