Come arrivare: Si
percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si
prosegue lungo la SS 33 del Sempione sino a Varzo, si
imbocca la Provinciale per San Domenico, direzione
Ciamporino, Alpe Veglia, per poi girare a sinistra al
bivio per Trasquera. Si continua poi fino a raggiungere
il piazzale del Municipio dove
si parcheggia l’auto.
Facciamo
seguito alla
precedente escursione del 28 Gennaio, quando
salimmo a Trasquera con l’intenzione di fare la
ciaspolata indicata nella guida Zanetti, collana
Centopiedi/41-Ciaspole Nelle Valli dell’Ossola descritta
come: “ l’anello di Prà del Bosco ″. In quell’occasione,
arrivammo fino a oltre Prà del Bosco da cui iniziammo a
scendere con l’intenzione di raggiungere Cioina, ma poi,
non trovando più tracce di passaggio, decidemmo di
abbandonare e ritornare sui nostri passi rimandando ad
altra data il completamento dell’anello. Ora che la neve
se ne è andata, ci è tornato alla mente quel percorso e
la curiosità di capire dove avremmo dovuto andare si è
fatta prepotentemente sentire per cui decidiamo
caparbiamente di tornare alla ricerca del sentiero con
l’intento di completare il percorso. C’è poi un’altra
ragione che ci riporta volentieri a ripercorrere quei
sentieri: il piacere di ritornare a salutare Marika e
Giacinto, conosciuti in quell’occasione e di cui
conserviamo un piacevolissimo ricordo. Come nella
precedente circostanza, raggiunta Trasquera, e
parcheggiata l’auto nel comodo parcheggio del Municipio,
ci incamminiamo lungo
la mulattiera seguendo
le indicazioni per Agro Fuori ed arriviamo in breve al
bivio segnalato da cui proseguiamo seguendo le
indicazioni del segnavie F38, che si addentra nella
stupenda pineta di Fracchia, giungiamo ad un
secondo bivio con indicazioni per Sotta/ Fracchia,
tralasciamo di salire a Sotta, e procediamo per Fracchia.
All’uscita dalla pineta ecco spalancarsi l’ampio
panorama che abbraccia lo
straordinario anfiteatro dell’Alpe Fracchia
m. 1300 che si presenta come un enorme tappeto verde dal
quale emergono le numerose baite disseminate nella zona.
Qui contrariamente a quanto fatto nella precedente
occasione, decidiamo di effettuare il percorso in senso
contrario per cui, arrivati alla
cappelletta dell’alpe prendiamo a destra e,
inoltrandoci sul versante della Val Cairasca, ci
incamminiamo lungo il sentiero che sale a San Domenico
contrassegnato dal
segnavie F36, e proseguiamo in direzione di
Cioina. Percorriamo un lungo tratto, praticamente
pianeggiante,
superiamo una prima valanga e ripreso il
cammino, sul sentiero troviamo una pianta caduta che
ostacola il passaggio. Senza perdersi d’animo
Peppo, il nostro “ Indiana Jons ″ pone mano
al suo
provvidenziale segaccio e provvede a
rimuovere l’ostacolo. Camminando e chiacchierando
giungiamo a superare delle vallette, ancora invase da
abbondanti residui di valanghe, e una volta superate ci
rendiamo conto di essere arrivati troppo oltre la
deviazione che avremmo dovuto trovare per salire a Prà
del Bosco. Senza perderci d’animo, invertiamo la rotta e
ritornando sui nostri passi notiamo una inequivocabile
incisione su di un albero
da cui prende avvio un
sentierino che inizia a risalire la boscosa costa
ricoperta di abeti e, raggiunta la sommità, ci
ritroviamo nel
punto da cui avevamo iniziato la discesa nella
precedente occasione. Dirigiamo a sinistra ed
in breve giungiamo alla bella radura, sotto le pendici
del Teggiolo, dove in posizione molto panoramica,
fra gli abeti appaiono
le baite di Prà del Bosco. Ora che ci siamo
resi conto di dove avevamo abbandonato la discesa, non
ci resta che percorrere la strada sterrata che ci
conduce all’Alpeggio
di Fracchia e da
qui con un ulteriore breve discesa su asfalto, ci
rechiamo a Sotta m. 1235 raggiungendo “
La Locanda della pineta ″ dove abbiamo
il piacere di ritrovare Marika e Giacinto che,
piacevolmente sorpresi, ci accolgono con la loro
consueta cordialità e cortesia.
Marika, intenta alla preparazione di un
ottimo ragù, ci “ prende per la gola ″ e decidiamo di
effettuare la sosta pranzo gustandoci un
ottimo piatto di pasta, molto gradito anche
da
chi solitamente non è abituato ad effettuare fermate
che richiedano di mettere le gambe sotto al tavolo.
Terminata la piacevole sosta, scattiamo la
foto di gruppo e dopo un click a
Giacinto e Marika, riprendiamo il
cammino scendendo lungo il sentiero che, partendo dalla
Locanda, raggiunge direttamente ed in breve Trasquera
dove termina questa altra nostra bella camminata che ci
ha permesso di completare l’anello mancato nella
precedente occasione.
Vedi anche:
www.cappef.com che unitamente agli amici della SPA,
oggi abbiamo avuto il piacere di riavere in nostra
compagnia.
Una tipica gita “ sulla porta di casa ″
per chi, in tranquillità e senza spingersi molto
lontano, desidera muoversi fuori dai soliti itinerari e
concedersi un po’ di relax in una zona ancora poco
conosciuta: consigliata una sosta ristoratrice presso La
Locanda della Pineta dove Marika e Giacinto vi
dedicheranno tutte le loro attenzioni.
Alla Sotta si può salire direttamente in
auto percorrendo la strada che, oltrepassato il
Municipio, prosegue poi fino al bivio dove a destra si
trovano le indicazioni per la località La Sotta/Fraccia
Link:
http://www.lalocandadellapineta.com/
P.S. a nostro
parere nel periodo invernale in caso si volesse fare il
percorso con le ciaspole, è bene informarsi sulle
condizioni del percorso che, se non preventivamente
tracciato, può presentare notevoli difficoltà.
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