Come arrivare:
Percorrere la A 26, da cui si esce al
casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Si prosegue lungo la
Statale 299 fino a Varallo: da qui la strada per
Alagna Valsesia si snoda lungo la Val Grande, attraversa
i paesi di Balmuccia, Scopa, Scopello, Piode per
giungere dopo circa 23 Km a Campertogno.
Campertogno,
situato nella medio-alta Val Grande, è certamente il più
pittoresco paese dell'intera valle così come lo descrive
il Ravelli nel suo celebre libro Valsesia e Monte Rosa,
si trova poco al di sotto della confluenza del torrente
Artogna con il Sesia a 12 km da Alagna si adagia ai lati
del Sesia, dove la valle si stringe. Per noi è oramai
tradizione ritornare a Campertogno per salire all’Alpe
Cima o, a seconda del periodo, agli alpeggi
superiori dove il nostro amico Sergio si reca
abitualmente per pascolare le sue greggi. E’ passato
oramai un anno dall’ultima volta che siamo saliti a
trovare Sergio con il quale abbiamo stabilito un vero
rapporto di amicizia, perciò riteniamo che sia giunto il
momento di ritornare a fargli visita per trascorrere
qualche ora in sua piacevole compagnia. Raggiunto
Campertogno,
attraversiamo il ponte in pietra sul fiume Sesia e
raggiungiamo la frazione Tetti dove parcheggiamo l’auto
e ci incamminiamo lungo il sentiero contrassegnato dal
segnavie N° 78 che rientra nel circuito dei “
Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia
″. Il sentiero presenta le caratteristiche tipiche
dell’itinerario valsesiano con la mulattiera che si
addentra nel bosco, fiancheggiata da 15
cappellette stupendamente affrescate, che raffigurano i
quindici Misteri della vita della Madonna. Lasciamo
l’abitato e ci incamminiamo lungo il sentiero che inizia
a salire per portarsi, sul promontorio roccioso, in
località Scarpiolo, dove sorge
l’Oratorio della Madonna degli Angeli,
antico patronato della famiglia Selletti che nel 1686
fece incorporare la primitiva cappella del 1481 in una
costruzione più ampia. Mantenendoci sullo sperone che
discende dal Sasso Bruciato entriamo nel territorio del
Selletto m. 975 dove presso la
“ cà dal nudé ″
( casa del notaio) è ancora visibile un pregevole
affresco del 500.
Proseguiamo il nostro cammino e risaliti alcuni ripidi
tornanti raggiungiamo la
cappella della Scarpia o “ della Visitazione ″.
Inoltrandoci nel bosco, attraversiamo un piccolo
rio e continuiamo a risalire la bella mulattiera ai cui
lati sorgono le
edicole votive
costruite tra il 1843 e il 1845. All’uscita dal bosco,
perveniamo allo spiazzo su cui sorge il
Santuario della Visitazione
m. 1092 (h0,35), l’isolato edificio è uno degli
Oratori più famosi e antichi della valle dedicato alla
Visitazione di Maria Vergine, edificato tra il 1500 e il
1512
come ex voto per scampato pericolo da epidemie. Il
piccolo Santuario è oggi detto Madonna del Callone, o
"grosso callo", per indicare lo spuntone di roccia su
cui sorge la chiesa: fu edificato tra l'anno 1500 e
l'anno 1512 come ex voto per scampato pericolo da
epidemie. Nel
1936 si celebrarono i festeggiamenti per l’incoronazione
della Madonna e ogni anno,
il 2 luglio, si ripete la fiaccolata in memoria
dell'incoronazione. La sera del 14 agosto l'immagine
della Madonna viene accompagnata da una processione con
fiaccole dall'oratorio fino alla chiesa parrocchiale,
dove rimane esposta ai fedeli per una settimana. Durante
la processione i balconi sono adornati con lenzuola
ricamate e lumi e negli alpeggi si accendono grandi
fuochi in segno di festa.
Il piazzale antistante l’antica chiesetta è un vero e
proprio balcone sulla valle dal quale
la vista spazia su Campertogno
e le sue frazioni e, a destra, sull’Alpe di Mera.
Proseguiamo lungo il percorso che si inoltra nella
faggeta, ed effettuando una piccola deviazione dal
percorso segnato, ci rechiamo ad osservare uno dei rari
esempi di
altare megalitico
rimasti in Valsesia. Ritornati sul tracciato principale,
continuiamo a risalire nella faggeta fino a che, quando
il bosco si dirada, raggiungiamo l’alpeggio dell’Argnaccia
m. 1183 (h0,40;1,15), che si stende su un'ampia
terrazza glaciale caratterizzato dalla
cappella denominata "del laghetto"
che si specchia nel
piccolo e suggestivo lago
limitrofo: secondo la tradizione presso il laghetto
furono sepolti con calce alcuni morti in seguito alla
pestilenza del 1630. Lasciata l'Argnaccia con i suoi
numerosi nuclei di baite, quasi tutte restaurate,
proseguiamo in leggera salita e raggiungiamo
l’Alpe Cuna o Cima
m. 1260 (h0,30;1,45). Il suono dei campanacci ci
fa intendere che stiamo per ritrovare l’amico. Infatti
così è, raggiungiamo le casere dell’alpe e troviamo
Sergio che sta ultimando la mungitura
delle sue bovine. Dopo averci salutato calorosamente, ci
fa accomodare e con l’usuale generosità e cordialità,
che gli sono abituali, subito si adopera per metterci a
nostro agio e, dopo averci servito ogni genere di salumi
di sua produzione, ci invita a fermarci per consumare in
sua compagnia un piatto di spaghetti. Accettiamo
di buon grado il cortese invito e, mentre aspettiamo
l’ora di pranzo, Sergio scende più in basso per
recuperare alcuni generi di prima necessità. Nel
frattempo noi ci aggiriamo per l’alpeggio che è popolato
da molte specie di animali: oche, galline, e
maiali di notevoli dimensioni
che a loro volta sono in attesa del pranzo. Terminato di
accudire alle bestie, è giunta l’ora di pensare agli
umani e Sergio inizia a deliziarci con degli squisiti
“ capuneit ″,
i tipici involtini valsesiani racchiusi nelle foglie del
lavasso ( rabarbaro selvatico ) da noi fino ad ora
sconosciuti e molto apprezzati tanto che al buon Sergio
non ne sono rimasti. A seguire Sergio cuoce la pasta
che, condirà con un
succulento sugo al pomodoro e prosciutto,
seguono i suoi
squisiti formaggi
e per finire un corroborante caffè, logicamente
corretto. A tavola conversiamo dell’andamento della
stagione e della sua vita da pastore e di come trascorre
le sue giornate. Tra una chiacchiera e l’altra non ci
accorgiamo che il tempo scorre inesorabilmente e che è
giunta l’ora di pensare al rientro, a malincuore
salutiamo l’amico e ci incamminiamo sulla via del
ritorno. Sergio ci consiglia di scendere dal sentiero
alternativo che,
prende avvio dalle ultime baite
sotto la croce e ritorna a Campertogno seguendo il
sentiero che discende lungo l’incassato vallone. Per
variare l’usuale percorso seguito fino ad ora, e per
compiere un più gratificante giro ad anello, seguiamo i
consigli dell’amico e raggiunta
l’ultima cappella dell’alpe,
seguiamo le
chiare indicazioni
e ci incamminiamo lungo il sentiero che scendendo nel
bosco, raggiunge un’isolata baita per poi continuare
fino ad arrivare ad un punto attrezzato con panche in
sasso da dove si gode di una spettacolare visione sulla
“ cascata degli sciocchi ″,
il sentiero continua accostando la parete rocciosa su
cui,
nei punti più esposti,
sono fissate delle corde di sicurezza e dopo una
ulteriore breve discesa termina nei prati a poco
distanza dal punto in cui abbiamo lasciato l’auto.
Ritornando verso casa, non possiamo fare a meno di
commentare la splendida giornata trascorsa in compagnia
di una persona speciale, in una magnifica giornata
autunnale in cui
i caldi colori
hanno dipinto un quadro di impareggiabile bellezza.
L’itinerario “escursionistico ” è annoverato tra i “
Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia ” e si
sviluppa nel territorio dell’Alta Valgrande del Sesia.
Maggiori informazioni al riguardo sono reperibili
consultando il sito:
http://www.giannimolino.it/Home.php
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