Come arrivare:
percorrere la superstrada del Sempione
uscendo allo svincolo Crodo/ Valle Antigorio proseguire
su SS 659 per 12,5 Km e superato il nuovo ponte di
Silogno sul Rio Devero si entrare in paese, appena
superarto il cartello Baceno, svoltare a sx e
parcheggiare nella piazza Aldo Moro.
Parcheggiata
l’auto, ci dirigiamo verso la piazza del Municipio da
cui, scendendo lungo
Via Rivera
si
raggiunge l’area del campo sportivo con un ponte in
ferro che consente di attraversare il Torrente Devero.
Si segue una pista sterrata nei prati avvicinandosi alle
prime baite, tenendoci sulla destra risaliamo un breve
tratto di sentiero a gradini che porta all’oratorio
di Uresso.
Da qui si continua dapprima in salita poi in piano fino
a raggiungere un altro
ponte di ferro
sul
Torrente Devero. Si attraversa e in leggera salita,
passando sotto ai tubi delle condotte,
si sale ai ruderi del vecchio abitato di
Cuggine
semisommerso dai rovi. Lasciandosi l’abitato alla
propria destra ci si inoltra ancora nella valle, quindi
si devia a destra e si comincia a salire su ripido
sentiero a gradini che risale fino alla strada
provinciale Baceno-Goglio in corrispondenza della
“Cappella Grande”.
Si segue quindi la strada asfaltata e al bivio segnalato
per il
Ponte della Baulina
si prende a sinistra per andare ad ammirare il
suggestivo ponte ad arco realizzato in pietra e le
impressionanti
marmitte dei giganti.
Tornati sulla strada si risale fino alla piazza centrale
del paese di Croveo, la frazione di Baceno
conosciuta ai più come porta d’accesso al Parco Naturale
Veglia-Devero. Prima di proseguire nel nostro cammino,
ci aggiriamo per il caratteristico paese visitando
la parrocchiale,
edificata nel 1621 e dedicata alla Natività di Maria
Vergine. E’ una chiesa dal disegno molto semplice, con
una bella porta in legno intarsiato datata 1650. Sul
sagrato della chiesa è posto il monumento a
Don Amedeo Ruscetta, prete viperaio di Croveo
(in quel punto teneva lezioni di cattura dei rettili che
venivano poi inviati ad istituti sieroterapici per
l'estrazione del veleno). Lasciata la chiesa risaliamo
fra le viuzze del’’ordinato paese e, raggiungiamo la
parte vecchia del borgo dove ci aspetta il
Sig. Proletti,
( uno dei ragazzi a cui
Don Ruscetta
ha insegnato a maneggiare con sicurezza le vipere ) che
molto gentilmente ci accompagna nella visita al
caseggiato in cui è custodito
il vecchio torchio a leva
di tipo
“piemontese”. L’edificio in pietra si presenta,
completamente addossato ad un grande masso di frana che
costituisce una delle pareti del fabbricato. Il
Sig. Proletti ci illustra,
con dovizia di particolari e competenza, le
caratteristiche del torchio, e la funzione oltre che del
torchio anche della
macina presente all’interno dell’edificio.
Il torchio infatti serviva a
pressare ciò che in precedenza era stato macinato: pere,
mele, canapa in autunno, noci in inverno (dalle quali si
ricavava l’olio). In particolare era utilizzato per la
pressatura delle pere “ i pir ″, una varietà con frutti
a polpa dura, poco gradevoli al palato se mangiati
crudi. Queste piccole pere tondeggianti venivano
raccolte in avanzata stagione autunnale, frantumate
(anche miste a mele) e torchiate per oltre un giorno. Il
succo, lasciato fermentare, dava un vinello dolce a
bassa gradazione. Ringraziato il nostro cortese
accompagnatore, risaliamo sulla circonvallazione e
raggiungiamo l’area del
villaggio turistico “ il Treno dei Bimbi ”,
il vasto parco formato da ben 28 carrozze ferroviarie
dismesse ed adattate per far fronte alle varie necessità
di una struttura ricettiva. Attraversiamo la struttura
ed iniziamo a scendere lungo il
“ Sentiero Storico- Via
dell’Arbola ” in
direzione delle Marmitte di Croveo, il sentiero scorre
delimitato a tratti da muretti in sassi e, superata una
cappelletta
sfiora i resti di antichi mulini e giunge al ponte ad
arco delle
“ Caldaie di Croveo ”:
un luogo spettacolare, recentemente valorizzato e reso
ancora più accessibile in seguito all’installazione di
scale a norma e adeguate barriere
di protezione che
consentono di spingersi fino ad un terrazzo da cui si
gode una vista incomparabile sul vertiginoso baratro in
cui precipita la cascata. Da questo privilegiato punto
di osservazione, possiamo ammirare lo spettacolo
costituito da
due massi giganteschi disposti a
capanna, dalla
quale escono con impeto le acque del torrente per poi
gettarsi in un
profondo pozzo
e le interessanti forme, create dai fenomeni erosivi,
mirabilmente lisciate dall’acqua che precipita nel
vuoto. La visione di questo straordinario fenomeno
naturale e la distensiva camminata ci hanno nel
frattempo procurato un certo appetito e, visto che a
poca distanza dal luogo, si trova il
Ristorante Cistella,
di cui abbiamo sentito parlare molto bene, decidiamo di
provare e toccare con mano ( anzi con posate ) i menù
proposti per la giornata. Al termine della verifica,
dobbiamo riconoscere la veridicità dell’informazione e
consigliamo di effettuare una fermata quando ci si trova
in zona. Terminata la sosta, ritorniamo per un breve
tratto di strada asfaltata fino alla deviazione per il
Ponte della Baulina che raggiungiamo nuovamente per
superarlo e risalire lungo la trattorabile che,
oltrepassata una grossa cappella,
si trasforma in mulattiera
ed inizia a scendere
rapidamente fino ad arrivare al
lavatoio di Graglia
dove termina sulla strada asfaltata. Ci dirigiamo verso
l’oratorio di Graglia,
edificato nel XVII secolo e dedicato a San Carlo
Borromeo, poco prima di raggiungerlo, si prende la
mulattiera sulla destra che scende fino a raggiungere
l’inizio della strada asfaltata per Graglia. Si
attraversa la
strada per Uresso
e si prende la bella mulattiera che con un tornante
scende fino al ponte del campo sportivo di Baceno e da
qui si risale alla piazzetta centrale del paese dove
abbiamo parcheggiato. Prendendo
come riferimento l’edificio dei Vigili del Fuoco ci
avviamo verso la
Chiesa Monumentale di Baceno,
dedicata a San Gaudenzio, Monumento Nazionale e una
delle Chiese più belle delle Alpi Occidentali, sulla cui
facciata campeggia
il gigantesco affresco
del
1542 raffigurante l’immagine di San Cristoforo che porta
il Cristo Bambino. Visitato l’interno e l’esterno
dell’edificio ritorniamo all’auto dove concludiamo
questa interessante escursione ad anello che ha
lasciato tutti soddisfatti, in particolare
Rosi
che stanca di seguire le nostre orme sul web, ha deciso
di unirsi alla compagnia.
Itinerario che porta a camminare
sui sentieri della storia: la zona di
Baceno e Croveo è storicamente e tristemente famosa per
i numerosi casi di
uccisione per stregoneria:
ben 55 persone furono condotte al rogo.
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