Come arrivare:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la statale del Sempione , sino all’uscita per
Villadossola. Usciti dalla statale, si svolta a
sinistra, si percorre tutta la provinciale di fondovalle
e in km. 16 si raggiunge Antrona. Da qui si percorre la
strada asfaltata che in 8 km porta a Cheggio dove si
parcheggia nei pressi della diga.
Osservare i colori di un bosco nel magico periodo
autunnale è uno spettacolo bellissimo, un evento
naturale che si trasforma in una grande manifestazione
di sfumature con effetti cromatici di insolita bellezza
che dipingono quadri di rara suggestione che donano il
piacere di osservarli e di fotografarli per immortalare
l’incanto del paesaggio da conservare gelosamente nei
cassetti della memoria. Per apprezzare e conoscere i
toni del rosso e del giallo che avvolgono la natura e la
accompagnano verso l'inverno scegliamo di effettuare la
traversata da Cheggio ad Antrona salendo alla Forcola
per poi scendere ad Antrona valicando in tal modo il
passo che mette in comunicazione il bacino del Lago dei
Cavalli con quello del Lago di Antrona per goderci
lo spettacolo dei larici, le conifere più "nobili" delle
Alpi, che prima di perdere gli aghi ed indossare la
veste invernale, mutano il loro bel colore verde chiaro
in sfumature giallastre che conferiscono all’ambiente in
cui sono collocati un’atmosfera aurea. Chiediamo
all’amico Gianni, esperto conoscitore della zona,
informazioni sul percorso e Gianni, oltre a rassicurarci
sulle condizioni dei sentieri si dichiara disponibile ad
accompagnarci fino a Cheggio in auto in modo da non
avere difficoltà al ritorno con il recupero del nostro
mezzo. Come convenuto ci ritroviamo ad Antronapiana da
dove veniamo accompagnati fino al piazzale da cui parte
la teleferica di servizio che collega Cheggio con il
Rifugio Andolla. Salutato e ringraziato l’amico per la
sua disponibilità e per la grande cortesia riservataci,
attraversiamo il
muraglione della diga
per poi imboccare il sentiero, contrassegnato da un
evidente cartello
in legno, che si inerpica sulla sinistra per cominciare
a risalire il bellissimo bosco ed in pochi minuti siamo
in vista dell’Alpe
Fraccia
m. 1524 (h 0,15), due caratteristiche baite
costruite con la pietra locale resistono al logorio del
tempo. Scendiamo fra le casere e pieghiamo a sinistra
per raggiungere un altro
gruppo di rustici
e, poco prima di raggiungerli, saliamo a destra e ci
immettiamo nel
bel
bosco di larici
che presentano i loro aghi che si tingono di oro antico
mostrandoci lo spettacolo che ci auguravamo di vedere.
Il suggestivo panorama dai colori autunnali è la
migliore scenografia per la nostra camminata, la
prima brina
sotto gli scarponi, i colori dorati nell’aria sono i
segni di una stagione che si sta impadronendo della
montagna. Seguendo i sempre evidenti segnavia, il
sentiero si sviluppa ora fra i sassi e inizia a salire
molto ripidamente verso la costa della montagna per poi
percorrere un lungo diagonale che porta a
costeggiare la parete del monte, strada facendo si
presentano ai nostri occhi stupendi scorci panoramici
che spaziano sul sottostante
bacino del Lago dei Cavalli.
Successivamente il sentiero entra in un esteso vallone
che risaliamo passando fra ontanelli e grandi larici
prima di pervenire alla conca erbosa in cui sorge
l’Alpe Curtvello
m. 1756 (h0,45;1,00) in cui risalta la sua bella
baita ben ristrutturata circondata da una cerchia di
larici. Nei pressi si erge una
piccola costruzione
da cui sgorga acqua sorgiva e che raggiungiamo per poi
proseguire lungo la pista che scorre negli
inselvatichiti prati che un tempo rappresentavano gli
ambiti pascoli per i pastori della valle che salivano a
caricare i vari alpeggi posti sui due lati del passo. Il
sentiero entra in una conca detritica e la salita
diviene più impegnativa, dopo aver risalito alcuni
stretti tornanti, giungiamo ad una
insellatura erbosa
che introduce al
Passo della Forcola
m. 1914 (h 0,30;1,30) che valichiamo per
raggiungere le casere dell’Alpe
della Forcola Superiore.
Dopo la foto ricordo, seguendo le chiare indicazioni,
risaliamo il ripido costone che ci permette di
raggiungere
l’ometto sommitale
della Punta della Forcola (h0,15:1,45), da cui la
vista abbraccia un grandioso panorama sul sottostante
bacino del Lago dei Cavalli, sul
Passo del Fornalino
e, sul lato opposto, sul bacino del Lago di Antrona e su
tutta la
valle del Troncone.
Ritornati alla sella del passo, iniziamo a scendere
seguendo gli evidenti paletti indicatori che disegnano
la via lungo il pendio. In successione superiamo
l’Alpe Forcola
m.1800 ( h0,30;2,15), l’Alpe
Forcola Sotto
m.1681 (h0,10;2,25) ed vari nuclei di baite,
oramai purtroppo
tutte ridotte a ruderi
che presentano le ferite del tempo e dell’abbandono ed
entriamo nel bosco che percorriamo per un lungo tratto
prima di arrivare ad una pietraia che attraversiamo per
giungere ad un dosso su cui è collocata una bella panca
che, giustamente,
“
loda il Creatore ″.
Da questo punto proseguiamo sino a giungere al bivio che
indica la
deviazione per Ronco
m. 1115 (h1,05;3,30), un
bellissimo borgo
sapientemente ristrutturato che raggiungiamo (h0,30;4,00)
per effettuarvi la sosta pranzo. Terminato il veloce
spuntino, riprendiamo il cammino e risaliti alla
cappelletta,
seguendo le indicazioni per Cimallegra, entriamo in un
bel bosco di conifere in cui scorre un
ruscello
e giunti al punto in cui, un
caratteristico ponticello
valica il corso d’acqua, è posata una ergonomica panca
dove ci accomodiamo per concederci un
piacevole momento di relax.
Dopo il riposino, riprendiamo il cammino che ci porta a
raggiungere in breve Cimallegra da cui, seguendo
l’antica mulattiera, scendiamo ad
Antronapiana
(0,45;4,45) dove termina questa nostra escursione
autunnale che ci ha permesso di osservare con meraviglia
la policromia dell’autunno.
La Valle Antrona, in autunno soprattutto, acquista un
fascino particolare. I cieli sono più limpidi, le luci
profonde e fascianti, e i boschi hanno in sé i colori
delle tavolozze.
|