Come arrivare:
Percorrere
la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la
statale del Sempione , sino all’uscita per Domodossola.
Usciti dalla statale, si seguono le indicazioni per la
Stazione Ferroviaria.In alternativa si può proseguire in
auto sino all’uscita di Masera e raggiungere
direttamente il luogo di partenza.
Raggiunta
Masera, ci rechiamo in Piazza San Martino dove ci
riuniamo con gli amici del CAI di Villadossola che sono
da poco arrivati con il treno della “ Vigezzina ″, la
linea ha origine a Domodossola, la città famosa in tutta
Italia per una questione di alfabeto: D come
Domodossola. Chi non ha citato almeno una volta nella
vita, questa città per fare lo spelling del proprio
cognome o di qualche altra parola. Infatti il programma
odierno prevede di testare quello che abbiamo denominato
“ il percorso dell’uva ″ e che: per fare in modo di
utilizzare il territorio per la sua vera potenzialità
prestando la dovuta attenzione ai trasporti,
luoghi, manufatti, cultura e natura delle zone
esaminate, si intende percorrere con l’utilizzo dei
mezzi pubblici designando pertanto come base di partenza
la stazione ferroviaria di Domodossola. Partiamo
dalla piazza della Chiesa e imboccando
via Carale,
attraversiamo un portico per arrivare in piazza Marconi,
dove ha sede il il
Museo
dello Spallone.
Saliamo su di una strada in ciottoli, al termine della
quale troviamo una
cappelletta.
Continuiamo e dopo aver affiancato i vigneti giungiamo
in frazione Marchiuso. Proseguiamo fino a giungere a
Ranco Sotto m.480 dove, isolato su una rupe a strapiombo
di un torrente, sorge
l’Oratorio
di San Rocco
del XIV secolo. Alle pareti vi sono appesi gli ex-voto
per la grande nevicata del 1888 in cui caddero ben 4
metri di neve, quando Ranco fu salvo dal pericolo delle
valanghe. Continuando a risalire ci ritroviamo a Ranco
Sopra, dove una
vecchia
costruzione con una ruota in ferro appesa
si rivela essere il vecchio mulino ad acqua della
frazione e rappresenta per oggi il punto più alto
dell’escursione. Iniziamo il percorso di discesa e
attraversato i vecchi vicoli,
un
ponticello
ci immette di nuovo nella piazzetta di S.Rocco.
Proseguendo per il sentiero nel bosco troviamo una
cappelletta solitaria,
poi continuiamo fino a raggiungere il borgo di Casa
Brencio (mt.440) dove una struttura modernamente
ristrutturata ospita un grazioso
Bad &
Breakfast
con una ben curata
zona
verde.
Dopo essere passati fra le case, scendiamo tra
magnifici
vigneti
in cui alcuni filari sono ancora carichi di grappoli in
attesa di essere vendemmiati, e ci rechiamo a visitare
l'Oratorio della Madonna delle Grazie
(mt 460),
con una piccola zona adibita per una piacevole sosta.
Raggiungiamo poi Fr.Rogna e Fr. Cresta(mt 380), dove tra
le case spicca
l'oratorio
di S.Bernardo.
Da qui iniziamo a scendere per la mulattiera tra i
vigneti e raggiungiamo la strada asfaltata. Proseguendo
in direzione di Montecrestese , visitiamo
il torchio
posto a lato della via
e
raggiungiamo il locale Centro Anziani dove ci concediamo
un
aperitivo.
Dopo la sosta ristoratrice, ritorniamo in direzione di
Masera e
risalendo
tra i vigneti
ritorniamo
in frazione Cresta e ci rechiamo presso
l’Osteria
del Divin Porcello
dove è prevista la sosta pranzo. La scelta cade sul menù
stagionale e non potevano mancare i veri e inimitabili
gnocchi all’antica ossolana,
impastati
con Farina di castagne e zucca e conditi con sugo di
arrosto e formaggio nostrano fuso a cui facciamo seguire
un superbo arrosto con funghi, patatine e verdure al
vapore, il tutto innaffiato da un ottimo Prünent: il
tipico vino Ossolano la cui presenza in Ossola è
storicamente accertata sin dal 1309. Al termine del
lauto pranzo riprendiamo il cammino e ci dirigiamo in
direzione di Rivoira dove, nella piazzetta di San Giulio
incontriamo una bella
fontana
risalente al 1839,
il forno del pane e il vecchio torchio ristrutturato.
Continuando a scendere percorriamo un
sentiero
tra due muri
e davanti
a noi ecco che intravediamo Villa Caselli.
Villa
Caselli
è una dimora ottocentesca in stile neoclassico,
posizionata sulle alture di Masera, all’interno di uno
splendido parco di ben 35.000 mq. Il suo nome non è
dovuto a persone che l'abitarono e nemmeno a famiglie,
ma prende origine con molta probabilità dalla località
in cui essa sorge, chiamata ancora oggi dai Maseresi "ai
casei". Venne edificata nella seconda metà del XIX
secolo da una famiglia vigezzina originaria di Craveggia,
la famiglia Mellerio; orafi di professione, i Mellerio
erano emigrati in Francia; al loro ritorno decisero di
costruire questa splendida residenza sulle colline
maseresi: dal 1993 è di proprietà comunale. La
attraversiamo su mulattiera e ammirati gli
alberi
centenari,
rarità del parco della villa,
scendiamo fino a giungere di nuovo in piazza Marconi
dove chiudiamo questo facile e poco faticoso bel giro ad
anello. Salutiamo e ringraziamo gli amici con cui
abbiamo condiviso questa bella giornata e facciamo
rientro alle rispettive stazioni di partenza.
Per maggiori informazioni consultare il
sito:
http://www.comune.masera.vb.it/
 |