Valsesia

I Walser di Rimasco
La Dorca m. 1269

 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:27-Ottobre-2015                                                    

 Partenza da:Resiga m.906
 Dislivello totale: m.363
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 2,30

Come arrivare: Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme, quindi SS299 per Alagna; arrivati a Balmuccia, si abbandona la statale, si piega a destra e si risale la strada provinciale della Val Sermenza arrivando dopo 10 Km. nell’ampia conca di Rimasco m. 906, in parte occupata da un bacino artificiale, creato nel 1925 per la produzione di energia elettrica. A ridosso della chiesa si piega a destra e si prosegue sulla SP 11 in direzione di Carcoforo, percorsi circa 1,5 Km, si giunge in località Resiga dove, oltrepassato il ponte sul Torrente Egua, si parcheggia nei pressi di una casa rurale.
 

Nel nostro peregrinare per monti, ci capita di camminare su splendide mulattiere lastricate in pietra realizzate con la messa in opera di gradini dall’enorme peso e non possiamo fare a meno di restare affascinati dalla maestria dei valligiani che, con pochi attrezzi ma con grande capacità nell’uso dei materiali, le hanno realizzate secondo modalità molto antiche tramandatesi pressoché uguali nei secoli tanto da risultare ancora oggi integre e percorribili in tutta sicurezza: percorsi talvolta poco noti, tutti di straordinaria bellezza, in cui si possono leggere le tracce della storia. Questi incredibili manufatti sono da considerarsi delle vere e proprie “ strade di pietra ″ che partendo dal fondovalle raggiungevano i più disparati luoghi di lavoro agricolo. Venuti a conoscenza che una di queste mulattiere si trova a Rimasco da cui sale a raggiungere il villaggio della Dorca, abbiamo deciso di “ calpestarla ″ e per realizzare il nostro programma ci rechiamo a Rimasco, località che ci vede di solito transitare ai primi di Settembre quando da Rima saliamo al Rifugio Ferioli. Dopo la sosta d’obbligo presso l’unico bar ancora aperto per l’abituale caffè mattutino, ci avviamo alla partenza del cammino. Il sentiero per la Dorca prende avvio dalla carrozzabile della Val d’Egua, 1,5 chilometri dopo Rimasco dove in località Resiga  si trova un posteggio da cui parte la mulattiera contrassegnata dal segnavie 367. Nel primo tratto del percorso il  tracciato, ben marcato e scrupolosamente conservato, si snoda sotto un folto bosco di faggi e perviene dapprima ad un’azienda agricola per raggiungere successivamente i prati di Montù m. 1060, insediamento abitato fino agli anni 80. Superata una radura il sentiero si trasforma in una lunga via di pietra che con un rosario di bellissimi scalini, posati con maestria e competenza, prosegue inerpicandosi sulla parete rocciosa, fino a pervenire ad un bivio da cui il cammino si divide nell'ultimo tratto in due percorsi: a sinistra "la via della lumaca" o stràa veggia tracciata nei primi del 1900 per permettere ai bovini una salita sicura, ora per i turisti piacevole passeggiata all'interno di un bosco di abeti, mentre volgendo a destra si percorre "la via del camoscio" o stràa nova (nonostante la sua costruzione debba risalire ai primi del settecento )   impegnativa ma spettacolare gradinata in pietra che levandosi verso l’alto si introduce in un bosco di abeti bianchi al cui termine si spiana presentandoci il pianoro su cui sorgono le baite di Dorca m. 1269 ( h 1,00 ). Qui incontriamo il sig. Enzo che, precedentemente contattato era avvisato della nostra salita, si trova già all’alpe per lavori di manutenzione e per predisporre la chiusura della sua baita in previsione dell’imminente inverno oramai alle porte. Il sig. Enzo, al quale avevamo espresso la nostra curiosità di conoscere il luogo e la sua storia, interrompe le sue attività e con la cortesia e la cordialità che contraddistingue la gente di montagna, ci accompagna a fare il giro del piccolo villaggio alpino le cui origini si perdono nel tempo. Le vicende del borgo sono molto ben descritte nel sito ( http://www.immobiliarevalsesia.it/enti/dorca.htm) e, autorizzati dal webmaster, la riproponiamo nel file .pdf in allegato. Il villaggio, incastonato a poco meno di 1300 metri di quota risulta armoniosamente inserito in un paesaggio aspro e roccioso punteggiato da fitti boschi di larice, abete e faggi, è considerato una delle più straordinarie località valsesiane, è composto da una ventina di costruzioni raggruppate al centro del pianoro e distribuite a semicerchio sul suo lato settentrionale e la sua configurazione è identica a quella che la frazione aveva a metà ottocento quando, stabilmente, erano ancora presenti otto famiglie per complessivi quaranta abitanti. Oggi l’insediamento si presenta con alcune abitazioni ristrutturate e trasformate in residenze secondarie, ideali per una  tranquilla vacanza estiva. A testimoniare la sua remotissima origine e la sua derivazione Walser, fra le case è visibile una “ torba ″ (fienile ) restaurata in parte nel 1985 dalla Commissione del Cai Varallo "Montagna antica, Montagna da salvare". Al centro della frazione sorge l’Oratorio di San Grato, in origine dedicato a Santa Apollonia, dalle classiche linee seicentesche; due cappelle sorgono invece ai margini della frazione: il chiesetto di Santa Maria sorge al margine meridionale dove sbucava una vecchia mulattiera proveniente da Rimasco e il chiesetto della Madonna al margine ″settentrionale all’imbocco della stràa veggia. Mentre gli amici proseguono lungo il sentiero 367 fino a raggiungere le baite dell'alpe Sui Prati , io mi fermo all’alpe e incantato dalla bellezza architettonica e dall’atmosfera che si respira in questo luogo antico, mi aggiro fra le baite Walser fotografandole da ogni angolazione. Al ritorno degli amici ci accomodiamo su di un mega tavolo in sasso e comodamente seduti ci apprestiamo a consumare il nostro abituale spuntino. Resteremmo per ore ad ammirare le stupefacenti costruzioni che in armonia con l’ambiente naturale che le circonda esaltano il trionfo del legno che, sapientemente trattato e lavorato sfida i secoli, ma come sempre giunge il momento di pensare al ritorno per cui ci congediamo dai cordiali e simpatici Enzo e Luisa e iniziamo a scendere lungo la “ via della lumaca ″ che con un ampio giro, su di un sentiero molto ben tenuto, ci porta a congiungerci con il bivio da cui, abbiamo voltato a destra per salire lungo la “ via del camoscio ″. Ripercorriamo il breve tratto comune che in breve ci permette di giungere nuovamente a Montu e poi alle auto a conclusione di una giornata che nonostante la brevità del percorso, ci ha dato la possibilità di vedere un’opera immane costruita a costo di enormi sacrifici da chi doveva lottare per la sopravvivenza. 

N.B. Un particolare ringraziamento a Enzo e alla sua gentile consorte Luisa, per la cortesia e l’ospitalità con cui ci hanno accolto e per il tempo che ci hanno dedicato.

 

 

Link: http://www.areeprotettevallesesia.it/files/atticarcoforo2008.pdf   Vedere a pag. 135