Come arrivare: Percorrere
la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme. quindi
SS299 per Varallo - Alagna. Giunti alla seconda uscita
della tangenziale di Varallo seguire a destra le
indicazioni per Fobello/Cervatto. Risalire interamente
la Val Mastallone, si raggiunge, dopo 18 km, Fobello;proseguendo
oltre, si svolta a sinistra e si supera un ponte che
permette di arrivare, dopo 2 km a Cervatto.
/Madonna%20del%20Balmone/Cartina%20Balmone.jpg)
Questo itinerario è uno dei dieci "Sentieri dell'Arte"
proposti in Valsesia dalla Commissione Montagna
Antica-Montagna da Salvare" del C.A.I. Varallo ed è uno
dei tre percorsi che raggiungono santuari mariani verso
cui si indirizzò la devozione popolare. Questi santuari,
solitamente sorgono in località isolate lungo mulattiere
dirette alle stazioni superiori d’alpeggio, noi oggi
seguiamo il percorso che partendo da Cervatto attraversa
graziose frazioni e numerosi oratori per pervenire alla
suggestiva chiesetta della Madonna del Balmone. Da
Cervatto,
lungo il sentiero 507 che attraversa le frazioni si
segue la strada asfaltata costeggiata da un
muraglione
finemente lavorato e si giunge in breve a Cà d'Ville,
dove sorge l'oratorio
della Madonna della Neve,
che presenta un grazioso portico a tre arcate.
Proseguendo sempre su asfalto, si perviene poi a Cadiano
e qui una gentile
signora affacciata alla finestra
per godersi il tiepido sole, ci porge il suo saluto.
Scambiate quattro chiacchiere con la simpatica signora,
raggiungiamo
Giavina
(h0,15) dove abbandoniamo la strada asfaltata per
salire sulla destra lungo la mulattiera che sottopassa
l’oratorio della Madonna Consolata
fatto erigere dai Valsesiani residenti a Torino al cui
interno è ricavata una
grotta che ricorda la sua intitolazione alla Madonna di
Lourdes.
Lasciamo sulla sinistra i sentieri che conducono a Prati
Rossi, Oro Nero e Camplasco, per proseguire sulla destra
e alzandoci di quota raggiungiamo le
case di Orlino
m. 1101 (h0,30;0,45) che sembrano letteralmente
aggrappate alla montagna precedute dalla mal ridotta
chiesetta di San Martino
con il suo piccolo campanile che sembra voler
precipitare a valle. Attraversato un piccolo corso
d’acqua, si risale il ripido tratto di mulattiera che si
sviluppa all’interno di uno
stupendo bosco
misto che, come un caleidoscopio di colori, ci affascina
con le sue mille sfumature. Ammirando e commentando lo
spettacolo che appare ai nostri occhi, ci ritroviamo sul
piccolo pianoro dove sorge la malandata
chiesetta di San Pietro e Paolo
(h0,15;1,00) a cui fa da sfondo la sagoma del
Pizzo Tracciora. Proseguiamo sul sentiero, sempre ben
evidente e segnalato, e giungiamo in vista della
frazione di Tapponaccio
m. 1225 (h0,30;1,30), da cui guardando verso il
fondo della valle, individuiamo
la nostra meta
che risplende al sole. Attraversiamo le poche case della
frazione che circondano il piccolo
Oratorio dedicato a San Defendente
e continuiamo a salire lungo il sentiero che entra nel
bosco per affrontare l’ultima rampa che ci conduce a
raggiungere prima una
bella baita ristrutturata
e subito dopo il
Santuario della Madonna del Balmone
m. 1373 (h0,45;1,45) dedicato alla Madonna Nera
di Oropa, che deve il suo nome al fatto di essere
costruito su un grande dosso o “ balma ″da cui si gode
di un ampio panorama sulla valle. La chiesetta fu
costruita nel 1878 nel luogo in cui sorgeva una più
antica cappella spazzata via da una valanga, divenuta in
seguito il Santuario del Cervo e di tutta la Val
Mastallone. Dopo una breve pausa, scattata la
foto di gruppo,
ritorniamo sui nostri passi e giunti di nuovo a
Tapponaccio, deviamo a destra in direzione di Oro delle
Balme e Prati Rossi seguendo le indicazioni del segnavie
502. Raggiunto il fondo del vallone, superiamo un
piccolo guado e dopo una breve risalita giungiamo a
Oro delle Balme
(h1,00;2,45) dove sorge il bel rifugio alpino del
Comune di Cervatto. Qui effettuiamo la sosta e godendoci
i
magnifici colori
che costituiscono la tavolozza in cui è collocato il
grazioso alpeggio, consumiamo il nostro pranzo.
Terminata la pausa ci rimettiamo in moto e scendiamo in
direzione della minuscola
chiesetta dedicata a San Michele
da cui proseguiamo per arrivare al torrente che
superiamo su di un ponte giungendo in
località Prati Rossi
m. 1041 (h0,15;3,00). Tralasciamo il
sentiero che scende a sinistra per superare un altro
ponte e dirigere a Cervatto compiendo un percorso più
breve, noi volgiamo a destra e seguendo i segnavie 503 e
502, attraversiamo di nuovo un corso d’acqua e,
abbandonando il 503 che sale a Villa Banfi e al Pizzo
Tracciora,
seguiamo il 502
che , attraversato un bel bosco di faggi, raggiunge la
frazione di Oro Negro
(h0,45;3,45). Dopo esserci aggirati fra le baite
dell’alpeggio, ci indirizziamo lungo il sentiero che ci
permette di valicare l’ultimo ponte prima di iniziare
l’ultimo strappo in salita che ci riporta a Cadiano
dove ritorniamo sulla strada asfaltata percorsa al
mattino. Ritorniamo a Cervatto e depositati gli
zaini saliamo a visitare il
Castello di Cervatto
risalente a fine 800 e ora suddiviso in tanti
appartamenti, che raggiungiamo percorrendo la mulattiera
impreziosita da 14
cappelle della Via Crucis,
affrescate nel 1775 su cui sono in corso opere di
ristrutturazione della parti murarie in avanzato stato
di degrado.
Ritornati alle auto (h0,45;4,30), rientriamo
verso casa soddisfatti ed appagati dalla bella giornata
trascorsa in un ambiente da favola osservando dei veri
capolavori d'arte.
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