Valle Anzasca

Crocette m 1360

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 18-Marzo-2015                                                    

 Partenza da: Isella m. 1214
 Dislivello totale: m.150
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,20

Come arrivarci: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Superstrada della Val d’Ossola sino all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si percorre fino a che, Raggiunta e superata Borca di Macugnaga, in prossimità del camping, si scende al ponte sull'Anza e si raggiunge l'abitato di Isella dove si trova un comodo parcheggio.

 


Nel percorrere le nostre montagne questa volta andiamo a cercare qualche “antica traccia” in Val Quarazza, una laterale della celebre Valle Anzasca, un vallone lungo e selvaggio che termina al Passo del Turlo antico collegamento con la Valsesia. Dall’abitato di
Isella  ci immettiamo sulla strada della val Quarazza che, innevata e molto ben battuta,  sale in mezzo agli abeti e dopo alcuni tornanti giunge sul bel poggio di Motta poche baite raccolte attorno alla chiesetta di S. Rocco. Lasciata la frazione giungiamo in breve al dosso del Ghircibill dove nel 1952 è stata costruita la diga che,  sbarrando la valle, ha creato il bacino del lago di Quarazza m. 1309 che ha coperto d'acqua le case del vecchio villaggio Walser sacrificandolo, come tanti altri, in nome del progresso. Il lago, più conosciuto con il nome di “ lago delle fate ”, in effetti di incantevole ha ben poco e sembra che la suggestiva denominazione sia dovuta a dei turisti che,  di passaggio quando il bacino si stava riempiendo, videro una donna girare intorno al lago con lo sguardo fisso all’acqua che saliva inesorabilmente a sommergere la propria abitazione e la scambiarono per una fata uscita dal bosco. Dalla diga in poi la nevicata di sabato a ricoperto le tracce di  precedenti passaggi, Peppo si è assunto l’onere di fare da apripista e continua a calpestare  i venti centimetri di neve fresca nel candido manto che contrasta con il cielo blu che fa da sfondo, è bello vedere il marcato solco creato dal nostro passaggio. Procediamo incuneandosi nella valle tra larici e abeti. E’ straordinariamente interessante e curioso sapere che, esattamente sotto il bacino idroelettrico, a 127 metri dal suo fondale, si sviluppano su 11 livelli i  circa 12 km di tunnel  che costituiscono la Miniera della Guia, attiva dal 1710 al 1945. La natura selvaggia, il bacino idroelettrico, il bosco e le miniere d’oro contribuiscono a rendere ancora più interessante il paesaggio della Val Quarazza e alla nostra memoria si riaffacciano gli spettacolari ed estesi scenari dello Yukon ai tempi  della leggendaria corsa all’oro. Sulle ali dei fanciulleschi ricordi, trasciniamo le nostre ciaspole lungo il sentiero che proseguendo fra i larici, raggiunge la località “Crocette” meglio nota come "Città Morta" m. 1360 dove i resti di uno stabilimento aurifero, adibito alla lavorazione del materiale proveniente dalle miniere di Quarazzola, permangono a testimoniare  l’antica ed intensa attività estrattiva praticata nella zona. Appagati di quanto fatto fino ad ora, ci apprestiamo a consumare il nostro abituale “pranzo al sacco″. Scattiamo l’usuale foto ricordo e successivamente iniziamo il percorso di ritorno ed in breve ci ritroviamo nuovamente ad Isella dove termina anche questa interessante escursione