Verbano


Anello del Monterosso
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:2-Dicembre-2015                                                    

 Partenza da:Suna m. 197
 Dislivello totale: m.450
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: dalla A26 uscire a Baveno, seguire la statale sino a Fondotoce e, proseguendo lungo la litoranea in direzione di Verbania, poco prima di Pallanza, si incontra l’abitato di Suna dove si lascia l’auto nel parcheggio adiacente al cimitero.

 

Lasciata l’auto ci incamminiamo verso monte, superato il campo sportivo proseguiamo diritti su via Acquetta che, dopo un tratto asfaltato in ripida salita, diventa una mulattiera con le indicazioni per Cavandone. Percorso un breve tratto si incontra una lapide a ricordo di un tragico evento avvenuto nel 1944. La mulattiera, in alcuni tratti gradinata e malandata, risale fra coltivi e abitazioni e, attraversato un ruscello, prosegue sul lato opposto per poi attraversare una strada asfaltata e continuare a salire in un bel bosco misto senza concedere un attimo di respiro. Raggiunta una zona in cui è attiva una floricoltura, dirigiamo a destra per percorrere un lungo diagonale nel bosco, rimanendo sempre al disotto di una recinzione metallica ignoriamo le indicazioni che invitano a salire verso sinistra, e sbuchiamo sulla strada asfaltata che sale al Monterosso. La percorriamo fino al primo tornante dove ritroviamo il cartello indicatore del sentiero1, all’inizio di una strada forestale imbocchiamo la mulattiera che con brevi tornanti risale il pendio del monte e, attraversate due sterrate, ci immette sul panoramico pianoro in cui è collocato un bel tavolo in pietra. Dopo una breve sosta, riprendiamo il cammino e percorriamo la sterrata che volge a sinistra per poi procedere lungamente in piano prima di iniziare a scendere verso Cavandone. Utilizzando le scorciatoie che si incontrano lungo il percorso evitiamo di percorrere tutti i tornanti e raggiungiamo la strada asfaltata che abbandoniamo al primo tornante per dirigerci lungo via Monterosso e, piegando a sinistra, raggiungiamo la graziosa piazzetta con il pozzo. La giornata è molto bella e la temperatura gradevole invoglia a stare fuori per cui ci dedichiamo a visitare il borgo che ancora conserva un gran numero di abitazioni che hanno mantenuto le antiche tipologie costruttive che confermano la sua origine medioevale. Cavandone, posizionato sulla cresta ovest del Monterosso si trova in posizione privilegiata per il controllo del territorio in quanto domina: da un lato il Golfo Borromeo e dall’altro la confluenza a lago di tutte le valli del Verbano-Cusio-Ossola. In paese, data la sua favorevole posizione, venivano coltivate la vite e il noce; ampiamente utilizzato per uso alimentare, a tale proposito erano in funzione tre torchi e percorrendo via del Torchio, si ha la possibilità di vedere l’unica macina rimasta che, grazie ad un privato è stata recuperata e collocata nella via. Dopo la visita al simpatico borgo, raggiungiamo la chiesa, dedicata alla Natività di Maria, sul cui sagrato fa bella mostra di sé il plurisecolare e monumentale tasso e qui approfittando del tiepido sole, sostiamo per consumare il nostro pranzo. Terminato il nostro lauto pasto (purtroppo il locale circolo era chiuso), torniamo sulla strada asfaltata e la percorriamo per poche centinaia di metri fino al primo tornante da cui prendiamo a destra il sentiero che superata una cappelletta, ritorna brevemente sulla strada asfaltata prima di scendere a destra per entrare nel vecchio tracciato della mulattiera che collegava il paese a Suna. In breve si raggiungere il vasto pianoro su cui sorge il cinquecentesco Oratorio della Beata Vergine del Buon Rimedio, antico romitorio abitato da frati trappisti che prestavano assistenza ai viandanti in transito lungo questa importante via di collegamento fra il Lago Maggiore e la Val Vigezzo: oggi purtroppo una densa foschia ricopre il bacino del lago impedendoci di godere della splendida vista sul Golfo Borromeo che solitamente si ha la possibilità di vedere dal sagrato della chiesa nelle giornate limpide.  Dopo la rituale foto ricordo al gruppo, oggi particolarmente numeroso, proseguiamo lungo il sentiero che scorre in un bel bosco di latifoglie e raggiunge la zona della Torraccia, qui sorge la costruzione del XII secolo che i conti De Castello-Barbavara fecero costruire come torre di avvistamento che, collegata visivamente con il castello di Pallanza e le torri di Feriolo, Montorfano, Gravellona Toce, ed Ornavasso, costituiva il sistema difensivo di collegamento del Verbano con l’Ossola; oggi restaurata è adibita ad abitazione privata.  Continuando nella discesa  raggiungiamo la SS 34 del Lago Maggiore che attraversiamo, utilizzando il sotto passaggio, per visitare il lungolago di Suna, dove presso il Bar Imbarcadero effettuiamo la sosta per il caffè. Lasciamo il lungolago, riattraversiamo la strada, e saliamo la bella scalinata che porta alla chiesa di san Fabiano per prendere visione delle numerose incisioni della “ tavola mulino ″ scolpite sulle lastre di pietra che si trovano attorno alla chiesa, che in altri tempi costituiva un importante luogo in cui ritrovarsi a giocare. Soddisfatti da quanto siamo riusciti a vedere, percorriamo gli stretti vicoli acciottolati che attraversiamo l’antico nucleo medioevale per poi ritornare al punto da cui siamo partiti. Bella e facile escursione non molto impegnativa che permette di prendere visione di uno degli angoli più belli del Lago Maggiore con visita ad uno dei borghi più isolato e suggestivo del Comune di Verbania.

Vedi anche: www.cappef.com


Bibliografia
Comune di Verbania e Antonio Biganzoli, “ Le mappe della memoria ″ Prima edizione Gennaio 2004.
Tullio Bagnati e Giancarlo Martini “ Andar per monti e panorami ″ 2008 Tararà Edizioni.
Fabio Copiatti-Alberto de Giuli “ Sentieri antichi ″ Edizioni Grossi-Domodossola 1997.