Escursione
in sponda destra orografica del Toce partendo dalla
frazione Loro, uno dei tanti piccoli borghi esposto
a Nord dove in inverno il sole non fa la sua
apparizione e le montagne sovrastanti, offrono una
panoramica visione sulla sottostante Piana del Toce.
Lasciamo l’auto nei pressi del laghetto di pesca
sportiva alla trota che prende il nome dal
sovrastante
Oratorio di S. Anna,
risalente alla prima metà del XVIII secolo e da cui
già si ha un bella visione della pianura. Sul retro
dell’oratorio
prende avvio il sentiero,
ben segnalato che, con veloci tornanti inizia a
risalire nel ripido bosco in cui ancora esistono
secolari castagni sopravvissuti agli incendi che nel
tempo hanno imperversato nella zona. Costeggiamo la
sponda destra del
Rio del Loro
e giungiamo alla solitaria baita che sorge in
Frazione Pioda
m. 385 (h0,30).
Continuiamo a risalire il bosco seguendo il sentiero
che in alcuni punti risulta invaso da
piante cadute al suolo
e, superato un tratto di falso piano in cui ancora
si intravedono i resti di antiche costruzioni,
raggiungiamo
l’Alpe Gravellona
m. 655 (h0,45;1,15)
in evidente stato di degrado in cui solo la
cappelletta
risulta ben curata. Dal margine superiore dell’alpe,
un
rustico belvedere
consente di ammirare una bella veduta sulla
sottostante pianura e sulle circostanti montagne che
delimitano la zona. Lasciamo l’alpe e, risalito un
ulteriore tratto di sentiero in cui i segnavie si
fanno più radi e vanno seguiti con attenzione,
giungiamo alla
condotta forzata
di servizio alla centrale di Rumianca dove, la
presenza di residui nevosi ci induce ad attraversare
prestando la massima attenzione a non scivolare
(h0,45;2,00).
Superata la condotta, in breve raggiungiamo
l’Alpe Pianezzo
m. 877, da cui svoltiamo a destra per seguire il
sentiero che risale la dorsale alla cui sommità
sorge il bacino di carico della centrale m. 957
(h0,20;2,20).
Ci addentriamo nella
valle del Rio Arsa
per ammirarla in tutta la sua selvaggia bellezza e,
nella sua parte terminale, intravediamo le baite
dell’Alpe
Mazzucchero
ancora immerse nella neve. Ritorniamo al bacino e
visitiamo le oramai abbandonate costruzioni da cui
si gode di una spettacolare vista su tutto il
Piano Ossolano
e su tutte le montagne che si elevano maestose sul
versante di fronte in cui si riconoscono gli abitati
di
Colloro, Premosello e la sovrastante omonima Colma.
La bellissima giornata ci invoglia ad effettuare la
sosta pranzo godendoci, oltre allo stupendo
panorama, anche il caldo sole e fra un panino e
l’altro Attilio ci illustra tutte le cime che “
condiscono ″ il nostro lauto pranzo. Riempiti gli
occhi e lo stomaco, ci rimettiamo in cammino e
scendiamo di nuovo all’Alpe Pianezzo da cui, al
termine inferiore dei magri prati,
inizia il sentiero che raggiunge la strada
consortile che percorriamo interamente fino a
pervenire alla sbarra che ne consente l’accesso ai
soli mezzi autorizzati (h0,40;3,00).
Continuiamo la nostra discesa e perveniamo in
località Agalit
(h0,15;3,15)
e, dopo aver ammirato per l’ennesima volta, la
pianura in cui la Toce scorre lentamente, perveniamo
alla
cappella della Madonna di Frasnè
(h0,15;3,30)
da cui scendiamo definitivamente a raggiungere
l’abitato di Rumianca
(h0,30;4,00)
e dopo la
foto a ricordo della bella giornata,
percorriamo l’ultimo tratto di strada, purtroppo
asfaltata, che ci riporta al laghetto in cui ci
attendono le nostre auto (h0,15;4,15).
Bellissima escursione su sentieri poco frequentati
che si snodano fra secolari castagni in una zona dal
fascino selvaggio.