ValGrande

Anello Alpe Aurelio m.1335

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:5-Gennaio-2015                                                     

 Partenza da: Miazzina m. 721
 Dislivello totale: m.650
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: provenendo dalla A26 uscire a Baveno, seguire la statale sino a Fondotoce, superata la rotonda svoltare subito a sinistra, risalire fino a Bieno e scendere alla rotonda di Trobaso, da cui, svoltando a sinistra si seguono le indicazioni per Miazzina che si raggiunge dopo aver percorso circa 6 km.

Giunti a Miazzina, attraversiamo Piazza Secchi ed in vista del campanile ci teniamo a sinistra, superati quattro garage in muratura, un cartello indica l’inizio del sentiero per Rugno. Parcheggiata l’auto a bordo strada, si ritorna in corrispondenza del tornante appena superato, e ci incamminiamo in direzione di Rugno. Percorso un breve tratto pianeggiante il sentiero comincia a scendere verso il fondo della valle che si attraversa transitando sul ponte che valica  il Rio Aurelio e con regolari tornanti si risale fino al pianoro che introduce alle numerose baite dellAlpe Rugno m. 741 ( h0,30 ). Il grande corte di Rugno era un maggengo di Cossogno, la cui esistenza è citata in antiche pergamene fin dal 1300, ancora negli anni Cinquanta era regolarmente frequentato da montanari che praticavano una superstite pastorizia. Entrati nel Corte, mantenendoci a sinistra, raggiungiamo lo sperone roccioso che domina Cossogno, con il “sasso del falò ” e l’Oratorio della Madonna del Buon Consiglio. Da questa posizione il panorama che si ammira è grandioso: lo sguardo spazia sul Lago Maggiore dal Golfo Borromeo alla sponda lombarda alle montagne della Val Grande. Ritorniamo alle baite e, seguendo le indicazioni del Km. verticale, iniziamo a salire verso la Motta d’Aurelio: l’ampia conca di origine morenica posta a ridosso della Colma di Cossogno, che per la sua favorevole esposizione a mezzogiorno si è guadagnata l’appellativo di “ conca del sole ”. Il sentiero scorre fra prati oramai inselvatichiti e superata  la Chèpele d’Midi, datata 1873, giunge in vista di una baita modernamente ristrutturata che sorge poco oltre il Rio Pilua. Poco prima del rio, su di una roccia di fianco al sentiero si possono scorgere diverse incisioni praticate in epoca recente dai ragazzi che accudivano alle greggi.  Continuando nell’ascesa si raggiungono i prati dell’Alpe Aurelio m. 934, Vrèi nel dialetto locale, costituito da un gran numero di antichi corti maggengali. Pieghiamo  a sinistra e continuando nell’ascesa raggiungiamo gli altri nuclei di baite, Curt d’Barnàrd, Curt dii Grend, Alpe della Chiesa (h0,30;1,00), situati in una stupenda posizione, con una vista panoramica sul Lago Maggiore, sulle montagne del Lecchese e giù sino alla pianura Novarese. Proseguiamo sul sentiero sempre ben evidente e arriviamo alla cappella posta all’ingresso del Corte Nicolini  per poi seguire  a destra e superare una baita che presenta un tetto alla valdostana. Oltrepassata una incassata valletta raggiungiamo il Curt dul Bò posto in posizione sottostante al Curt Marianìn con le baite dello scrittore Nino Chiovini, grande e appassionato conoscitore di questi luoghi. Superiamo i nuclei di baite e ci ritroviamo sulla sella alla base della ripida salita per la Colma di Cossogno (h0,30;1,30). Qui effettuiamo una breve sosta per osservare quanto si presenta ai nostri occhi; si identificano i Laghi di Varese, di Monate, d’Orta, l’alpe Ompio con il relativo monte Faiè, la catena dei Corni di Nibbio, il Proman, la Cima Sasso, la Laurasca, la Val Grande, e sullo sfondo il maestoso Monte Rosa. Iniziamo a risalire il sentiero che corre lungo la dorsale, tralasciando sulla destra il primo tagliafuoco ( percorso VT1 )  e poi il successivo proveniente da Cappella Fina, raggiungiamo l’arrivo del Km. verticale posto alla sommità del Monte Todum m. 1298 (h1,00;2,30) dove sostiamo per il pranzo e per scattare la consueta foto ricordo. Alla ripresa del cammino proseguiamo sulla destra, seguendo la linea di cresta della Colma di Cossogno, con bella camminata panoramica su Cicogna e la bassa Val Grande e, dopo alcuni saliscendi, ci ritroviamo all’inizio della salita che conduce alla Testa di Cremisello ed al  Pizzo Pernice m. 1506 ( h0,15;2,45 ) dove, in posizione panoramica sulla ValGrande è realizzata un’area di sosta. La giornata particolarmente limpida, permette di ammirare tutte le catene dei monti che ci circondano e ne approfittiamo per effettuare un’altra breve sosta fotografica. Quando ci rimettiamo in cammino, volgiamo a destra seguendo il bel sentiero che scende, sul versante miazzinese in direzione dell’alpe Cavallotti, ( nessuna indicazione ) superiamo una valletta, (cordicella metallica per sicurezza ) e seguendo le pieghe della montagna raggiungiamo il particolare segnavie punto di confluenza di diversi sentieri. Proseguiamo sulla destra e perveniamo al promontorio su cui sorgono le baite dell’Alpe Cavallotti da cui, passando dall’area riservata al decollo dei parapendii, scendiamo alla sottostante pista forestale che attraversiamo per immetterci sul sentiero che ci porta  al secondo tagliafuoco.  Al di là della strada, un esile traccia entra negli inselvatichiti prati e percorre la dorsale che passa alta sopra al Corte di Buttina, dopo un ulteriore breve percorso nel bosco, superiamo la baita della Loga e, raggiunta la cappella Scupéll scendiamo sullo sterrato da cui, piegando a sinistra, ritorniamo sulla strada asfaltata dove ci attende l’auto (h1,15;4,00). Bella escursione in una giornata dalle temperature quasi primaverili che ci ha permesso di gustare appieno la nostra prima uscita escursionistica del nuovo anno e che consideriamo ben augurale per il prosieguo dell’annata.