Val Vigezzo

Colma di Craveggia m. 1673
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:5-Marzo-2015                                                    

 Partenza da: Craveggia/la Pila m. 960
 Dislivello totale: m. 808
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 5,00

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che, superata Santa Maria Maggiore, si devia a sinistra raggiungendo Craveggia. A Craveggia si imbocca la strada verso La Vasca-Blitz da cui si devia per raggiungere la località La Pila dove lasciamo l’auto.

 

Craveggia, è uno dei paesi più pittoreschi della Valle Vigezzo, nonché uno dei più antichi ed il toponimo sintetizza con immediatezza l’antica vocazione agricola del paese che pure è ricco di testimonianze artistiche ed è famoso per i caratteristici palazzi in pietra su cui, a simboleggiare la ricchezza delle locali famiglie, svettano una selva di ampi comignoli. Raggiunta la località di partenza, ultimiamo i preparativi e ci incamminiamo lungo la strada seguendo le indicazioni del segnavie M 29, percorso un breve tratto, arriviamo nei pressi della sbarra che chiude la strada poderale che sviluppandosi all’interno di uno splendido bosco di conifere svolge pigramente i suoi numerosi tornati. La giornata si presenta nitida e particolarmente ventosa, per cui valutiamo che risalire i prati seguendo le scorciatoie vorrebbe dire esporsi alle fastidiose raffiche di vento che battono il versante, di conseguenza decidiamo di proseguire lungo la strada poderale dove il percorso, ancora abbondantemente ricoperto dalla neve, si presenta più agevole e riparato. Passo dopo passo, chiacchiera dopo chiacchiera superiamo i bei gruppi di baite che si affacciano lungo la via e nello stesso tempo ci gustiamo lo splendido panorama che offrono i monti circostanti nella loro veste invernale: la visione sulle montagne della Valle Vigezzo, della Val Grande e del Vallese è grandiosa. Risaliti i numerosi tornanti, giungiamo nei pressi di una grossa baita che ci annuncia l’oramai imminente arrivo alla croce di vetta. Qui le raffiche di vento si fanno sentire e sollevano mulinelli di neve che ci sferzano la faccia per cui in tutta fretta ci indirizziamo verso la Colma di Craveggia m. 1673 (h3,00),  dove raggiungiamo la baita dell’amico Mario che, aspettandoci, si è premurato di salire in mattinata per accoglierci con la consueta cordialità che lo contraddistingue. Al nostro arrivo, oltre all’ambiente riscaldato, Mario si è premurato di farci trovare anche un succulento ragù che servirà a condire gli spaghetti che Peppo si incarica di mettere a cuocere per poi condirli e servirli con grande professionalità, altro che Master Chef. L’ottima pasta, unitamente a quel che segue, ci ritempra dalla fatica fatta per arrivare; inutile precisare che il pranzo termina con un corroborante caffè ed una nutrita serie di vari ammazzacaffè. Dopo aver ripulito le stoviglie e rimesso in ordine il locale, ci apprestiamo ad intraprendere la via del ritorno che avviene ripercorrendo in parte l’itinerario di salita con qualche taglio per accorciare il cammino. Prima di ripartire ci soffermiamo ad ammirare la bellissima dorsale della Colmetta m. 1635, su cui sorge l’Oratorio di San Rocco. L’oratorio, il più elevato tra quelli della Valle Vigezzo, è inserito in un contesto ambientale molto attraente circondato da una interminabile catena di monti e la vista spazia a perdita d’occhio. L’edificio montano, edificato nel 1847 e consacrato nel 1848, è caratterizzato dal piccolo campanile e dal portico in facciata, ( funzionale ad accogliere e dare riparo agli alpigiani che venissero sorpresi in quota dal cattivo tempo ). La piccola chiesetta è dedicata al popolare santo protettore degli appestati a cui maggiormente la gente devota si rivolgeva in funzione miracolosa per ottenere la guarigione dalla peste o un’intercessione affinché il morbo non attecchisse. Causa il fastidioso vento che imperversa sul versante, non scendiamo alla Colmetta ma raggiungiamo nuovamente la grande croce lignea dove velocemente scattiamo la foto di gruppo e poi raggiungiamo di nuovo la strada poderale che percorriamo fino al suo termine (h2,00;5,00).  Ritornati a Craveggia, recuperiamo l’auto e ci avviamo felici, e soddisfatti verso casa.

Un particolare ringraziamento all’amico Mario che ci ha cortesemente ospitato e alla gentile signora Ester che si è premurata di preparare un ragù da “ leccarsi i baffi ”, e detto da me c’è da crederci!!!