Val Divedro

Lago Bianco m.2157

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:9-Luglio-2015                                                    

 Partenza da: Pontecampo  m.1320
 Dislivello totale: m.837
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 6,00

Come arrivare: Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione sino alla seconda uscita per Varzo dal paese si seguono le indicazioni per gli impianti sciistici di San Domenico che si superano per scendere alla località Pontecampo dove si parcheggia al termine della strada asfaltata


Attraversiamo il torrente Cairasca e prendiamo a destra il sentiero che supera l’agriturismo e attraversa i verdeggianti prati delimitati da quel che resta delle caratteristiche staccionate e inerpicandosi raggiunge la gippabile che sale al Veglia. Il percorso si sviluppa ora in forte salita e risalendo i
numerosi tornanti che si affacciano sulla profonda gola in cui scorre il torrente raggiungiamo la Cappella del Groppallo m. 1723. La carrabile ora spiana e prosegue in falsopiano, costeggiando la stupenda e grandiosa forra scavata dal torrente che scorre un centinaio di metri più in basso. Mentre ci avviciniamo alla piana su cui sorgono i vari nuclei che costituiscono il comprensorio dell’alpe, già si intravedono le cime del Veglia che fanno capolino fra gli alberi, alle nostre spalle il gruppo del Cistella sembra che sorvegli il nostro cammino, mentre la conca di Nembro si allontana sempre più dalla nostra vista. Raggiungiamo il muretto in pietra con una croce ed un cancello in legno "La Porteia" che delimita il territorio dell'Alpe Veglia (h2,00). Superata la casa del Parco e attraversato il ponte in pietra, ci troviamo al bivio da cui giriamo a destra per raggiungere gli abitati di La Balma e Cornù ed il rifugio Cai Città di Arona. Dal rifugio prende avvio il sentiero che si alza diagonalmente per proseguire nel rado bosco di larici, e successivamente con un percorso sempre più ripido si risale il fianco della montagna, un tappeto di rododendri in fiore ingentilisce la successiva giavina, superiamo alcuni tornanti, una valletta e un ultimo tratto pianeggiante e ci ritroviamo di fronte allo specchio d'acqua m. 2157 (h 1,30;3,30), incastonato ai piedi della bastionata di Boccareccio e delle praterie del Pian d’Erbioi in una corona montuosa davvero suggestiva sui quali domina la maestosa mole del Monte Leone. La particolarità del Lago Bianco, dai colori quasi innaturali, è dovuta alle rocce giallastre che lo circondano, al limo e alla sabbia biancastra sul fondo del lago. Lo spettacolo che ci è dato modo di vedere è semplicemente fantastico, i numerosi nevai soprastanti che lo alimentano in questo periodo, lo hanno reso particolarmente ricco di acqua e le montagne circostanti vi si specchiano in tutta la loro bellezza, in particolare la piramide del Monte Leone e la cuspide del Pizzo del Moro sembra vogliano tuffarsi per mitigare la canicola di questi giorni. Inutile specificare che le foto si sprecano e cerchiamo di immortalare un così fantastico paesaggio da ogni angolazione in modo da conservarne un indelebile ricordo da riguardare nei tempi futuri. Il luogo è stupendo ma nostro malgrado dobbiamo pensare al ritorno e, dopo la tradizionale foto ricordo, molto a malincuore abbandoniamo l’altopiano per ripercorrere a ritroso il cammino fatto in salita. Soddisfatti della bella visone del lago, ridiscendiamo felici e contenti e scambiandoci considerazioni varie in merito a quanto appena visto, ci ritroviamo di nuovo in località Cornù (h1,00;4,30) dove facciamo una breve sosta e le ragazze ne approfittano per riposare. Decidiamo di effettuare il giro ad anello che percorre tutta la piana del Veglia e, ripreso il cammino, prima di raggiungere la Località Ponte, sulla destra un cartello in legno indica la traccia da seguire per raggiungere la  “ Sorgente Acqua Minerale ″. Percorriamo l’evidente sentiero che risale lungo la sponda destra del Rio Mottiscia in direzione di un grosso masso ben visibile nel mezzo del torrente, pervenuti all’altezza della grossa roccia m. 1813 (h0,20;4,50), guadiamo il torrente e raggiungiamo la sorgente ( scoperta per caso nel 1872 da due militari inviati a Veglia come presidio a difesa di eventuali sconfinamenti stranieri ), in un cavità a sinistra si trova il tubo da cui sgorga effervescente e naturale la gustosissima Acqua Ferruginosa, che grazie alla presenza di grandi quantità di minerale ferroso colora di ruggine le rocce circostanti. Dopo esserci ristorati, con un’abbondante bevuta dell’acqua minerale dal sapore gradevole e lievemente piccante, dovuto alle bollicine di gas carbonico che contiene, lasciamo la sorgente per continuare nel nostro tragitto che attraverso i rigogliosi prati in cui pascolano beatamente numerosi bovini, ritorniamo all’ingresso del Parco per ridiscendere nuovamente a Pontecampo dove termina questa escursione che ci ha lasciati tutti molto soddisfatti(h1,10;6,00).