Val Grande

Anello del Monte Faie'
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:3-Novembre-2015                                                    

 Partenza da:Ruspesso m.880
 Dislivello totale: m.722
 Difficoltŕ: E
 Effettivo cammino h: 5,30

Come arrivare: Da Verbania si sale in direzione di Santino da cui si svolta a sinistra seguendo le indicazioni Alpe Ompio, dopo aver percorso circa 7 Km. di strada asfaltata si raggiunge la localitŕ Ruspesso, porta di accesso all’Alpe Ompio e al Parco Nazionale della Val Grande.
 
 

Da tempo avevamo concordato con Rosi e Luciano di andare in Val Grande, zona di cui hanno sempre sentito parlare ma a loro ancora sconosciuta. Approfittando delle tiepide giornate che ci sta offrendo questo splendido autunno, č arrivato il momento di far conoscere agli amici la tanto nominata e temuta valle. Per permettergli di avere una ampia visione del circondario, proponiamo un giro ad anello che partendo da Ompio, sale al Monte Fajč per poi scendere a Corte Buč e far ritorno a Ompio dove, dopo avere compiuto un bel giro, chiuderemo l’anello. Giunti a Ruspesso, ci riuniamo con gli amici del Gruppo Escursionisti Val Grande ed in loro compagnia ci incamminiamo raggiungendo il Rifugio CAI “A Fantoli″ (h0,15). Proseguiamo per risalire lungo il sentierino che, superate le baite superiori di Ompio, prosegue diagonalmente sino a raggiungere una sella su cui, a destra, č posta una grande croce ed una bacheca che delimita i pascoli di Ompio dalla selvaggia Val Grande: il “ confine tra due mondi ” (h0,15;0,30). Mentre Peppo e Lucia decidono di scendere direttamente a Corte Buč seguendo il sentiero che scende nella valle, percorso che faremo tutti insieme al ritorno, io, Attilio,Claudio, Luciano, Rosi, Gianfranca e Lucia, saliamo a sinistra lungo la dorsale che costeggia la meravigliosa faggeta per raggiungere la panoramica cima del Monte Fajč m.1352. Risaliamo ai margini della faggeta e aumentando di quota il panorama si apre ai nostri occhi mostrandoci, a sud il Lago Maggiore, di Mergozzo ed in lontananza si intravede anche il Lago d’Orta, mentre a nord si osservano le aspre montagne della Val Grande. Giunti sulla cima del Monte Faič (h1,00;1,30), uno tra i punti piů panoramici e suggestivi del Verbano. Dalla sommitŕ del monte lo sguardo si perde a vista d’occhio: davanti il monolite del Montorfano, il Mottarone, il Lago d’Orta e i Laghi di Varese in lontananza. Tutto intorno le montagne dal Massone al Rosa dal Proman  fino al Pedum e la catena confinante delle Alpi Svizzere appaiono come un plastico sul quale volare con lo sguardo. Dalla cima proseguiamo verso nord seguendo la cresta fino a raggiungere la radura su cui sorge l’Alpe Pianezza m.1291 (h0,10;1,40) per poi abbassarsi sino alla Colma di Vercio m. 1250 dove ancora č visibile il robusto basamento in cemento su cui sorgeva un pilastro della teleferica che permetteva di trasportare il legname nel periodo dei grandi disboscamenti quando in passato la Val Grande pulsava di vita e centinaia di boscaioli erano sparsi per la foresta. Dalla Colma scendiamo a destra e percorriamo il sentiero detto appunto “ dei boscaioli ″ che si incunea nella faggeta e, compiute numerose giravolte, perviene alle baite di Buč di Sopra (h1,00;2,40) da cui ci allunghiamo per un breve tratto lungo il sentiero che scende a Orfalecchio per raggiungere il “ belvedere ” dove ci sta una bella foto ricordo, straordinario punto di osservazione su tutta la selvaggia Val Grande. Ritornati sui nostri passi, ci abbassiamo fino a pervenire alla solitaria baita che preannuncia l’arrivo a Corte Buč (h0,15:2,45) il corte maggengale del comune di San Bernardino Verbano dove le famiglie degli alpigiani si trasferivano per trascorrervi il periodo dalla primavera all’autunno. Raggiungiamo la baita dell’Associazione Escursionisti Val Grande dove sosteremo per consumare la spaghettata promessa a Luciano e Rosi. In attesa del nostro arrivo, Peppo e Lucia hanno provveduto ad accendere la stufa e ad avviare le operazioni, per cui noi troviamo un ambiente accogliente e la pasta giŕ in cottura.  in attesa del tutti a tavola, ci aggiriamo per l’alpe illustrando agli amici, che non ci erano mai stati, il panorama che offre un’ottima vista sulla Val Grande, monte Togano, monte Pedum, Cima Tuss, Cima Sasso, la Colma di Belmello ed i Corti di Velina che, sul versante opposto della valle, emergono dal fantastico bosco vestito dei caldi colori autunnali. Dopo la visita all’ormai famoso“Cadregun”, enorme seggiola in legno di castagno costruita da alcune persone innamorate della Val Grande, diventata il simbolo della meditazione Valgrandina, ritorniamo alla baita dove nel frattempo ci hanno raggiunti anche Ezio e Renzo e mentre ci accomodiamo, Peppo si fa carico di eseguire le operazioni di rifornimento viveri. Alla pasta segue un succulento arrosto con insalata, formaggio e salumi vari e quando pensiamo che tutto sia terminato, ecco la sorpresa: Rosi si č premurata di portare anche il dolce. Una stupenda torta confezionata con le sue mani e personalizzata con una dedica a “ escursionando”, io e Claudio restiamo stupiti per il  riconoscimento, ma non ci č dato quasi neanche il tempo di apprezzare la dedica che le fameliche bocche fanno sparire l’opera d’arte in un batter d’occhio. A conclusione del lauto pranzo, Peppo ci serve anche il caffč e rigovernate le stoviglie, ripulita e riordinata la baita, scattiamo una foto al numeroso gruppo di oggi e lasciamo l’alpe per intraprendere il cammino di ritorno che effettuiamo seguendo il sentiero abituale che penetra nella valle del Sasso.  Superato Belmell Frčcc raggiungiamo di nuovo la croce al bivio in cui ci siamo divisi al mattino e da cui scendiamo a Ompio per ritornare alle auto. Nel frattempo č iniziato a piovere ma la leggera pioggerella non riesce a rovinarci la giornata, non delle migliori dal punto di vista meteorologico, ma semplicemente stupenda per il percorso e la compagnia. Un grazie a tutti i gli amici che ci hanno fatto compagnia e in particolare a Peppo e Lucia che ci hanno preparato l’ambiente e non solo, un grazie anche al mio socio Claudio che, come sempre, ha preparato un ragů da leccarsi e i baffi… e se lo dico io c’č da crederci.