Valsesia

Madonna del Balmone m. 1373
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:20-Ottobre-2015                                                    

 Partenza da:Cervatto m.1000
 Dislivello totale: m.435
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivare: Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme. quindi SS299 per Varallo - Alagna. Giunti alla seconda uscita della tangenziale di Varallo seguire a destra le indicazioni per Fobello/Cervatto. Risalire interamente la Val Mastallone, si raggiunge, dopo 18 km, Fobello;proseguendo oltre, si svolta a sinistra e si supera un ponte che permette di arrivare, dopo 2 km a Cervatto.

Questo itinerario è uno dei dieci "Sentieri dell'Arte" proposti in Valsesia dalla Commissione Montagna Antica-Montagna da Salvare" del C.A.I. Varallo ed è uno dei tre percorsi che raggiungono santuari mariani verso cui si indirizzò la devozione popolare. Questi santuari, solitamente sorgono in località isolate lungo mulattiere dirette alle stazioni superiori d’alpeggio, noi oggi seguiamo il percorso che partendo da Cervatto attraversa graziose frazioni e numerosi oratori per pervenire alla suggestiva chiesetta della Madonna del Balmone. Da Cervatto, lungo il sentiero 507 che attraversa le frazioni si segue la strada asfaltata costeggiata da un muraglione finemente lavorato e si giunge in breve a Cà d'Ville, dove sorge l'oratorio della Madonna della Neve, che presenta un grazioso portico a tre arcate. Proseguendo sempre su asfalto, si perviene poi a Cadiano e qui una gentile signora affacciata alla finestra per godersi il tiepido sole, ci porge il suo saluto. Scambiate quattro chiacchiere con la simpatica signora, raggiungiamo Giavina (h0,15) dove abbandoniamo la strada asfaltata per salire sulla destra lungo la mulattiera che sottopassa l’oratorio della Madonna Consolata fatto erigere dai Valsesiani residenti a Torino al cui interno è ricavata una grotta che ricorda la sua intitolazione alla Madonna di Lourdes. Lasciamo sulla sinistra i sentieri che conducono a Prati Rossi, Oro Nero e Camplasco, per proseguire sulla destra e alzandoci di quota raggiungiamo le case di Orlino m. 1101 (h0,30;0,45) che sembrano letteralmente aggrappate alla montagna precedute dalla mal ridotta chiesetta di San Martino con il suo piccolo campanile che sembra voler precipitare a valle. Attraversato un piccolo corso d’acqua, si risale il ripido tratto di mulattiera che si sviluppa all’interno di uno stupendo bosco misto che, come un caleidoscopio di colori, ci affascina con le sue mille sfumature. Ammirando e commentando lo spettacolo che appare ai nostri occhi, ci ritroviamo sul piccolo pianoro dove sorge la malandata chiesetta di San Pietro e Paolo (h0,15;1,00) a cui fa da sfondo la sagoma del Pizzo Tracciora. Proseguiamo sul sentiero, sempre ben evidente e segnalato, e giungiamo in vista della frazione di Tapponaccio m. 1225 (h0,30;1,30), da cui guardando verso il fondo della valle, individuiamo la nostra meta che risplende al sole. Attraversiamo le poche case della frazione che circondano il piccolo Oratorio dedicato a San Defendente e continuiamo a salire lungo il sentiero che entra nel bosco per affrontare l’ultima rampa che ci conduce a raggiungere prima una bella baita ristrutturata e subito dopo il Santuario della Madonna del Balmone m. 1373 (h0,45;1,45) dedicato alla Madonna Nera di Oropa,  che deve il suo nome al fatto di essere costruito su un grande dosso o “ balma ″da cui si gode di un ampio panorama sulla valle. La chiesetta fu costruita nel 1878 nel luogo in cui sorgeva una più antica cappella spazzata via da una valanga, divenuta in seguito il Santuario del Cervo e di tutta la Val Mastallone. Dopo una breve pausa, scattata la foto di gruppo, ritorniamo sui nostri passi e giunti di nuovo a Tapponaccio, deviamo a destra in direzione di Oro delle Balme e Prati Rossi seguendo le indicazioni del segnavie 502. Raggiunto il fondo del vallone, superiamo un piccolo guado e dopo una breve risalita giungiamo a Oro delle Balme (h1,00;2,45) dove sorge il bel rifugio alpino del Comune di Cervatto. Qui effettuiamo la sosta e godendoci i magnifici colori che costituiscono la tavolozza in cui è collocato il grazioso alpeggio, consumiamo il nostro pranzo.  Terminata la pausa ci rimettiamo in moto e scendiamo in direzione della minuscola chiesetta dedicata a San Michele da cui proseguiamo per arrivare al torrente che superiamo su di un ponte giungendo in località Prati Rossi m. 1041 (h0,15;3,00).  Tralasciamo il sentiero che scende a sinistra per superare un altro ponte e dirigere a Cervatto compiendo un percorso più breve, noi volgiamo a destra e seguendo i segnavie 503 e 502, attraversiamo di nuovo un corso d’acqua e, abbandonando il 503 che sale a Villa Banfi e al Pizzo Tracciora, seguiamo il 502 che , attraversato un bel bosco di faggi, raggiunge la frazione di Oro Negro (h0,45;3,45). Dopo esserci aggirati fra le baite dell’alpeggio, ci indirizziamo lungo il sentiero che ci permette di valicare l’ultimo ponte prima di iniziare l’ultimo strappo in salita che ci riporta a Cadiano  dove ritorniamo sulla strada asfaltata percorsa al mattino.  Ritorniamo a Cervatto e depositati gli zaini saliamo a visitare il Castello di Cervatto risalente a fine 800 e ora suddiviso in tanti appartamenti, che raggiungiamo percorrendo la mulattiera impreziosita da 14 cappelle della Via Crucis, affrescate nel 1775 su cui sono in corso opere di ristrutturazione della parti murarie in avanzato stato di degrado.

Ritornati alle auto (h0,45;4,30), rientriamo verso casa soddisfatti ed appagati dalla bella giornata trascorsa in un ambiente da favola osservando dei veri capolavori d'arte.