Come arrivare: Da
Verbania si sale in direzione di Santino da cui si
svolta a sinistra seguendo le indicazioni Alpe Ompio,
dopo aver percorso circa 7 Km. di strada asfaltata si
raggiunge la localitŕ Ruspesso, porta di accesso
all’Alpe Ompio e al Parco Nazionale della Val Grande.
Da
tempo avevamo concordato con Rosi e Luciano di andare in
Val Grande, zona di cui hanno sempre sentito parlare ma
a loro ancora sconosciuta. Approfittando delle tiepide
giornate che ci sta offrendo questo splendido autunno, č
arrivato il momento di far conoscere agli amici la tanto
nominata e temuta valle. Per permettergli di avere una
ampia visione del circondario, proponiamo un giro ad
anello che partendo da Ompio, sale al Monte Fajč per poi
scendere a Corte Buč e far ritorno a Ompio dove, dopo
avere compiuto un bel giro, chiuderemo l’anello. Giunti
a Ruspesso, ci riuniamo con gli amici del Gruppo
Escursionisti Val Grande ed in loro compagnia ci
incamminiamo raggiungendo il
Rifugio CAI “A Fantoli″
(h0,15). Proseguiamo per risalire lungo il
sentierino che, superate le baite superiori di Ompio,
prosegue diagonalmente sino a raggiungere una sella su
cui, a destra, č posta una grande croce ed una bacheca
che delimita i pascoli di Ompio dalla selvaggia Val
Grande: il “ confine tra due mondi ” (h0,15;0,30).
Mentre Peppo e Lucia decidono di scendere direttamente a
Corte Buč seguendo il sentiero che scende nella valle,
percorso che faremo tutti insieme al ritorno,
io, Attilio,Claudio, Luciano, Rosi, Gianfranca e Lucia,
saliamo a sinistra lungo la dorsale che costeggia la
meravigliosa faggeta per raggiungere la panoramica cima
del Monte Fajč m.1352. Risaliamo ai margini della
faggeta e aumentando di quota il panorama si apre ai
nostri occhi mostrandoci, a sud il
Lago Maggiore, di Mergozzo ed in lontananza si intravede
anche il Lago d’Orta,
mentre a nord si osservano le aspre montagne della Val
Grande. Giunti sulla
cima del Monte Faič
(h1,00;1,30), uno tra i punti piů panoramici e
suggestivi del Verbano. Dalla sommitŕ del monte lo
sguardo si perde a vista d’occhio: davanti il monolite
del Montorfano, il Mottarone, il Lago d’Orta e i Laghi
di Varese in lontananza. Tutto intorno le montagne dal
Massone al Rosa dal Proman fino al Pedum e la
catena confinante delle Alpi Svizzere appaiono come un
plastico sul quale volare con lo sguardo. Dalla cima
proseguiamo verso nord seguendo la cresta fino a
raggiungere la radura su cui sorge
l’Alpe Pianezza
m.1291 (h0,10;1,40) per poi abbassarsi sino alla
Colma di Vercio
m. 1250 dove ancora č visibile il robusto basamento in
cemento su cui sorgeva un pilastro della teleferica che
permetteva di trasportare il legname nel periodo dei
grandi disboscamenti quando in passato la Val Grande
pulsava di vita e centinaia di boscaioli erano sparsi
per la foresta. Dalla Colma scendiamo a destra e
percorriamo il
sentiero detto appunto “ dei boscaioli ″
che si incunea nella faggeta e, compiute numerose
giravolte, perviene alle
baite di Buč di Sopra
(h1,00;2,40) da cui ci allunghiamo per un breve
tratto lungo il sentiero che scende a Orfalecchio per
raggiungere il “ belvedere ” dove ci sta una bella
foto ricordo,
straordinario punto di osservazione su tutta la
selvaggia Val Grande. Ritornati sui nostri passi, ci
abbassiamo fino a pervenire alla
solitaria baita
che preannuncia l’arrivo a
Corte Buč
(h0,15:2,45) il corte maggengale del comune di
San Bernardino Verbano dove le famiglie degli alpigiani
si trasferivano per trascorrervi il periodo dalla
primavera all’autunno. Raggiungiamo la
baita dell’Associazione Escursionisti Val Grande
dove sosteremo per consumare la spaghettata promessa a
Luciano e Rosi. In attesa del nostro arrivo, Peppo e
Lucia hanno provveduto ad accendere la stufa e ad
avviare le operazioni, per cui noi troviamo un ambiente
accogliente e la pasta giŕ in cottura. in attesa
del tutti a tavola, ci aggiriamo per l’alpe illustrando
agli amici, che non ci erano mai stati, il panorama che
offre un’ottima vista sulla Val Grande, monte Togano,
monte Pedum, Cima Tuss, Cima Sasso, la Colma di Belmello
ed i Corti di Velina che, sul versante opposto della
valle, emergono dal fantastico bosco vestito dei caldi
colori autunnali. Dopo la visita all’ormai famoso“Cadregun”,
enorme seggiola in legno di castagno costruita da alcune
persone innamorate della Val Grande, diventata il
simbolo della meditazione Valgrandina, ritorniamo alla
baita dove nel frattempo ci hanno raggiunti anche
Ezio e Renzo
e mentre
ci accomodiamo,
Peppo
si fa carico di eseguire le operazioni di rifornimento
viveri. Alla pasta segue un succulento arrosto con
insalata, formaggio e salumi vari e quando pensiamo che
tutto sia terminato, ecco la sorpresa: Rosi si č
premurata di portare anche il dolce. Una stupenda torta
confezionata con le sue mani e personalizzata con una
dedica a “ escursionando”,
io e Claudio restiamo stupiti per il
riconoscimento, ma non ci č dato quasi neanche il tempo
di apprezzare la dedica che le fameliche bocche fanno
sparire l’opera d’arte in un batter d’occhio. A
conclusione del lauto pranzo, Peppo ci serve anche il
caffč e
rigovernate le stoviglie,
ripulita e riordinata la baita, scattiamo una
foto al numeroso gruppo
di oggi e lasciamo l’alpe per intraprendere il cammino
di ritorno che effettuiamo seguendo
il sentiero abituale
che penetra nella valle del Sasso. Superato
Belmell Frčcc
raggiungiamo di nuovo la croce al bivio in cui ci siamo
divisi al mattino e da cui scendiamo a Ompio per
ritornare alle auto. Nel frattempo č iniziato a piovere
ma la leggera pioggerella non riesce a rovinarci la
giornata, non delle migliori dal punto di vista
meteorologico, ma semplicemente stupenda per il percorso
e la compagnia. Un grazie a tutti i gli amici che ci
hanno fatto compagnia e in particolare a Peppo e Lucia
che ci hanno preparato l’ambiente e non solo, un grazie
anche al mio socio Claudio che, come sempre, ha
preparato un ragů da leccarsi e i baffi… e se lo dico io
c’č da crederci.
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