Val Sesia

Alpe Cuna o Cima m. 1260
 

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:23-Ottobre-2014                                                      

 Partenza da: Campertogno/Fraz. Tetti m. 827
 Dislivello totale: m. 433
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,00

Come arrivare: Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Si prosegue lungo la Statale 299 fino a Varallo: da qui la strada per  Alagna Valsesia si snoda lungo la Val Grande, attraversa i paesi di  Balmuccia, Scopa, Scopello, Piode per giungere  dopo circa 23 Km a Campertogno.
 


Campertogno, situato nella medio-alta Val Grande, è certamente il più pittoresco paese dell'intera valle così come lo descrive il Ravelli nel suo celebre libro Valsesia e Monte Rosa, si trova poco al di sotto della confluenza del torrente Artogna con il Sesia a 12 km da Alagna si adagia ai lati del Sesia, dove la valle si stringe. Per noi è oramai tradizione ritornare a Campertogno per salire all’Alpe Cima o, a seconda del periodo, agli alpeggi  superiori dove il nostro amico Sergio si reca abitualmente per pascolare le sue greggi. E’ passato oramai un anno dall’ultima volta che siamo saliti a trovare Sergio con il quale abbiamo stabilito un vero rapporto di amicizia, perciò riteniamo che sia giunto il momento di ritornare a fargli visita per trascorrere qualche ora in sua piacevole compagnia. Raggiunto 
Campertogno, attraversiamo il ponte in pietra sul fiume Sesia e raggiungiamo la frazione Tetti dove parcheggiamo l’auto e ci incamminiamo lungo il sentiero contrassegnato dal segnavie N° 78 che rientra nel circuito dei “ Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia ″. Il sentiero presenta le caratteristiche tipiche dell’itinerario valsesiano con la mulattiera che si addentra nel bosco, fiancheggiata da 15  cappellette stupendamente affrescate, che raffigurano i quindici Misteri della vita della Madonna. Lasciamo l’abitato e ci incamminiamo lungo il sentiero che inizia a salire per portarsi, sul promontorio roccioso, in località Scarpiolo, dove sorge l’Oratorio della Madonna degli Angeli, antico patronato della famiglia Selletti che nel 1686 fece incorporare la primitiva cappella del 1481 in una costruzione più ampia. Mantenendoci sullo sperone che discende dal Sasso Bruciato entriamo nel territorio del Selletto m. 975 dove presso la “ cà dal nudé ″ ( casa del notaio) è ancora visibile un pregevole affresco del 500. Proseguiamo il nostro cammino e risaliti alcuni ripidi tornanti raggiungiamo la cappella della Scarpia o “ della Visitazione ″. Inoltrandoci  nel bosco, attraversiamo un piccolo rio e continuiamo a risalire la bella mulattiera ai cui lati sorgono le edicole votive costruite tra il 1843 e il 1845. All’uscita dal bosco, perveniamo allo spiazzo su cui sorge il Santuario della Visitazione m. 1092 (h0,35), l’isolato edificio è uno degli Oratori più famosi e antichi della valle dedicato alla Visitazione di Maria Vergine, edificato tra il 1500 e il 1512 come ex voto per scampato pericolo da epidemie. Il piccolo Santuario è oggi detto Madonna del Callone, o "grosso callo", per indicare lo spuntone di roccia su cui sorge la chiesa: fu edificato tra l'anno 1500 e l'anno 1512 come ex voto per scampato pericolo da epidemie. Nel 1936 si celebrarono i festeggiamenti per l’incoronazione della Madonna e ogni anno, il 2 luglio, si ripete la fiaccolata in memoria dell'incoronazione. La sera del 14 agosto l'immagine della Madonna viene accompagnata da una processione con fiaccole dall'oratorio fino alla chiesa parrocchiale, dove rimane esposta ai fedeli per una settimana. Durante la processione i balconi sono adornati con lenzuola ricamate e lumi e negli alpeggi si accendono grandi fuochi in segno di festa. Il piazzale antistante l’antica chiesetta è un vero e proprio balcone sulla valle dal quale la vista spazia su Campertogno e le sue frazioni e, a destra, sull’Alpe di Mera. Proseguiamo lungo il percorso che si inoltra nella faggeta, ed effettuando una piccola deviazione dal percorso segnato, ci rechiamo ad osservare uno dei rari esempi di altare megalitico rimasti in Valsesia. Ritornati sul tracciato principale, continuiamo a risalire nella faggeta fino a che, quando il bosco si dirada, raggiungiamo l’alpeggio dell’Argnaccia m. 1183 (h0,40;1,15), che si stende su un'ampia terrazza glaciale caratterizzato dalla cappella denominata "del laghetto" che si specchia nel piccolo e suggestivo lago limitrofo: secondo la tradizione presso il laghetto furono sepolti con calce alcuni morti in seguito alla pestilenza del 1630. Lasciata l'Argnaccia con i suoi numerosi nuclei di baite, quasi tutte restaurate, proseguiamo in leggera salita e raggiungiamo l’Alpe Cuna o Cima m. 1260 (h0,30;1,45). Il suono dei campanacci ci fa intendere che stiamo per ritrovare l’amico. Infatti così è, raggiungiamo le casere dell’alpe e troviamo Sergio che sta ultimando la mungitura delle sue bovine. Dopo averci salutato calorosamente, ci fa accomodare e con l’usuale generosità e cordialità,  che gli sono abituali, subito si adopera per metterci a nostro agio e, dopo averci servito ogni genere di salumi di sua produzione, ci invita a fermarci per consumare in sua compagnia un piatto di spaghetti.  Accettiamo di buon grado il cortese invito e, mentre aspettiamo l’ora di pranzo, Sergio scende più in basso per recuperare alcuni generi di prima necessità. Nel frattempo noi ci aggiriamo per l’alpeggio che è popolato da molte specie di animali: oche, galline, e maiali di notevoli dimensioni che a loro volta sono in attesa del pranzo. Terminato di accudire alle bestie, è giunta l’ora di pensare agli umani e Sergio inizia a deliziarci con degli squisiti “ capuneit ″, i tipici involtini valsesiani racchiusi nelle foglie del lavasso ( rabarbaro selvatico ) da noi fino ad ora sconosciuti e molto apprezzati tanto che al buon Sergio non ne sono rimasti. A seguire Sergio cuoce la pasta che, condirà con un succulento sugo al pomodoro e prosciutto, seguono  i suoi squisiti formaggi e per finire un corroborante caffè, logicamente corretto. A tavola conversiamo dell’andamento della stagione e della sua vita da pastore e di come trascorre le sue giornate. Tra una chiacchiera e l’altra non ci accorgiamo che il tempo scorre inesorabilmente e che è giunta l’ora di pensare al rientro, a malincuore salutiamo l’amico e ci incamminiamo sulla via del ritorno. Sergio ci consiglia di scendere dal sentiero alternativo che, prende avvio dalle ultime baite sotto la croce e ritorna a Campertogno seguendo il sentiero che discende lungo l’incassato vallone. Per variare l’usuale percorso seguito fino ad ora, e per compiere un più gratificante giro ad anello, seguiamo i consigli dell’amico e raggiunta l’ultima cappella dell’alpe, seguiamo le chiare indicazioni  e ci incamminiamo lungo il sentiero che scendendo nel bosco, raggiunge un’isolata baita per poi continuare fino ad arrivare ad un punto attrezzato con panche in sasso da dove si gode di una spettacolare visione sulla “ cascata degli sciocchi ″, il sentiero continua accostando la parete rocciosa su cui, nei punti più esposti, sono fissate delle corde di sicurezza e dopo una ulteriore breve discesa termina nei prati a poco distanza dal punto in cui abbiamo lasciato l’auto.

Ritornando verso casa, non possiamo fare a meno di commentare la splendida giornata trascorsa in compagnia di una persona speciale, in una magnifica giornata autunnale in cui i caldi colori hanno dipinto un quadro di impareggiabile bellezza.

 

L’itinerario “escursionistico ” è annoverato tra i “ Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia ” e si sviluppa nel territorio dell’Alta Valgrande del Sesia. Maggiori informazioni al riguardo sono reperibili consultando il sito: http://www.giannimolino.it/Home.php