Valle Antrona

Punta della Forcola m. 1979

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:29 Ottobre-2014                                                     

 Partenza da: Cheggio m.1497
 Dislivello totale: + m. 482 - m.1077
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,45

Come arrivare: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la statale del Sempione , sino all’uscita per Villadossola. Usciti dalla statale, si svolta a sinistra, si percorre tutta la provinciale di fondovalle e in km. 16 si raggiunge Antrona. Da qui si percorre la strada asfaltata che in 8 km porta a Cheggio dove si parcheggia nei pressi della diga.

Osservare i colori di un bosco nel magico periodo autunnale è uno spettacolo bellissimo, un evento naturale che si trasforma in una grande manifestazione di sfumature con effetti cromatici di insolita bellezza che dipingono quadri di rara suggestione che donano il piacere di osservarli e di fotografarli per immortalare l’incanto del paesaggio da conservare gelosamente nei cassetti della memoria. Per apprezzare e conoscere i toni del rosso e del giallo che avvolgono la natura e la accompagnano verso l'inverno scegliamo di effettuare la traversata da Cheggio ad Antrona salendo alla Forcola per poi scendere ad Antrona valicando in tal modo il passo che mette in comunicazione il bacino del Lago dei Cavalli  con quello del Lago di Antrona per goderci lo spettacolo dei larici, le conifere più "nobili" delle Alpi, che prima di perdere gli aghi ed indossare la veste invernale, mutano il loro bel colore verde chiaro in sfumature giallastre che conferiscono all’ambiente in cui sono collocati un’atmosfera aurea. Chiediamo all’amico Gianni, esperto conoscitore della zona, informazioni sul percorso e Gianni, oltre a rassicurarci sulle condizioni dei sentieri si dichiara disponibile ad accompagnarci fino a Cheggio in auto in modo da non avere difficoltà al ritorno con il recupero del nostro mezzo. Come convenuto ci ritroviamo ad Antronapiana da dove veniamo accompagnati fino al piazzale da cui parte la teleferica di servizio che collega Cheggio con il Rifugio Andolla. Salutato e ringraziato l’amico per la sua disponibilità e per la grande cortesia riservataci, attraversiamo il muraglione della diga per poi imboccare il sentiero, contrassegnato da un evidente cartello in legno, che si inerpica sulla sinistra per cominciare a risalire il bellissimo bosco ed in pochi minuti siamo in vista dell’Alpe Fraccia m. 1524 (h 0,15), due caratteristiche baite costruite con la pietra locale resistono al logorio del tempo. Scendiamo fra le casere e pieghiamo a sinistra per raggiungere un altro gruppo di rustici e, poco prima di raggiungerli, saliamo a destra e ci immettiamo nel bel bosco di larici  che presentano i loro aghi che si tingono di oro antico mostrandoci lo spettacolo che ci auguravamo di vedere. Il suggestivo panorama dai colori autunnali è la migliore scenografia per la nostra camminata, la prima brina sotto gli scarponi, i colori dorati nell’aria sono i segni di una stagione che si sta impadronendo della montagna. Seguendo i sempre evidenti segnavia, il sentiero si sviluppa ora fra i sassi e inizia a salire molto ripidamente verso la costa della montagna per poi percorrere un lungo diagonale  che porta a costeggiare la parete del monte, strada facendo si presentano ai nostri occhi stupendi scorci panoramici che spaziano sul sottostante bacino del Lago dei Cavalli. Successivamente il sentiero entra in un esteso vallone che risaliamo passando fra ontanelli e grandi larici  prima di pervenire alla conca erbosa in cui sorge l’Alpe Curtvello m. 1756 (h0,45;1,00) in cui risalta la sua bella baita ben ristrutturata circondata da una cerchia di larici. Nei pressi si erge una piccola costruzione da cui sgorga acqua sorgiva e che raggiungiamo per poi proseguire lungo la pista che scorre negli inselvatichiti prati che un tempo rappresentavano gli ambiti pascoli per i pastori della valle che salivano a caricare i vari alpeggi posti sui due lati del passo. Il sentiero entra in una conca detritica e la salita diviene più impegnativa, dopo aver risalito alcuni stretti tornanti, giungiamo  ad una insellatura erbosa che introduce al Passo della Forcola m. 1914 (h 0,30;1,30) che valichiamo per raggiungere le casere dellAlpe della Forcola Superiore. Dopo la foto ricordo, seguendo le chiare indicazioni, risaliamo il ripido costone che ci permette di raggiungere l’ometto sommitale della Punta della Forcola (h0,15:1,45), da cui la vista abbraccia un grandioso panorama sul sottostante bacino del  Lago dei Cavalli, sul Passo del Fornalino e, sul lato opposto, sul bacino del Lago di Antrona e su tutta la valle del Troncone. Ritornati alla sella del passo, iniziamo a scendere seguendo gli evidenti paletti indicatori che disegnano la via lungo il pendio. In successione superiamo l’Alpe Forcola m.1800 ( h0,30;2,15), l’Alpe Forcola Sotto m.1681 (h0,10;2,25) ed vari nuclei di baite, oramai purtroppo tutte ridotte a ruderi che presentano le ferite del tempo e dell’abbandono ed entriamo nel bosco che percorriamo per un lungo tratto prima di arrivare ad una pietraia che attraversiamo per giungere ad un dosso su cui è collocata una bella panca che, giustamente, “ loda il Creatore ″. Da questo punto proseguiamo sino a giungere al bivio che indica la deviazione per Ronco m. 1115 (h1,05;3,30), un bellissimo borgo sapientemente ristrutturato che raggiungiamo (h0,30;4,00) per effettuarvi la sosta pranzo. Terminato il veloce spuntino, riprendiamo il cammino e risaliti alla cappelletta, seguendo le indicazioni per Cimallegra, entriamo in un bel bosco di conifere in cui scorre un ruscello e giunti al punto in cui, un caratteristico ponticello valica il corso d’acqua, è posata una ergonomica panca dove ci accomodiamo per concederci un piacevole momento di relax. Dopo il riposino, riprendiamo il cammino che ci porta a raggiungere in breve Cimallegra da cui, seguendo l’antica mulattiera, scendiamo ad Antronapiana (0,45;4,45) dove termina questa nostra escursione autunnale che ci ha permesso di osservare con meraviglia la policromia dell’autunno.

La Valle Antrona, in autunno soprattutto, acquista un fascino particolare. I cieli sono più limpidi, le luci profonde e fascianti, e i boschi hanno in sé i colori delle tavolozze.