Come arrivare:
Percorrere la A 26, fino al casello di
Romagnano/Ghemme, quindi SS299 per Alagna
Superati i paesi di Romagnano Sesia e Prato Sesia, alla
grossa rotonda a fine tangenziale, si entra in Grignasco,
dopo circa 1,5 km sulla destra si trova l’indicazione
per Ara; si sottopassa la ferrovia, e tenendo la
sinistra seguire le indicazioni per Ara e Grotte; dopo
una serie di tornanti si arriva ad Ara.

Il Monte Fenera sorge nella zona di basse montagne tra
il Lago d’Orta e la Valsesia e si erge in posizione
solitaria alle porte di Borgosesia. Dalla sua cima
(899 m) si può godere di un suggestivo panorama che
spazia dalla pianura al massiccio cristallino del
Monte Rosa
che presenta il suo spettacolo di ghiaccio e roccia. Il
Fenera, è un’area di grande interesse sia dal punto di
vista naturalistico che storico-antropologico; sul suo
territorio furono ritrovati i resti dell’Uomo di
Neanderthal e dell’orso delle caverne: il carsismo ha
infatti formato varie cavità, nelle quali sono stati
effettuati tali ritrovamenti, per tali ragioni nel 1987
è stato creato il Parco naturale del Monte Fenera. Il
Parco è un punto di partenza per escursioni nel
territorio circostante dove storia, cultura e tradizioni
hanno lasciato tracce importanti e riconoscibili. Per
effettuare la nostra escursione ad anello, siamo partiti
da
Ara:
parcheggiata l’auto, ci incamminiamo lungo
la via che porta alle grotte.
In breve raggiungiamo una caratteristica
chiesetta
a destra della quale, parte il sentiero che conduce al
Torrente Magiaiga e alle omonime grotte, sentiero che
percorreremo al ritorno. Prima di raggiungere il
cancello che immette alle grotte, sulla sinistra si
stacca un
sentiero contrassegnato dal N° 771
che risaliamo fino ad incontrare un largo camminamento
che seguiamo per un breve tratto per prendere poi, sulla
propria sinistra, un sentiero più stretto e in netta
salita. Dopo circa 15 minuti dalla chiesa e a
quota 460 metri il sentiero rimonta un affioramento
roccioso. Qui le tracce si fanno incerte per ridiventare
evidenti ad ostacolo superato. Dopo circa mezz'ora di
cammino a quota 580 metri si incontra una zona dove il
sentiero diventa poco visibile ed incerto. Seguendo
qualche ometto di sassi e i
rari segni sulle piante,
iniziamo a percorrere un lungo diagonale che ci porta in
prossimità di un ripiano roccioso da cui si gode di una
bella vista su Borgosesia e sul
corso del fiume Sesia.
Continuiamo nel bosco e raggiunto il “
pilastro di Okuto
″ continuiamo sino a pervenire il località San Quirico,
dove
si interseca il sentiero 770
proveniente da Fenera Annunziata. Continuiamo a seguire
le indicazioni del
sentiero 780
e giungiamo al
punto panoramico del Passo dell’uomo Storto
m. 665 da cui inizia la discesa verso le grotte. Viste
le condizioni del particolare terreno, molto umido e
scivoloso, decidiamo di ritornare sui nostri passi e
proseguire oltre San Quirico con il sentiero
contrassegnato come 770. Seguendo i segnavie posti sulle
piante, superiamo la
diroccata chiesa
e giungiamo nella
zona della cava
che, superata, ci immette sulla sella in cui giunge
anche l’itinerario 771 proveniente da Ara. Voltando a
sinistra iniziamo a risalire il tratto finale che porta
in vetta al Monte Fenera, strada facendo incontriamo un
gruppo di escursionisti e fra questi individuiamo ed
abbiamo finalmente
il piacere di conoscere Marco,
fino ad ora amico virtuale, di cui seguiamo da tempo le
avventure molto ben documentate sul suo sito
(
http://digilander.libero.it/archibondo/
). Procediamo e siamo oramai in vista della
colossale croce,
eretta nel 1906 e alta oltre 12 metri, posta sulla
sommità della Punta Bastia. Nonostante la relativa
elevazione, la vetta si rileva un meraviglioso punto di
osservazione e nella splendida giornata odierna
è
possibile ammirare un
panorama completo
delle Alpi occidentali, e tutta la pianura sottostante.
Seguendo il percorso pedonale che corre lungo il
crinale, raggiungiamo la vicina punta minore del Monte
Fenera su cui sorge l’Oratorio
di S. Bernardo.
Osservato un altro stupendo panorama, facciamo ritorno
al punto in cui sono collocate delle panche e dei
tabelloni illustrativi.
Qui facciamo conoscenza con Marco e Roberta che nel
frattempo ci hanno raggiunti e ci accomodiamo per
consumare il nostro pranzo. Durante la sosta, Marco ci
suggerisce un bel percorso alternativo da fare in
discesa che consente di rientrare ad Ara evitando di
percorre il ripido, ed oggi particolarmente scivoloso,
sentiero 771 già in parte seguito in salita. Appreso che
anche loro intendono scendere lungo questo itinerario,
scattata la
foto di gruppo,
ci aggreghiamo a loro che molto gentilmente, ci
accompagnano per un lungo tratto prima di lasciarci per
dedicarsi alla ricerca funghi. Lasciamo la vetta e
scendendo in direzione dell’Oratorio di San Bernardo
dove, sulla destra troviamo le indicazioni del
sentiero 772
per la Colma/Grignasco. Entriamo nel bosco, e
raggiungiamo
le rovine dell’Alpe Fenera,
distrutto nel 1936 da un incendio, il cui pascolo è
ormai quasi completamente scomparso, proseguiamo e ci
ritroviamo sulla pista tagliafuoco che conduce a
Colma
m. 696. Continuiamo nel nostro cammino e, salutati Marco
e Roberta, procediamo fino a Cerianelli dove, lasciata
la pista forestale, il sentiero si inoltra nel fitto
bosco in cui resistono secolari castagni, e superato il
ponte sulla Boretta,
dopo una breve salita siamo in vista di
Bertasacco.
Qui si presentano due possibilità per ritornare ad Ara:
un giro corto e uno lungo, noi optiamo per il
giro lungo
e continuando nel bosco arriviamo ad una
prima grotta
carsica che anticipa la successiva conca in cui si trova
il “
giardino delle Grotte di Ara
″ in cui scorre il Torrente Magiaiga che con le sue
spettacolari cascate,
nel corso dei secoli, ha contribuito a
modellare la roccia carsica.
Siamo oramai al termine della camminata ed in breve ci
ritroviamo alla deviazione da cui avevamo preso avvio,
ancora pochi passi e ci ritroviamo di nuovo al
parcheggio al termine di una bella escursione
condotta fra boschi dai caldi colori autunnali, grotte
carsiche e montagne a perdita d’occhio.
NB. Unica nota negativa la segnaletica
della rete sentieristica, in alcuni casi poco presente o
completamente assente.
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