Come arrivare:
Autostrada A26 Genova Voltri – Gravellona Toce; seguire
Statale n. 33 Gravellona Toce – Sempione uscita Pieve
Vergonte, si raggiunge il Municipio dove si parcheggia.
Dopo le visite alla Miniera del
Lavanchetto ed a quella dei Cani, oggi ci rechiamo a
visitare le miniere della Val Toppa che ancora mancano
alla nostra “ collezione ”. La Val
Toppa è
una valle sulle alture di Pieve
Vergonte,
nella bassa ossola, è una valle ripida e stretta che non
porta ad alcun valico alpino, da qui il nome di “Val
Tüpa”, che in dialetto significa “Valle chiusa”. La
valle è solcata dal torrente
Marmazza
che ha scavato un lungo e ripido percorso tra il Pizzo
Ottone e la Cima Strighet portando con sé notevoli
quantità di materiale eroso. La visita oltre ad essere
per noi una normale escursione, vuole anche essere
un modo per ricordare tutte le persone che, a costo di
grandi sacrifici, ogni mattina si infilavano in un buco,
scavato nella roccia per rimanervi dalle dieci alle
dodici ore, martellando pietre senza mai vedere la luce
del sole,
per dare ai propri cari una vita
dignitosa e per assicurare loro,
ad un alto costo in termini di malattie e
di morte,
un miserabile tozzo di pane.
Dopo aver prenotato presso il Comune di Pieve Vergonte
la visita al luogo minerario, all’orario convenuto ci
ritroviamo presso il Municipio dove veniamo ricevuti
dall'assessore allo sport e gestione Val Toppa sig.
Manaroli, e dai i sigg.ri Michele, Mauro I e II,
“ volontari della Val Toppa ” che ci accompagneranno
nell’escursione. La visita guidata consente di fare
esperienze “dal vivo”; capire in che modo si lavorava
nelle miniere, con quali strumenti, in quali condizioni.
Terminate le presentazione, iniziamo a salire lungo il
sentiero che si inerpica nel bosco e dopo poco si ha
subito una bella visione panoramica su tutto il
piano ossolano
per poi arrivare alla
Cà Strusit
(h0,30) e Mauro ci spiega come veniva utilizzata,
ai tempi era abitata dal guardiano della soprastante
polveriera. Continuando nel nostro cammino raggiungiamo
la
cappelletta "al falò"
(h0,30;1,00) e successivamente il bivio per l’Alpe
Fontan
che raggiungiamo dopo un ulteriore breve cammino (h0,30;1,30).
Qui depositiamo gli zaini e mentre ci riposiamo un
attimo, i nostri accompagnatori ci offrono un
graditissimo caffè.
Terminata la sosta e corroborati dall’ottimo caffè,
Mauro
ci fornisce gli indumenti
da
indossare per visitare l’interno della miniera che il
Comune di Pieve Vergonte ha ristrutturato e messo in
sicurezza consentendone l’accesso al pubblico per visite
turistico culturali a scopo divulgativo.
Indossato il caschetto protettivo d'ordinanza,
raggiungiamo
l’ingresso della miniera
e, dopo la dettagliata spiegazione riguardante il sito
minerario, ci addentriamo in un
tunnel rettilineo
scolpito nella roccia compatta perdendoci nel ventre
della montagna. Lo spettacolo naturale delle gallerie,
dei cunicoli, delle grotte scavate nelle più segnate
vene della montagna riesce solo a farci vagamente
immaginare quanto fosse dura e difficile la vita del
minatore che trascorreva le sue giornate alla fioca luce
delle lanterne. L’impressione che se ne ricava è quella
di entrare in un altro mondo, istintivamente il tono
della voce si abbassa e l’orecchio, nel più totale
silenzio, è teso a percepire il benché minimo rumore, le
pareti trasudano di umidità, il fiato si condensa in
piccole nuvole di vapore acqueo e ci pervade la
sensazione di essere entrati nel ventre di quella
montagna che solitamente calpestiamo durante le nostre
escursioni. Al termine di uno stretto cunicolo,
giungiamo in uno spazio molto più ampio in cui sono
stati raccolti alcuni
antichi attrezzi da lavoro
ritrovati in loco e qui scattiamo anche la
foto ricordo.
Mauro ci mostra le varie tipologie dei
minerali presenti
illustrandocene le varie proprietà e caratteristiche,
dopo aver scattato una serie notevole di foto
all’interno delle gallerie, ritorniamo in superficie e
ci incamminiamo di nuovo verso la “
Ca Bianca
” dove
gli amici della Val Toppa, ci fanno trovare la tavola
apparecchiata, e
Michele ed Alida
ci
hanno preparato una ricca ed
ottima pasta al sugo
a cui fa seguito una abbondante razione di prodotti
locali. Abbondantemente rifocillati, ci soffermiamo ad
osservare il
bellissimo panorama
che si
ha la possibilità di vedere da quassù, godendoci il sole
della magnifica giornata. Come sempre succede bisogna
fare i conti con il rientro e, chiusa la struttura, ci
apprestiamo ad intraprendere la discesa che, per
compiere un giro ad anello, effettuiamo seguendo il
percorso che normalmente costituisce la meno faticosa
via di salita. Scendendo in direzione di Fomarco
raggiungiamo
l’Alpe Testa Grande
e, discesa la
“ scala del minatore ”
arriviamo al guado sul Rio Marmazza che presenta i
notevoli
danni provocati dalla slavina.
Superatolo senza difficoltà, giungiamo nella zona detta
dei “ calagn ”, la zona in cui sorgevano circa cinquanta
mulini adibiti alla lavorazione del minerale,
continuiamo a seguire il sentiero che, percorse tutte le
pieghe della montagna ci conduce a raggiungere la strada
asfaltata che sale da Fomarco. Scendiamo sino a giungere
in paese dove, presso il locale circolo, ci concediamo
una rinfrescante bevanda prima di intraprendere l’ultimo
tratto del percorso che transitando per il bellissimo
Oratorio di Santa Maria di Fomarco
( I° Santuario dell’Ossola ), ci riporta a Pieve
Vergonte dove termina questa straordinaria ed istruttiva
escursione. A conclusione di una bellissima giornata, è
doveroso da parte nostra ringraziare l’Amministrazione
Comunale e i “ volontari della Val Toppa ” per la
disponibilità, l’ospitalità e la cordialità con cui ci
hanno accolto ed accompagnato in questa visita che,
trasportandoci indietro nel tempo, ci ha permesso di
fare un tuffo nella storia.
Link:
www.comunepievevergonte.it
www.in-montagna.it
 |