Val Grande

Monscenù e dintorni

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:6-Marzo-2014                                                    

 Partenza da: Cambiasca m. 290
 Dislivello totale: m. 545
 Difficoltà:E
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivare: provenendo dalla A26 uscire a Baveno, seguire la statale sino a Fondotoce, alla rotonda svoltare subito a sinistra, risalire fino a Bieno e scendere fino alla rotonda di Trobaso, da cui, svoltando a sinistra si seguono le indicazioni per Cambiasca che si raggiunge in pochi minuti.

La voglia di muoversi c’è sempre ma la molta neve, le temperature in rialzo ed un elevato pericolo valanghe, suggeriscono di stare bassi e quieti per cui si va alla ricerca di un itinerario tranquillo e nello stesso tempo non ancora percorso. Tra le varie proposte la più interessante ci sembra quella fatta da Tim che suggerisce di fare la vecchia mulattiera che da Cambiasca sale a Miazzina, un percorso sconosciuto alla maggior parte degli escursionisti. Come concordato ci ritroviamo a Cambiasca, che si trova nell’immediato entroterra collinare di Verbania, da cui dista circa 4 chilometri. Lasciate le auto, con il numeroso gruppo, ci addentriamo fra le strette vie dell’antico nucleo medievale dove, nel centro storico, sono ancora visibili cortili interni, portici, portali in pietra locale , balconi e nella piazza centrale della parte vecchia del paese fa bella mostra la tondeggiante fontana. All’uscita dal paese iniziamo a risalire la vecchia mulattiera costellata dalle cappelle di una incompiuta Via Crucis che, mostra tutti i segni dovuti all’abbandono e al trascorrere del tempo. Al termine della mulattiera raggiungiamo la radura su cui sorge il seicentesco Oratorio di Monscenù. L’edificio, a pianta cruciforme, è dedicato alla Madonna delle Grazie ed è stato un tempo meta di pellegrini che, come dimostra la ricca raccolta di ex voto, si recavano nella vicina cappella per richiedere l’intercessione della Madonna del Latte, raffigurata nell’antico affresco che rappresenta la Madonna che allatta il bambino. Visitato il luogo, attrezzato ad area pic-nic, lasciamo il territorio di Cambiasca e ci addentriamo in quello di Miazzina. Risalendo lungo la strada asfaltata, sfruttiamo le scorciatoie che ci permettono di tagliare i diversi tornanti che la strada disegna sino ad arrivare ad un tornante su cui si erge una casa modernamente ristrutturata che riporta sul muro un dipinto dedicato a Santa Rita fatto realizzare dai Vigili del Fuoco di Verbania come ex voto a ricordo di uno scampato pericolo. Da questo punto inizia il tratto da percorrere completamente su asfalto che ci porta a raggiungere Miazzina. Il Paese di Miazzina è situato sugli speroni del Monte Zeda, a 650 m. sul livello del mare, domina la valle di sfocio del torrente S.Bernardino, sul cui delta sorge la città di Verbania. Superata la piazza del paese, in vista del campanile ci teniamo a sinistra e superati quattro garage in muratura ci  incamminiamo lungo il sentiero che, prima scende a valicare il ponte sul Rio Aurelio per poi risalire sulla sponda opposta e sbucare nella conca su cui sorgono le numerose baite dell’Alpe Rugno e, vista la giornata odierna, non a torto definita “ la conca del sole ″. Il grande corte di Rugno era un maggengo di Cossogno, la cui esistenza è citata in antiche pergamene fin dal 1300. Ancora negli anni Cinquanta era regolarmente frequentato da montanari che praticavano una superstite pastorizia. Gli edifici, legati alla vita degli alpeggi, sono stati recuperati e destinati a villeggiatura rurale. Ci spostiamo nella parte alta del corte e, quasi al margine del bosco, effettuiamo la sosta ristoratrice per consumare il nostro pranzo. Dopo un corroborante caffè, ci rimettiamo in cammino e,  visitato l’Oratorio della Madonna del Buon Consiglio, che sorge vicino al sovrastante “sasso del falò” dacui si gode di una splendida vista panoramica sul Golfo Borromeo, lasciamo Rugno e percorriamo la vecchia mulattiera che scende in direzione di Cossogno fino a giungere in prossimità del “ funtanin di uscei ″ da cui pieghiamo a sinistra in direzione di Ungiasca. Aggirandoci fra gli stretti vicoli del paese, raggiungiamo la chiesa dedicata a San Pietro sulla cui facciata Sud-Ovest è affrescata una bella meridiana racchiusa in una finta cornice lignea. Dalla chiesa scendiamo fino a che, perveniamo all’inizio del paese dove sorge l’Oratorio dell’Addolorata eretto nel 1770, come riportato sulla lapide collocata sulla facciata. Da questo punto i pochi segnavia scompaiono completamente e si procede fidandosi solo sulla lettura delle carte e sul senso di orientamento delle nostre guide. Ci inseriamo nel bosco e seguendo tracce di sentieri, raggiungiamo una pineta ai cui margini, a seguito delle ultime piogge, si è formato un piccolo stagno che interrompe ed ingentilisce l’uniformità dell’ambiente. Procediamo ancora nel bosco seguendo le tracce principali e percorso un ulteriore tratto in falsopiano, giungiamo in vista della Cava delle Gabbiane, che vista dall’alto ricorda i terrazzamenti di Machu Picchu. Ancora una breve discesa e dopo aver superato alcuni guadi, ci ricongiungiamo con il percorso di salita fatto al mattino chiudendo così l’anello di questa bella escursione che ci ha portato a percorre sentieri sconosciuti in ambienti particolari dell’entroterra verbanese: luoghi quasi mai visitati ma che meritano di essere riscoperti e conosciuti. Dopo una breve sosta, ritorniamo a Cambiasca dove, raggiunto il locale Circolo, per concludere in bellezza la splendida giornata, ci concediamo una fresca birretta. 

Vedi anche: www.in-valgrande.it