Come arrivare:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce,
proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che,
superata Santa Maria Maggiore, si devia a sinistra
raggiungendo Craveggia. A
Craveggia si
imbocca la strada verso La Vasca-Blitz
da cui si devia per raggiungere la località La Pila dove
lasciamo l’auto.
![](../Cartine%20in%20miniatura/Colma%20di%20Craveggia/Cartina%20Colma%20di%20Craveggia.jpg)
Craveggia,
è uno dei paesi
più pittoreschi della Valle Vigezzo, nonché uno dei più
antichi ed il toponimo sintetizza con immediatezza
l’antica vocazione agricola del paese che pure è ricco
di testimonianze artistiche ed è famoso per i
caratteristici palazzi in pietra su cui, a simboleggiare
la ricchezza delle locali famiglie, svettano una selva
di
ampi comignoli.
Raggiunta la località di partenza, ultimiamo i
preparativi e ci incamminiamo lungo la strada seguendo
le indicazioni del segnavie M 29, percorso un breve
tratto, arriviamo nei pressi della sbarra che chiude la
strada poderale che sviluppandosi all’interno di uno
splendido bosco di conifere svolge pigramente i suoi
numerosi tornati. La giornata si presenta nitida e
particolarmente ventosa, per cui valutiamo che risalire
i prati seguendo le scorciatoie vorrebbe dire esporsi
alle fastidiose raffiche di vento che battono il
versante, di conseguenza
decidiamo di proseguire lungo la strada poderale
dove il percorso, ancora abbondantemente ricoperto dalla
neve, si presenta più agevole e riparato. Passo dopo
passo, chiacchiera dopo chiacchiera superiamo i bei
gruppi di baite
che si affacciano lungo la via e nello stesso tempo ci
gustiamo lo
splendido panorama
che offrono i monti circostanti nella loro veste
invernale: la visione sulle montagne della Valle Vigezzo,
della Val Grande e del Vallese è grandiosa. Risaliti i
numerosi tornanti, giungiamo nei pressi di una
grossa baita
che ci annuncia l’oramai imminente arrivo alla
croce di vetta.
Qui le raffiche di vento si fanno sentire e sollevano
mulinelli di neve che ci sferzano la faccia per cui in
tutta fretta ci indirizziamo verso la
Colma di Craveggia
m. 1673 (h3,00), dove raggiungiamo la baita
dell’amico
Mario
che, aspettandoci, si è premurato di salire in mattinata
per accoglierci con la consueta cordialità che lo
contraddistingue. Al nostro arrivo, oltre all’ambiente
riscaldato, Mario si è premurato di farci trovare anche
un succulento ragù che servirà a condire gli spaghetti
che
Peppo si incarica di mettere a cuocere
per poi condirli e
servirli con grande
professionalità,
altro che Master Chef. L’ottima pasta, unitamente a quel
che segue, ci ritempra dalla fatica fatta per arrivare;
inutile precisare che il pranzo termina con un
corroborante caffè ed una nutrita serie di vari
ammazzacaffè. Dopo aver ripulito le stoviglie e rimesso
in ordine il locale, ci apprestiamo ad intraprendere la
via del ritorno che avviene ripercorrendo in parte
l’itinerario di salita con qualche taglio per accorciare
il cammino. Prima di ripartire ci soffermiamo ad
ammirare la bellissima
dorsale della Colmetta
m. 1635, su cui sorge
l’Oratorio di San Rocco.
L’oratorio, il più elevato tra quelli della Valle
Vigezzo, è inserito in un contesto ambientale molto
attraente circondato da una interminabile catena di
monti e la vista spazia a perdita d’occhio. L’edificio
montano, edificato nel 1847 e consacrato nel 1848, è
caratterizzato dal piccolo campanile e dal portico in
facciata, ( funzionale ad accogliere e dare riparo agli
alpigiani che venissero sorpresi in quota dal cattivo
tempo ). La piccola chiesetta è dedicata al popolare
santo protettore degli appestati a cui maggiormente la
gente devota si rivolgeva in funzione miracolosa per
ottenere la guarigione dalla peste o un’intercessione
affinché il morbo non attecchisse. Causa il fastidioso
vento che imperversa sul versante, non scendiamo alla
Colmetta ma raggiungiamo nuovamente la grande croce
lignea dove velocemente scattiamo la
foto di gruppo
e poi raggiungiamo di nuovo la strada poderale che
percorriamo fino al suo termine
(h2,00;5,00). Ritornati a Craveggia,
recuperiamo l’auto e ci avviamo felici, e soddisfatti
verso casa.
Un particolare ringraziamento all’amico
Mario che ci ha cortesemente ospitato e alla gentile
signora Ester che si è premurata di preparare un ragù da
“ leccarsi i baffi ”, e detto da me c’è da crederci!!!
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