Cusio Mottarone


Armeno
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:19-Novembre-2015                                                    

 Partenza da:Armeno m.496
 Dislivello totale: m.540
 Difficoltà: T/E
 Effettivo cammino h: 3,30

Come arrivare: Dalla A 26, uscire a Borgomanero, proseguire per Gozzano e da qui si svolta a destra in direzione di Armeno, da dove si percorre la SP 39 “ delle due riviere ″. Si supera il ponte sul Rio Ondella e si scende  sino a trovare, in prossimità di un ponticello, sulla destra un cartello segnaletico che indica la partenza del percorso. Si attraversa il ponte e si perviene ad una radura con cascina abbandonata e qui si parcheggia l’auto.

Le giornate sono sempre più corte e le ore di luce sempre meno per cui cerchiamo itinerari più vicini a casa che non richiedano lunghi percorsi in auto e che allo stesso tempo ci permettano di visitare quei luoghi che generalmente si trascurano in quanto proprio “ sulla porta di casa ″. Decidiamo pertanto di recarci a visitare il “ vicino ″ Cusio effettuando un percorso che si sviluppa nella Valle dell’Agogna che sulle sue alture presenta alpeggi e numerose Alpi composte da vari fabbricati che in passato, quando l’economia di Armeno si basava principalmente sulle attività di pastorizia e produzione di burro, furono abitate durante il periodo estivo che andava da Maggio a Settembre. Visitare questi alpeggi ci ricorda come si svolgeva la vita di montagna per il tempo in cui vi si trasferivano intere famiglie con tutti gli animali per consentire alle bestie di brucare l’aromatica erba del monte e sfruttare i pascoli estivi quali risorsa preziosissima per il sostentamento. Con lo svilupparsi del turismo Armeno si è in seguito fregiata del nome di paese degli Alberghieri, contando migliaia di persone che da qui sono partite per ogni parte del mondo ad esercitare questa professione. A questa particolarità del territorio è dedicato un museo in cui sono mostrati molteplici documenti che testimoniano questa tradizione. Ci ritroviamo ad Armeno dove ci rechiamo a visitare la Chiesa romanica di Santa Maria Assunta, considerata uno dei monumenti principali del Cusio e che la tradizione vuole sia stata edificata dai Santi Giulio e Giuliano e dedicata alla Vergine nel 1110. Al termine della visita, raggiungiamo il punto da cui diamo inizio alla nostra odierna escursione. Lasciata l’auto percorriamo per un breve tratto la strada rurale che piega a sinistra per iniziare a risalire il ripido tratto che, scorrendo incassato nel pendio coperto da una fitta faggeta, raggiunge  il malridotto Alpe Valbona (m.560), poco prima si  incontra l’unico segnavia presente sul tracciato. La giornata nebbiosa purtroppo non permette di apprezzare i colori delle ampie selve castanili che, in attesa dell’imminente inverno, si stanno spogliando ricoprendo il terreno di un alto strato di foglie.  Proseguiamo seguendo la larga pista che oltrepassa le cascine dell’alpe e superato un piccolo ruscello entriamo nella valle del Torriggia che percorriamo per un lungo tratto. La mancanza di indicazioni e gli innumerevoli sentieri che incontriamo lungo il percorso, ci portano ad abbandonare la giusta pista che avremmo dovuto seguire per raggiungere l’Alpe Marandino ed effettuiamo una deviazione che ci fa arrivare ad un bivio in cui è sorge una bacheca riportante le indicazioni del  “ sentiero naturalistico del castagno ″ posta nella parte superiore dei pascoli dell’Alpe Marandino (m.740). Percorso un tratto in cui sopravvivono enormi castagni, scendiamo nei prati dell’alpe per immetterci su di una strada rurale che,  ci porta a raggiungere un bosco di faggi da cui, come fantasmi, si materializzano le rovine dell’Alpe Cascinone (m.731) e finalmente ricompaiono i cartelli segnavie fino a questo punto completamente inesistenti. Passiamo rasente la recinzione dei pascoli dell’Alpe Verdina ( da noi già visitato in precedenza ) e proseguiamo lungo il sentiero S3 che continuando a percorrere il folto bosco di castagni ci riconduce alla radura in cui abbiamo lasciato l’auto chiudendo l’anello dell’odierno itinerario. In conclusione possiamo dire che, nonostante la giornata nebbiosa ci abbia impedito di gustare qualsiasi panorama, mettendo alla prova le nostre capacità di orientamento e sperimentando il valido apporto del GPS, in compagnia ci siamo ugualmente divertiti anche se è una delle poche escursioni che non ci sentiamo di consigliare in quanto le numerose tracce che si incontrano sul cammino non riportano indicazioni sufficienti a  rendere la gita tranquilla e rilassante e le segnalazioni esistenti, soprattutto nella prima parte del percorso, sono praticamente inesistenti. In ogni caso, nonostante le incerte premesse, per non smentire il proverbio che dice: “ tutti i salmi finiscono in Gloria ″, noi abbiamo finito con il recarci al circolo dove, gentilmente ospitati e al calduccio, abbiamo consumato il nostro pranzo.