Valle Ossola

Le miniere della Val Toppa m.796
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:3-Luglio-2014                                                      

 Partenza da: Pieve Vergonte m. 232
 Dislivello totale: m.564
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: Autostrada A26 Genova Voltri – Gravellona Toce; seguire Statale n. 33 Gravellona Toce – Sempione uscita Pieve Vergonte, si raggiunge il Municipio dove si parcheggia.

Dopo le visite alla Miniera del Lavanchetto ed a quella dei Cani, oggi ci rechiamo a visitare le miniere della Val Toppa che ancora mancano alla nostra “ collezione ”. La Val Toppa è una valle sulle alture di Pieve Vergonte, nella bassa ossola, è una valle ripida e stretta che non porta ad alcun valico alpino, da qui il nome di “Val Tüpa”, che in dialetto significa “Valle chiusa”. La valle è solcata dal torrente Marmazza che ha scavato un lungo e ripido percorso tra il Pizzo Ottone e la Cima Strighet portando con sé notevoli quantità di materiale eroso. La visita oltre ad essere per noi una normale escursione, vuole anche  essere un modo per ricordare tutte le persone che, a costo di grandi sacrifici, ogni mattina si infilavano in un buco, scavato nella roccia per rimanervi dalle dieci alle dodici ore, martellando pietre senza mai vedere la luce del sole, per dare ai propri cari una vita dignitosa e per assicurare loro, ad un alto costo in termini di malattie e di morte, un miserabile tozzo di pane. Dopo aver prenotato presso il Comune di Pieve Vergonte la visita al luogo minerario, all’orario convenuto ci ritroviamo presso il Municipio dove veniamo ricevuti dall'assessore allo sport e gestione Val Toppa sig. Manaroli,  e dai i sigg.ri Michele, Mauro I e II, “ volontari della Val Toppa ” che ci accompagneranno nell’escursione. La visita guidata consente di fare esperienze “dal vivo”; capire in che modo si lavorava nelle miniere, con quali strumenti, in quali condizioni. Terminate le presentazione, iniziamo a salire lungo il sentiero che si inerpica nel bosco e dopo poco si ha subito una bella visione panoramica su tutto il piano ossolano per poi arrivare alla Cà Strusit (h0,30) e Mauro ci spiega come veniva utilizzata, ai tempi era abitata dal guardiano della soprastante polveriera. Continuando nel nostro cammino raggiungiamo la cappelletta "al falò" (h0,30;1,00) e successivamente il bivio per l’Alpe Fontan che raggiungiamo dopo un ulteriore breve cammino (h0,30;1,30). Qui depositiamo gli zaini e mentre ci riposiamo un attimo, i nostri accompagnatori ci offrono un graditissimo caffè. Terminata la sosta e corroborati dall’ottimo caffè, Mauro ci fornisce gli indumenti da indossare per visitare l’interno della miniera che il Comune di Pieve Vergonte ha ristrutturato e messo in sicurezza consentendone l’accesso al pubblico per visite turistico culturali a scopo divulgativo. Indossato il caschetto protettivo d'ordinanza, raggiungiamo l’ingresso della miniera e, dopo la dettagliata spiegazione riguardante il sito minerario, ci addentriamo in un tunnel rettilineo scolpito nella roccia compatta perdendoci nel ventre della montagna. Lo spettacolo naturale delle gallerie, dei cunicoli, delle grotte scavate nelle più segnate vene della montagna riesce solo a farci vagamente immaginare quanto fosse dura e difficile la vita del minatore che trascorreva le sue giornate alla fioca luce delle lanterne. L’impressione che se ne ricava è quella di entrare in un altro mondo, istintivamente il tono della voce si abbassa e l’orecchio, nel più totale silenzio, è teso a percepire il benché minimo rumore, le pareti trasudano di umidità, il fiato si condensa in piccole nuvole di vapore acqueo e ci pervade la sensazione di essere entrati nel ventre di quella montagna che solitamente calpestiamo durante le nostre escursioni. Al termine di uno stretto cunicolo, giungiamo in uno spazio molto più ampio in cui sono stati raccolti alcuni antichi attrezzi da lavoro ritrovati in loco e qui scattiamo anche la foto ricordo. Mauro ci mostra le varie tipologie dei minerali presenti illustrandocene le varie proprietà e caratteristiche, dopo aver scattato una serie notevole di foto all’interno delle gallerie, ritorniamo in superficie e ci incamminiamo di nuovo verso la “ Ca Bianca ” dove gli amici della Val Toppa, ci fanno trovare la tavola apparecchiata, e Michele ed Alida ci hanno preparato una ricca ed ottima pasta al sugo a cui fa seguito una abbondante razione di prodotti locali. Abbondantemente rifocillati, ci soffermiamo ad osservare il bellissimo panorama che si ha la possibilità di vedere da quassù, godendoci il sole della magnifica giornata. Come sempre succede bisogna fare i conti con il rientro e, chiusa la struttura, ci apprestiamo ad intraprendere la discesa che, per compiere un giro ad anello, effettuiamo seguendo il percorso che normalmente costituisce la meno faticosa via di salita. Scendendo in direzione di Fomarco raggiungiamo l’Alpe Testa Grande e, discesa la “ scala del minatore ” arriviamo al guado sul Rio Marmazza che presenta i notevoli danni provocati dalla slavina. Superatolo senza difficoltà, giungiamo nella zona detta dei “ calagn ”, la zona in cui sorgevano circa cinquanta mulini adibiti alla lavorazione del minerale, continuiamo a seguire il sentiero che, percorse tutte le pieghe della montagna ci conduce a raggiungere la strada asfaltata che sale da Fomarco. Scendiamo sino a giungere in paese dove, presso il locale circolo, ci concediamo una rinfrescante bevanda prima di intraprendere l’ultimo tratto del percorso che transitando per il bellissimo Oratorio di Santa Maria di Fomarco ( I° Santuario dell’Ossola ), ci riporta a Pieve Vergonte dove termina questa straordinaria ed istruttiva escursione. A conclusione di una bellissima giornata, è doveroso da parte nostra ringraziare l’Amministrazione Comunale e i “ volontari della Val Toppa ” per la disponibilità, l’ospitalità e la cordialità con cui ci hanno accolto ed accompagnato in questa visita che, trasportandoci indietro nel tempo, ci ha permesso di fare un tuffo nella storia.

Link: www.comunepievevergonte.it
       www.in-montagna.it