Come arrivare:
Percorrendo la A 26 in direzione Sempione, si esce
a Verbania, superato il ponte sul Fiume Toce si svolta a
sinistra, direzione Mergozzo, dopo una stretta curva a
gomito, uno slargo sulla sinistra consente di
parcheggiare l'auto.
Dopo l'ultima salita avvenuta nel Novembre 2014, ritorniamo volentieri sulla vetta di
questa “ montagna ” in compagnia degli amici del
Gruppo Telecom di Venaria
con i quali ci riuniamo in località Prato Michelaccio e
da lì ci incamminiamo in direzione del ponte sul Toce,
percorsi un centinaio di metri,
chiare indicazioni
sulla sinistra indicano l’inizio del sentiero che subito
si innalza ripidamente per trasformarsi, dopo pochi
minuti, in una bella
mulattiera sorretta dai possenti muri a secco
dell’antica strada militare che salendo gradatamente
apre la
visuale sulla piana del Toce.
Percorso un tratto a mezzacosta, il sentiero disegna
stretti tornanti che rasentando la parete rocciosa
appaiono quasi a sbalzo
sul sottostante vallone. Superati due
ponticelli in legno
la mulattiera si accosta alla parete rocciosa e
volgendo a destra, una
fresca sorgente
anticipa l’entrata nella
grossa grotta
dove è collocata una
cappelletta votiva.
Continuiamo nell’ascesa e, giunti al
bivio
che indica la direzione per la polveriera, seguiamo il
sentiero che pianeggiando sulla destra raggiunge una
casermetta a due piani
che doveva ospitare il presidio posto a ridosso del
banco di roccia in cui è ricavato
l’ingresso del deposito polveriera
che, penetrando nella montagna, ospita locali per armi e
munizioni. Il complesso è parte della Linea Cadorna, il
sistema di fortificazioni militari che doveva difendere
il confine nord dell’Italia a ridosso della Svizzera. Le
linee fortificate proteggevano il territorio italiano
tra il Gran San Bernardo e la Valtellina. In Val d’Ossola
e nel Verbano esse coprono un dislivello di 2.000 m tra
la piana del Toce e il Monte Massone e fra il Lago
Maggiore e il Monte Zeda. Furono costruite nel corso
della prima guerra mondiale tra il 1916 e il 1918 in
funzione difensiva a fronte di un eventuale attacco
austro-tedesco attraverso la Svizzera e furono volute
dal generale Luigi Cadorna di Pallanza. Dopo una breve
sosta, ritorniamo al bivio da cui, volgendo a destra
continuiamo a risalire la mulattiera che, con pendenza
costante, sale gradatamente verso la vetta che
raggiungiamo dopo una mezzora circa. Ci
aggiriamo sulla sommità per ammirare il panorama a 360°
che ci offre ampie visioni sulla piana
Ossolana e sul Cusio,
scattata la foto
ricordo ci
dirigiamo verso i ripetitori dove
sostiamo sulle
rocce adiacenti per la
sosta pranzo. Al termine della sosta,
riprendiamo il cammino e dopo aver ammirato il panorama
sul sottostante Lago di Mergozzo, sul Lago Maggiore e
sulle isole, ci dirigiamo verso le rocce che
guardano sul versante Ossolano.
Riprendiamo il sentiero per ritornare al bivio della
polveriera da cui pieghiamo a destra per percorrere in
discesa la larga strada in cui è ancora possibile
ammirare le imponenti
opere
di riparo e incanalamento delle acque piovane
che ancora svolgono interamente la loro funzione.
Visitiamo le costruzioni che costituivano
le
casermette e continuando tra boschi di
castagno, ci ritroviamo al paese di
Mergozzo.
Dopo una
visita al paese ci incamminiamo verso il Bus del
gruppo Telecom , per farsi dare uno strappo sino a Prato
Michelaccio dove abbiamo parcheggiato le nostre auto. E'
stata una bella giornata
trascorsa in piacevole compagnia di tanti amici.
Link:
http://www.ecomuseogranitomontorfano.it/
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