Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino
all’uscita per Domodossola. Usciti dalla Statale, si
svolta a destra, si continua per Domodossola, per poi
seguire le indicazioni Val Bognanco; all’imbocco della
valle
si trova sulla destra il ponte di Mocogna che si
attraversa per raggiunge in breve l’abitato.
Parcheggiamo
l’auto nei pressi del locale Circolo e ci incamminiamo
sulla destra per un breve tratto di strada, incontrato
il cartello che indica la Torre,
entriamo in Via Ardignaga e raggiunte le ultime case,
inizia
il percorso ben segnato.
Camminando fra alti muretti di sasso, iniziamo a
risalire il sentiero che si alza abbastanza rapidamente
offrendo scorci panoramici su Mocogna, in cui è ben
visibile
la torre di segnalazione di Ardignaga,
e sulla pianura ossolana. Alternando parecchi sali
scendi, camminiamo a tratti fra enormi massi, scendendo
belle scalinate
costruite con gradini di notevoli dimensioni sino a
raggiungere una
parete di roccia, attrezzata
con corda metallica, che superiamo in tutta sicurezza.
Continuando nel nostro cammino, superiamo le zone in cui
sono ancora visibili
i danni arrecati dalla copiosa nevicata
di fine anno e raggiungiamo
le baite di Pinezzo
m. 558 (h1,15). Il sentiero si trasforma ora in
sterrata e superata
Arciccia
si raggiungere la
località Rolò
m.585 (h0,15;1,30) immettendosi sulla strada
asfaltata che da Canei sale ad Andromia. Mentre
risaliamo faticosamente in direzione di Onzo, alla
ricerca della partenza del sentiero per l’Alpe
Curtavello,
incontriamo Carmelo,
attivo membro del Gruppo Alpini di Caddo, che molto
cortesemente ci informa sulle opere realizzate dal
Gruppo e sui percorsi fattibili in zona e ci indica la
direzione da seguire per raggiungere la meta che ci
eravamo prefissi. Il sentiero prende avvio proprio in
corrispondenza della
palina divelta
e inoltrandosi nel bosco, superate
antiche scalinate
si perviene al nucleo di baite dell’Alpe
Curtavello
m. 877 (h1,00;2,30). Sulla base delle indicazioni
forniteci, decidiamo di proseguire per arrivare sino
all’Alpe Termine e continuiamo a risalire il
luminoso bosco
perveniamo alla bella radura su cui sorge la ben
ristrutturata baita dell’Alpe
Termine
m. 1065 (h0,30;3,00). Lo spettacolo che si gode
da questo punto è semplicemente fantastico, la vista
spazia su tutto il sottostante piano ossolano e sulle
montagne della Valgrande ancora abbondantemente
imbiancate. Godendoci il caldo sole e la
stupenda panoramica,
ci accomodiamo per il pranzo. Al termine della pausa
pensiamo di scendere passando da Albarina, rintracciato
il sentiero cominciamo a percorrerlo sino a che le
numerose piante al suolo
ci convincono che sia meglio abbandonare l’idea e
scendere da dove siamo saliti, ritorniamo pertanto
all’Alpe Termine e scendiamo di nuovo sino alle baite
dell’Alpe Curtavello. Qui notiamo degli
ometti in sasso e segni di falcetto
posti ad indicare una via di discesa alternativa, a
questo punto lo spirito avventuroso ha il sopravvento ed
iniziamo a scendere in questa direzione seguendo i
numerosi segni che si ripetono a distanza abbastanza
ravvicinata sulle piante.
La traccia scende ripida
nel bosco e supera alcuni tratti molto scoscesi e resi
scivolosi dalla paglia per cui è richiesta parecchia
attenzione tanto che, a nostro parere, lo indichiamo
come percorso per EE evidenziandolo in rosso sulla
cartina. Dopo una lunga discesa praticamente quasi in
verticale, ritorniamo finalmente sul sentiero percorso
al mattino sbucando nel punto in cui avevamo notato la
freccia bianca
che ci aveva portato a pensare: “ chissà dove porterà ”,
ora lo abbiamo capito. Una
bella cascata di acqua
ci offre l’opportunità di rinfrescarci attenuando così
in parte la calura della giornata, ora non ci resta che
ripercorrere il tratto di sentiero che ci riporta a
Caddo dove recuperiamo le auto (h2,30;5,30).
Bella escursione che ci ha portato a
visitare due alpeggi lontani dagli abituali percorsi
escursionistici in una zona meritevole di attenzione.
Link:
www.gruppoalpinicaddo.com
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